Elio Mariucci “Materia Immaginale”, a cura di Lorenzo Fiorucci (Palazzo ducale di Gubbio, prorogata al 16/05/2021).

di Federica LAZZARINI

Elio Mariucci, pittore, scultore, poeta, scenografo di teatro e di quartiere, a fronte di una cinquantenaria carriera artistica esperita a pieno titolo nell’ambito di un astrattismo puro e luminescente, fa ingresso nello storico Palazzo Ducale di Gubbio con la mostra Materia Immaginale, un titolo che il curatore Lorenzo Fiorucci assegna volgendo lo sguardo alla materia che il Maestro umbro pervade di istanze avanguardiste e favolistiche, nella memoria viva del dialogo intessuto con i “compagni di strada” in seno al gruppo 13 x 3 nato nel 1979, che ha vantato la spinta creativa di personalità artistiche come Gabrio Rossi, Gino Meoni, Corrado Ottaviani, Piero Pellegrini e quella del mentore Piero Dorazio, animata dal recupero della lezione del futurismo romano di Giacomo Balla.

Una retrospettiva, quella visibile al Palazzo Ducale di Gubbio e ospitata con partecipazione dalla Direttrice Paola Mercurelli Salari, che si innesta nella sedicesima edizione della Giornata del Contemporaneo 5 dicembre 2020, il grande evento annuale promosso da AMACI che celebra l’arte contemporanea facendo emergere, con forza e in un solo giorno, la rete dei soggetti e delle realtà che promuovono il contemporaneo nel corso dell’anno, in Italia e all’estero.

Materia Immaginale rappresenta una tappa significativa della lunga carriera del Mariucci, carriera che conosce il suo esordio nella natale Città di Castello nel 1973, per poi snodarsi attraverso una vasta produzione di opere raccolte in diverse mostre personali dislocate in territorio regionale, fino a coronarsi, nel periodo del sodalizio 13×3, con l’invito alla XXX Biennale d’arte “Città di Milano”.

L’intenzione curatoriale ben finalizzata di Lorenzo Fiorucci infatti restituisce un’ampia panoramica dell’eclettica personalità dell’artista, portando in sala vicendevolmente una geometria emozionale di forme sospese e vivificate con tocchi di cromia impattante, che abitano lo spazio di un’anima senza cornice, nel ritorno alla matrice futurista, che l’artista, durante il periodo di connubio con i “tifernati” del gruppo, è in grado di sostanziare attraverso l’impiego dell’espediente luminoso, insieme all’intima passione che Elio Mariucci nutre da sempre per l’oggetto utilizzato e vissuto, che egli “rimobilita” caricandolo dell’energia di un’arte applicata che lo rende primo attore delle sue scene e delle sue ludiche interpretazioni.

Federica LAZZARINI   2 maggio 2021