Diego Velàsquez vs Pietro da Cortona a Roma, verità, vitalità e modernità in due dipinti dal sentimento quasi preromantico.

di Anna LO BIANCO

Vorrei proporre un confronto che può apparire azzardato ma che ha un senso anche dal punto di vista delle coincidenze oggettive.

Due protagonisti assoluti della pittura barocca, pressappoco coetanei e due dipinti difficilmente catalogabili. Si tratta della Veduta di Villa Medici di Velasquez e della Veduta di Allumiere di Cortona.

Diego Velàsquez, Entrata nella grotta nel giardino di Villa Medici, Madrid, Prado
Pietro Berrettini (da Cortona), Le allumiere di Tolfa, gia coll. Sacchetti, Roma, musei Capitolini

Prima di tutto la data, attorno al 1630, anno del primo soggiorno di Velasquez a Roma, dove giunge nell’agosto del ’29, come pittore del re e per Cortona quella della fine dei lavori a Villa Sacchetti di Castelfusano. Per entrambi quindi il momento della prima maturità in cui si consolida la propria professione di artista. Infine poi l’assoluta impossibilità di inquadrare questi due paesaggi o vedute nei sottogeneri allora ricorrenti, in quanto non sono assimilabili a nessuno di essi. Sono anni in cui il genere del paesaggio si va specializzando in diversi filoni, classico, mitologico, di veduta reale, quest’ultimo così spesso utilizzato per ritrarre i feudi delle famiglie aristocratiche, talvolta dipinti  in alto sui fregi dei palazzi nobiliari.

I due dipinti di Velasquez e Cortona hanno però in comune una sorta di modernità, che li pone assolutamente fuori degli schemi e rimanda, in qualche modo, a opere più avanti nel tempo, concepiti come sono con una libertà maggiore, con un sentimento quasi preromantico.  La corrosione delle rocce in uno, il legno scrostato nell’altro, l’erosione delle cose e della natura attorno. In entrambi la sensazione di verità, di vitalità, di un momento al tempo stesso preciso e sospeso, acuito dalla tecnica, definita già protoimpressionista, molto materica, senza disegno preciso. Una ripresa del soggetto che sposta la visuale su un primissimo piano che esclude una percezione più organizzata, costringendoci così a una visione estremamente ravvicinata e dilatata. Spiazzante.

Probabilmente una coincidenza. Non sappiamo se in quel 1630 Velasquez, venuto in Italia per perfezionare la propria educazione, suggestionato dai racconti di Rubens che nel 1628 incontra a Madrid  conosca Pietro da Cortona, ma non lo escluderei assolutamente considerato il ruolo centrale del circolo Barberini a Roma nel quale Cortona si avviava a essere protagonista.

Molti anni più tardi, nel 1649 Velasquez torna in Italia, non più per studio ma in missione da parte del re, per ingaggiare pittori famosi per le collezioni reali. Dopo aver visto e ammirato la volta di Palazzo Barberini l’artista spagnolo si rivolge proprio a Pietro da Cortona, cercando di indurlo a andare a lavorare in Spagna per la corte. Cortona, da poco rientrato da Firenze, sta già affrescando la cupola della Chiesa Nuova e rifiuta l’invito.

Non avranno più modo di vedersi e sarebbe davvero un importante ritrovamento se emergessero documenti di un possibile legame in questi anni di cui entrambi sono protagonisti assoluti del Barocco.

Anna LO BIANCO   Roma 19 Maggio 2024