Daniel Harding a Santa Cecilia; il nuovo Direttore prenderà il posto di Antonio Pappano dalla Stagione 2024-2025.

di Claudio Listanti

L’inglese Daniel Harding entra nel futuro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

La scorsa settimana l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, nell’ambito di una conferenza stampa condotta dal Presidente e Sovrintendente Michele dall’Ongaro, ha reso noto che il direttore inglese Daniel Harding è stato nominato nuovo Direttore Musicale dell’Orchestra e del Coro della prestigiosa stituzione. Harding succederà quindi ad Antonio Pappano e svolgerà l’importante incarico a partire dalla Stagione 2024-2025.

Fig. 1 Il direttore d’orchestra Daniel Harding © Andrew Staples.

La notizia, come avviene spesso in questi casi, ha messo la parola fine alla ridda di supposizioni, previsioni, ipotesi e congetture circa la scelta per questo nuovo incarico che, comunque la si pensi, immaginiamo molto ardua e complicata per i responsabili dell’Accademia di Santa Cecilia, ben consci della difficoltà di individuare la persona adatta a sostituire Antonio Pappano, il direttore che con i suoi 18 anni di direzione musicale ha contribuito in maniera determinante alla crescita dell’Orchestra e del Coro collocando tutta l’istituzione musicale romana a livelli di straordinaria valenza artistica, non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa e del mondo.

Fig. 2 Daniel Harding e Michele dall’Ongaro durante la conferenza stampa © Musacchio, Ianniello & Pasqualini.

Dalle parole dello stesso Michele dall’Ongaro si capisce facilmente la delicatezza della scelta e la soddisfazione per aver trovato una soluzione all’altezza della situazione. Ha dichiarato dall’Ongaro

“È con sincero entusiasmo e con orgoglio vivissimo  che l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la sua Orchestra e il suo Coro danno il benvenuto a Daniel Harding, un musicista che abbiamo imparato a conoscere e amare tanti anni fa e che oggi ritorna con un incarico impegnativo che è anche una sfida per il futuro e un’opportunità per i nostri complessi e per la città che li ospita. Non sembra azzardato affermare che oggi esistono più buone orchestre che buoni direttori. Pochissimi poi quelli eccezionali che con il loro impegno, la loro creatività, il loro rigore possono garantire percorsi di crescita e sviluppo. L’incremento della qualità dei nostri complessi, testimoniata dalle tante tournée, i cd realizzati, le reazioni di pubblico, critica e addetti ai lavori, ha radici profonde alimentate dalla lezione recente di Sinopoli, Gatti, Chung e soprattutto dalle cure che per 18 anni Antonio Pappano ha dedicato alla sua “famiglia” (come la chiama lui) impegnandosi nel percorso che ha portato ai risultati di oggi.
Puntare ora su Daniel Harding – ha poi proseguito il presidente – per noi significa non solo avere la possibilità di collaborare con uno dei maggiori talenti in circolazione ma anche non interrompere questo cammino imprimendo nuovi stimoli, arricchendo la nostra vita musicale di suggestioni e idee nuove e diverse. È quindi questo un momento per festeggiare e prepararsi per un futuro sempre più entusiasmante grazie al grande potere della Musica.”

Pari entusiasmo traspare anche dalle dichiarazioni di Daniel Harding che ha affermato:

“L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha un’Orchestra e un Coro di straordinaria energia e generosità. Amano raccontare storie e trasmettere il loro entusiasmo per la musica che eseguono. In 25 anni di collaborazione – riferendosi alle varie esecuzioni delle quali è stato protagonista nei concerti ceciliani – abbiamo esplorato un ampio repertorio e stretto un’amicizia che ora diventa qualcosa di molto significativo per tutti noi. Avere l’opportunità di diventare il Direttore Musicale di un’Orchestra di prim’ordine e così ambiziosa in una città di incomparabile importanza storica e culturale è un bellissimo regalo che mi viene fatto.”
Fig. 3 L’abbraccio ideale tra Daniel Harding ed alcuni membri dell’orchestra durante la conferenza stampa © Musacchio, Ianniello & Pasqualini.

A nostro giudizio la scelta di affidare a Daniel Harding la Direzione Musicale è del tutto valida per garantire il proseguimento del grado di eccellenza della formazione ceciliana per diversi motivi. Innanzi tutto Harding collabora da diversi anni con l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia. Fin dalla stagione 1997-1998, quando ancora la sede dei concerti era in Via della Conciliazione, a soli 22 anni ha debuttato alla guida dell’Orchestra romana per una collaborazione che si è sviluppata fino al mese di giugno dello scorso anno ottenendo sempre dei buoni successi di pubblico e di critica. Un elemento che, comunque, dimostra l’esistenza di un ‘feeling’ con l’istituzione tutta. Inoltre possiede una esperienza internazionale di apprezzabile livello avendo diretto diverse e quotate orchestre europee. Oggi è Direttore Musicale e Artistico della Swedish Radio Symphony Orchestra, incarico che lascerà nel 2025 dopo diciannove stagioni. Negli anni è stato Direttore Musicale dell’Orchestre de Paris dal 2016 al 2019, Direttore Ospite Principale della London Symphony Orchestra dal 2007 al 2017 ed ha ottenuto il titolo di Direttore Onorario a vita della Mahler Chamber Orchestra grazie al ventennale rapporto con questa orchestra. Inoltre ha collaborato, e collabora, più di vent’anni. In qualità di Direttore ospite il Maestro vanta un rapporto molto stretto con i Berliner Philharmoniker e i Wiener Philharmoniker, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, la Royal Concertgebouw Orchestra e con la London Symphony Orchestra. È apprezzato anche oltre oceano dopo aver diretto organismi come la Cleveland Orchestra, la Chicago Symphony, la Los Angeles Philharmonic e la San Francisco Symphony.  A tutto ciò, Harding, può aggiungere anche una cospicua esperienza nel campo dell’opera lirica un elemento che rafforza la sua personalità artistica.

Fig. 4 L’intervento video augurale di Antonio Pappano durante la conferenza stampa © Musacchio, Ianniello & Pasqualini.

Un notevole bagaglio di esperienza, quindi, alla quale si aggiunge anche il fatto che, per il ruolo che ricopre, è ancora piuttosto giovane e ha la possibilità di consolidare questa esperienza non solo per una soddisfazione personale ma, parallelamente, per permettere all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di proseguire con sicurezza il percorso tracciato da Antonio Pappano. Qualche perplessità, però, questa operazione la pone. Più precisamente pensiamo al periodo di interregno che si verificherà tra la partenza di Pappano che giungerà al termine del suo mandato nel prossimo settembre e l’inizio dell’operatività di Harding che lascerà scoperta l’intera stagione 2023-2024 con la speranza che tutto ciò non provochi qualche difficoltà e qualche disallineamento nel cammino, finora quasi inarrestabile, dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Fig. 5 Daniel Harding durante un concerto con l’Orchestra di Santa Cecilia nel dicembre 2016 © Musacchio, Ianniello & Pasqualini

Daniel Harding. Anticipazioni sull’attività musicale a Santa Cecilia

Durante la conferenza di presentazione di Daniel Harding sono emerse alcune anticipazioni sulla attività musicale che il direttore intende portare avanti qui a Roma. Innanzi tutto è stato chiarito che Harding dedicherà ai complessi affidatagli la stessa quantità di tempo prevista nel contratto di collaborazione che Santa Cecilia aveva sottoscritto con Pappano, ivi comprese le tournée fuori sede e l’attività discografica, tutti elementi indispensabili per mantenere il livello artistico dell’istituzione. Il suo contratto, inoltre, avrà la durata di cinque anni.

Di certo si sa che l’inaugurazione della stagione 2024-2025 prevede l’esecuzione in forma oratoriale di Tosca di Giacomo Puccini, scelta che onora le celebrazioni che il mondo della musica e dell’opera lirica metterà in atto per ricordare il compositore toscano a 100 anni dalla scomparsa. Tale evento segnerà una altra tappa fondamentale per Santa Cecilia, la nuova collaborazione con la prestigiosa casa discografica Deutsche Grammophon che pubblicherà in CD tutte le serate inaugurali.

Per la stessa stagione lo stesso Harding ha dichiarato che dirigerà il Requiem di Giuseppe Verdi all’interno di una delle tante chiese di Roma, una attività che intende anche intensificare visto il tesoro architettonico che solo una città come Roma può vantare e che può mettere a disposizione, senza dubbio cornice ideale per la musica sacra. L’iniziativa (ma questo è un nostro pensiero), potrebbe essere parallela alle celebrazioni del Giubileo del 2025 che la Città Eterna ospiterà quell’anno. Nella prima stagione di Harding ci sarà spazio anche per un capolavoro di rara esecuzione, la Sinfonia “Asrael” di Josef Suk.

Harding ha anche ventilato l’ipotesi dell’esecuzione dell’integrale delle Sinfonie di Gustav Mahler, una iniziativa per la quale non ci sono ulteriori dettagli ma che rimane ai primi posti del suo impegno musicale. A domande precise il direttore inglese ha anche assicurato che inserirà nei suoi programmi l’attenzione alla Musica Contemporanea così come, ma questo è piuttosto ovvio, al sinfonismo dell’800 e del ‘900.

Ci sembra che in questa operazione, anche se siamo in presenza dell’inevitabile alea di contorno che introduce una certa dose di rischio, ci siano tutte le premesse per la sua risuscita per la quale, ne siamo certi, sia il musicista sia l’istituzione musicale tutta metteranno il loro massimo impegno per un felice esito finale.

Claudio LISTANTI  Roma 12 Marzo 2023