“Da poeta a poeta”: Laura Ricci ri-traduce i “Sonetti dal portoghese”, capolavoro di Elizabeth Barrett Browning (con una intervista alla autrice)

di Licia UGO RACOVAZ

Licia Ugo Racovaz è giornalista professionista; dopo la laurea in scienze politiche a Bologna ha lavorato in Rai a Roma, dove tuttora vive. E’ autrice di numerosi racconti; il suo primo libro L’Onnivoro e altri racconti del 1996, pubblicato da Edizioni del Girasole di Ravenna, ha vinto il secondo premio “Spazio Donna” di Striano, CE.  Altri suoi racconti si trovano nelle antologie ed altri ancora sono presenti nei Racconti triestini della Arbor Librorum Edizioni e in Chiedi alla voce per Vita Activa Ediitoria, vincitrice del secondo premio “concorso Elca Ruzzier” con il racconto dal titolo “Scusa dove ero rimasta”; è presente nell’ultima antologia, uscita a febbraio, dal titolo 15 racconti + 5, a cura di Gabriella Musetti per Vita Activa editoria. Da qualche anno scrive firmando anche con il cognome della madre. Con questo articolo inizia la sua collaborazione con About Art.

Ci sono libri, in questi tempi incerti, piccoli gioielli, che quando vengono  riproposti e scoperti  danno non solo conforto ma anche gioia al lettore.

Uno di questi casi è la felice riproposizione al pubblico dei “Sonetti dal portoghese” di Elizabeth Barrett Browning ( Durham 1806 – Firenze 1861) nel  libro ritradotto e a cura  di Laura Ricci dal titolo “Di libertà e d’amore” edito da Vita Activa di Trieste.

Elizabeth Barrett Browning, Di libertà e d’amore. Sonetti dal portoghese, Introduzione cura e traduzione di Laura Ricci, Vita Activa, Pagine 180, Euro 14

Ora va detto che il titolo originale del libro di poesie di Elizabeth Barrett Browning  “Sonetti dal portoghese” è un titolo  ambiguo, che  tuttavia incuriosisce. Perché dal  portoghese, si chiede il lettore, quando Elizabeth Barrett Browning è in realtà inglese?

In effetti i sonetti della poetessa, che indicheremo qui con simpatia E.B.B, non sono affatto stati scritti in portoghese, ma in inglese, e come si vedrà più avanti, nel proseguimento della lettura questo titolo racchiude un piccolo mistero, un segreto evidente e al tempo stesso celato, che però vi sarà rivelato nel proseguimento della lettura del libro.

Ma proseguiamo con ordine. Chi era la poetessa di cui parliamo? In molti si ricordano di aver visto nelle antologie di letteratura inglese due ritratti ovali su fondo scuro,  eseguiti nel 1853 da Thomas Buchanan Read, rispettivamente  di Elizabeth Barrett Browning e di Robert Browning.

Lei ha una acconciatura femminile molto di moda alla fine dell’Ottocento, due bandeaux di capelli bruni le incorniciano il volto. Gli occhi sembrano non guardare nulla, forse una cosa lontana, non è dato sapere se situata nel futuro oppure nel passato. Un lieve sorriso accennato non le schiude però le labbra. Lui, composto, bello, consapevole di sé stesso.

Ma chi è questa giovane donna, forse non più tanto giovane, che ci guarda dall’antologia? Poetessa inglese, nel 1844 con l’uscita dei   suoi “Poems”  divenne una delle più popolari scrittrici del momento. Al punto che la lettura della sua raccolta di poesie spinse Robert Browning, poeta a sua volta, prima a scriverle tutta la sua ammirazione  e poco dopo, nel 1845 lo spinse a volerla incontrare. La storia di Elizabeth e di Robert a quel punto diviene romanticamente vera. Si sposano di nascosto, contro il volere del padre di lei, e fuggono a Firenze. Ma oltre queste brevi, doverose note non dirò di più, perché nella ricca e accurata introduzione di Laura Ricci vi verrà narrata l’intera vicenda, con una partecipazione che scaturisce davvero dall’ammirazione per questa donna, antesignana dell’indipendenza delle proprie scelte, sia culturali che amorose.

Una storia passionale che ha ispirato diverse opere, fra queste ci piace ricordare il libro scritto da Virginia Woolf, “Flush. Una biografia”, in cui si ricostruisce la storia di E.B.B attraverso gli occhi amorevoli del suo cane, un cocker spaniel, e chi scrive vi assicura, avendolo letto, che si tratta di una vera delizia.

I “sonetti dal portoghese” scritti in segreto e pubblicati nel 1850 sono dedicati  al poeta Robert Browning, prima che diventasse suo marito e compagno di vita. Con lui visse a Firenze, a Palazzo Guidi, sino alla morte, sopraggiunta nel 1861. Nella foto vediamo un calco  in bronzo delle loro mani intrecciate, in segno di amore e dedizione reciproca. Probabilmente farsi il calco delle mani intrecciate poteva, nell’Ottocento, essere anche di moda fra i ceti benestanti. Ma personalmente non vedo moda in questo calco, ma un “gesto poetico” potente, molto forte. Con le mani si tocca, si tasta, si percepisce l’essenza carnale dell’altro. La mano, infine, è un viso. Ti innamori di un viso, ma dal  “tocco” sei stregato.

Harriet Goodhue Hosmer, Clasped Hands of Robert Browning and Elisabeth Barret Browing
Sonetto XLIII Testo originale

Guardiamo, ascoltiamo, leggiamo ora il sonetto XLIII manoscritto di E.B.B. Non è facile per noi moderni, abituati alla stampa leggerlo. Leggiamolo ora in inglese e poi tradotto in italiano. E subito ci accorgiamo che questi sonetti, scritti segretamente prima del matrimonio sono quello che molti critici hanno decretato: sono fra le liriche d’amore in inglese più belle e più note in assoluto, paragonate a quelle di Shakespeare e Petrarca.

 

Sonetto XLIII (inglese e italiano)

How do I love thee? Let me count the ways./ I love thee to the depth and breadth and height/ My soul can reach, when feeling out of sight/ For the ends of Being and ideal Grace.

I love thee to the level of everyday’s/Most quiet need, by sun and candlelight./ I love thee freely, as men strive for Right;/ I love thee purely, as they turn from Praise.

I love thee with the passion put to use/ In my old griefs, and with my childhood’s faith./ I love thee with a love I seemed to lose/ With my lost saints, – I love thee with the breath,7 Smiles, tears, of all my life! – and, if God choose,/ I shall but love thee better after death.

Come ti amo? Lascia che i modi conti. Ti amo/ fino alla profondità, al respiro, all’altezza/che l’anima mia sa raggiungere, quando anela/ ai confini dell’Essere e dell’ideale Grazia.
Ti amo nella quieta necessità di ogni giorno,/ alla fiamma del sole e della candela. Ti amo/ nella libertà, come chi lotta per la Giustizia;/ nella purità, come chi dal Plauso rifugge.
Ti amo con la passione che consumavo/ nei miei antichi affanni, con fede di bambina./ Ti amo con quell’amore che perduto credevo/ con i miei perduti santi – Ti amo col respiro,/ i sorrisi, le lacrime di una vita intera! – e / se vorrà Dio, meglio dopo la morte ti amerò. 
Laura Ricci

Abbiamo incontrato Laura Ricci, che ha scritto una ricca introduzione sul percorso sia poetico che di vita di Elizabeth Barrett Browning, e nel ri-tradrre  “I sonetti dal portoghese”, ha adottato un bel titolo, “Di libertà e d’amore”. Laura Ricci, scrittrice e traduttrice, ha pubblicato lavori sia in prosa che in versi. Fa parte della Società Italiana delle Letterate e collabora con varie riviste e quotidiani, tra cui Letterate Magazine, Leggendaria, Il Ponte Rosso, Articolo 21. Per la biografia completa si rimanda a fondo libro.

-Laura Ricci, perché ha scelto questo titolo?

R: Il titolo del volume, che è anche quello del mio saggio introduttivo, Di libertà e d’amore, è stato scelto su un piano duplice. Allude, naturalmente, alla libertà che Elizabeth Barrett Browning si autorizzò sia nel vivere l’amore infrattivo per Browning, sia nel rinnovare con coraggio e determinazione la tradizione canonica dei canzonieri d’amore nella letteratura inglese e non solo; ma allude anche alla necessaria libertà che occorre prendersi nella traduzione per ricreare, con amore e rigore, l’interezza della lingua di un testo poetico. Di un testo che si ama, perché tradurre da poeta a poeta implica anche un sentire in sintonia. Se volessimo spingerci più vicino a noi e citare anche Claudio Magris, che della traduzione si è molto occupato: “Tradurre significa non tanto comunicare quanto ricreare una vicenda, un destino, facendoli restare se stessi ma insieme diventare altri. Tradurre è una forma di scrittura, non meno creativa di altre cosiddette originali”. Ecco, questo modo di tradurre potremmo definirlo un processo di libertà ragionata”.

-Perché è così importante tradurre da poeta a poeta?

R: Come affermo nell’introduzione, ho desiderato tradurre i Sonnets from the Portuguese di Elizabeth Barrett Browning, oltre che per un debito simbolico nei confronti di una figura autorevole che mi ha accompagnato per tutto l’arco della vita, perché desideravo tradurla in modo più moderno, così da farla riscoprire ai lettori e alle lettrici di oggi, e soprattutto volevo tradurla da poeta a poeta. Anche un traduttore di professione che non scriva poesia può fare, naturalmente, un ottimo lavoro, ma di certo la traduzione, o ancor meglio la ri-creazione di un testo poetico da parte di chi scrive poesia si pone su un piano diverso, che potremmo definire «di parità», nel senso che esiste una minore soggezione rispetto al testo originale, con l’intenzione, direi rigorosa e quasi religiosa, di rendere poesia per poesia. Ciò non toglie, ovviamente, che anche chi traduce da poeta debba fondare il suo lavoro su alcune imprescindibili conoscenze teoriche rispetto alla traduzione. Non a caso, sempre nel saggio introduttivo, cito alcune tesi espresse da Walter Benjamin nel suo scritto Il compito del traduttore, elaborato mentre si apprestava a tradurre i Tableaux Parisiens di Baudelaire. Benjamin afferma, e io concordo pienamente, che tradurre poesia non è semplicemente compiere un’operazione comunicativa tra due lingue, ma “trovare quell’intenzione rispetto alla lingua di arrivo dove si ridesti l’eco dell’originale”, così che la lingua della traduzione possa dare voce non a un’intentio di restituzione, ma alla specifica intentio di senso, di armonia e di stile espressa nel testo da tradurre. Benjamin insiste ripetutamente sulla necessità del comunicare l’intenzione e lo stile dell’opera originale, prendendosi quelle necessarie libertà per restituire l’essenza altrimenti intraducibile di quella che chiama “la pura lingua della poesia”. È quello che ho cercato di fare con questa mia traduzione partendo da un accurato ascolto della pura lingua di E.B.B., cercando di ricrearne l’intenzione e lo stile tramite accortezze semantiche, linguistiche, stilistiche, ritmiche, di versificazione,e di ricreare un linguaggio moderno che, pur rispettando il registro elevato di Barrett, ne rendesse anche i processi innovativi e i numerosi accenti. È certo che in un lavoro di questo genere chi scrive abitualmente poesia può avere, di norma, una carta in più per cogliere, rispettare e ricreare quell’afflato unico e particolare di ogni testo poetico.

Perché Elizabeth Barrett Browning risulta così attuale da poter essere ripubblicata oggi?

R: Ci sono vari motivi per cui ritradurre e ripubblicare questi sonetti di Barrett si presentava come un’operazione editoriale attuale e necessaria. Per tornare alla già citata opera di Benjamin, egli afferma che ogni traduzione è momentanea e provvisoria, e che ogni opera di valore deve essere, quindi, ritradotta periodicamente. Tanto più se è un classico, aggiungo, – e i Sonnets from the Portuguese sono un grande classico della letteratura inglese – perché continui a interagire con le epoche, non solo rispetto alla lingua e al linguaggio, ma anche rispetto ai contenuti che propone. In questo caso, poi, il contenuto riguarda il discorso d’amore, un topos eterno e sempre attuale, che coinvolge in vario modo tutte le epoche, tutte le vite e tutte le generazioni. Dal mio punto di vista, era necessario ritradurre questo discorso d’amore con un linguaggio più moderno e meno aulico di quanto era stato fatto finora, per avvicinarlo alle giovani generazioni e a coloro che Virginia Woolf chiamava common readers – ossia lettori curiosi dei libri e della vita, variamente colti ma non di stampo accademico o specialistico – e questo proprio per essere fedeli al registro poetico di E.B.B., che è elevato, ma presenta anche numerosi accenti di quotidianità, intimità, divertimento, ironia. Si pensi a quanto può essere attuale per un/una adolescente, ad esempio, questo racconto in versi, sincero e autentico, di un amore felice che passa dallo stupore del primo manifestarsi alle incertezze, ai palpiti, alle certezze e al coronamento; un amore che per la poetessa arriva per la prima e inattesa volta, proprio come per chi è adolescente, ma forse sempre e per tutti perché in ogni nuovo amore si ridiventa, almeno all’inizio, adolescenti. E quanto sia importante, e per così dire educativo, cogliere il messaggio finale del Sonetto XLI: amare con passione e interezza, ma senza sacrificare la propria utterance, ossia il fine ultimo della propria vita e la sua piena realizzazione: Oh potessi in un’epoca futura/ centrare il senso pieno della vita, esprimerlo,/ mentre la vita passa, nell’amore che dura, auspica Barrett.

C’è poi una necessità simbolica legata alla cultura delle donne e al superamento del canone letterario tradizionale che rende attuale ritradurre e reinterpretare i Sonetti dal Portoghese, e anche la figura, la vita e l’intera produzione di Barrett: così come propone il mio saggio introduttivo, e come finora, almeno globalmente e con uno sguardo d’insieme, non era stato ancora fatto in Italia. Il filo rosso di questa interpretazione femminista e fuori da quel canone letterario che E.B.B. volle innovare e superare, è appunto l’affermazione della propria libertà e del proprio desiderio, sia in amore che in poesia, coniugando questo fine a una visione esistenziale, politica e della società che Elizabeth Barrett aveva ben chiara e che mai perse di vista.

Licia UGO RACOVAZ  Roma 14 febbraio 2021

Laura Ricci, scrittrice e traduttrice, ha pubblicato sia in prosa che in versi. Fa parte della Società Italiana delle Letterate e collabora con varie riviste e quotidiani, tra cui Letterate Magazine, Leggendaria, Il Ponte Rosso, Articolo 21. Per la biografia completa si rimanda a fondo libro. Con le edizioni LietoColle ha pubblicato le sillogi Voce alla notte (2006)  La strega poeta (2008) Dodecapoli (2010), dodici racconti che, attraverso le voci di dodici protagoniste femminili, tracciano un affresco dell’Italia del secondo Novecento. Con il volume Io sono una Rosa (LietoColle 2013) si è cimentata nella traduzione dal francese, dall’inglese  e dallo spagnolo di diciotto grandi poeti e poete che nei secoli hanno scritto della “rosa”. In occasione di EXPO MILANO 2015, è stata inserita tra i trenta poeti contemporanei del progetto “Percorsi di-vers”i, a cura della Casa della Poesia di Monza, del quale ha curato, insieme a Erika Pauli, anche la traduzione in inglese. Sempre nel 2015 ha pubblicato, con auto traduzione in inglese, il poema bilingue In viaggio. Grani di Saudade-Travelling. Beads of Saudade. (La vita Felice). La sua ultima silloge poetica Rose di pianto (la vita felice 2017) affronta il tema della violenza sull’inerme. Con le edizioni  Vita Activa ha curato la Guida sentimentale di Orvieto (2018) e ha pubblicato il saggio Sempre altrove fuggendo. Protagoniste di frontiera in Claudio Magris, Orhan Pamuk, Melania G. Mazzucco (2019).