Da Gagosian Roma. Il volto e lo sguardo. Dittici di Karin Kneffel (fino al 14 gennaio).

di Giulio de MARTINO

L’intensa e suggestiva esposizione dei dittici di Karin Kneffel (Marl, Germania, 1957) riempirà le sale di Gagosian a Roma fino al 14 gennaio 2023.

Sono grandi tele, dipinte ad olio, che si ispirano alle figure sacre del primo Rinascimento del Nord. Erano sculture antiche in legno policromo. Ora – dipinte senza veli e aureole, prive di simboli religiosi – diventano volti e primi piani, ingrandimenti uniti in coppia, di una donna e di un bambino che interrogano il visitatore con sguardi diversi.

Fig. 1 Karin Kneffel, Untitled, 2021, olio su tela, in 2 parti, ognuno: 120 × 100 cm (47 1/4 × 39 3/8 inches) © Karin Kneffel

Nella mostra “Face of a Woman, Head of a Child” Karin Kneffel – docente di pittura presso la Kunstakademie di Monaco e artista di rilievo dal 1984 – imposta la sua pittura partendo dalla fotografia e dalla storia dell’arte.

Per decenni ha fotografato le sculture lignee a scopo di studio: per indagare la diffusa devozione religiosa di fine Medioevo, in cui emergevano ideali umanistici e nuove sensibilità psicologiche.

Ora i volti della Madonna e del Bambino vengono estrapolati dal contesto sacrale e separati con il «taglio cesareo» della sintassi artistica. Ora la donna e il bambino sono uniti da una marcata somiglianza fisica, ma la distanza dei loro sguardi si è accentuata e i loro volti si orientano verso il mondo in modi diversi.

Fig. 2 Karin Kneffel, Untitled, 2021, olio su tela, 120 × 100 cm (47 1/4 × 39 3/8 inches) © Karin Kneffel

Sfocature e sfumature cromatiche allontanano lo sfondo e lasciano emergere il viso nella sua complessità e naturalezza. Il volto racconta una storia. Sulla tela, dalle simmetrie dell’intaglio emergono le irregolarità della materia. L’ingrandimento, da espediente tecnico, diventa attenzione analitica, espansione surreale e la fotografia passa la mano alla pittura.

La madre e il bambino vivono in mondi diversi, che si incontrano per tangenza e si rispecchiano l’uno nell’altro. Ma poi restano irreparabilmente distanti e distinti.

Fig. 3 Karin Kneffel, Untitled, 2021, olio su tela, 120 × 100 cm (47 1/4 × 39 3/8 inches) © Karin Kneffel

La mostra include anche dipinti provenienti da altri cicli dell’artista (le nature morte, la frutta, gli interni) prevalgono però le coppie di volti.

Tra questi, una coppia non evoca accostamenti ultraterreni e religiosi. Si tratta di una donna e di un bambino dei nostri giorni: una giovane madre con il figlio amici dell’artista. Rappresentano la Germania nuova antropologicamente: multietnica e multiculturale.

Fig. 4 Fig. 1 Karin Kneffel, Untitled, 2021, olio su tela, in 2 parti, ognuno: 120 × 100 cm (47 1/4 × 39 3/8 inches) © Karin Kneffel

L’elemento religioso della Sacra maternità viene annullato. Lo sguardo del bambino è indirizzato verso il mondo, e non più verso la madre. La sua domanda parla al padre. O a chi lo guarda. La madre rimane come archetipo nel tempo, ma la pittura è una domanda che non ha risposta.

Giulio de MARTINO  Roma  27 Novembre 2022

La mostra

KARIN KNEFFEL

Face of a Woman, Head of a Child

11 novembre 2022 – 14 gennaio 2023

Gagosian – Via Francesco Crispi 16, Roma

Toby Kidd

tkidd@gagosian.com +44 20 7495 1500

PCM Studio

Federica Farci federica@paolamanfredi.com

+39 342 05 15 787