Chiusa la mostra “Memento” di Rabarama, l’artista che ha inciso la pelle dei suoi personaggi

di Eleonora PERSICHETTI

Si è chiuso lo scorso 4 ottobre il vernissage a Roma dell’artista di fama internazionale

“Memento”: allo Stadio di Domiziano le opere di Rabarama

Con un percorso che va dall’inizio della sua ricerca artistica all’attuale momento creativo, Paola Epifani, in arte Rabarama, ha presentato allo Stadio di Domiziano un numero importante di sculture e tele, anche di grandi dimensioni, tra le più significative della sua produzione. Memento era il titolo della mostra, un imperativo ricco di solennità con cui ha volutamente accompagnato il pubblico indietro nel tempo.

Le opere in mostra nel sito archeologico sottostante Piazza Navona hanno effettivamente ricondotto il visitatore nel passato, ricordandogli le proprie radici per comprendere chi si è diventati adesso e poter così determinare il proprio futuro. Un percorso espositivo ideato e realizzato da Canova – società specializzata in art advisory, editoria d’arte, organizzazione e gestione di grandi mostre ed eventi culturali.

Rabarama è un’artista italiana nata nel 1969 e diplomata a pieni voti all’Accademia di Belle Arti a Venezia,  riconosciuta a livello internazionale, che può vantare esposizioni nelle più belle capitali mondiali dell’arte, quali Firenze, Parigi, Shanghai e Miami.

La sua arte è resa unica dal connubio di scultura classica, che ritrae l’essere umano in pose a volte riflessive, altre volte protese nello spazio circostante, con la peculiarità della pelle incisa e colorata. I simboli sono anch’essi un percorso di conoscenza e ricerca, che l’artista ha sviluppato lungo tutta la sua carriera: i puzzle, i nidi d’ape e le lettere si collegano alla genetica ed alla concezione dell’uomo come computer biologico, il cui percorso è già predestinato.

Con lo studio di antiche filosofie orientali, Rabarama individua la possibilità per ognuno di noi di scegliere il proprio cammino, che conduca all’autoconsapevolezza ed a una maggiore comprensione, oltre che di se stessi, anche dell’universo intorno a noi, con il quale ci relazioniamo in un continuo scambio di energie. Grazie a Canova, lo Stadio di Domiziano ed i suoi reperti vengono in contatto con l’arte contemporanea, instaurando un dialogo che va oltre il mero confronto tra queste due realtà; la bellezza ci unisce ed è capace di trasportarci attraverso i tempi, muovendo le nostre menti ed il nostro spirito ad una profonda riflessione. Le creature di Rabarama si calano all’interno di questi spazi quasi fossero “extraterrestri primordiali” suggerendo allo spettatore una continuità di dialogo fra passato e futuro, oltre lo spazio ed il tempo.

Eleonora PERSICHETTI    Roma ottobre 2018