Architettura e Poesia, convergenze e differenze di due arti (A proposito di un convegno alla San Luca).

di Franco LUCCICHENTI

All’Accademia di San Luca si terrà prossimamente un ciclo di incontri sul tema “Quando l’Architettura è Poesia”

(Cfr Quando l’Architettura è Poesia. Punti di vista sull’artisticità del progetto; primo incontro, venerdì 12 maggio 2023 alle 16:30. Accademia Nazionale di San Luca, Roma; intervengono Hans Ibelings, Michael Meredith, Paolo Portoghesi, Franco Purini, Pier Paolo Tamburelli; modera Valerio Paolo Mosco)

Argomento arduo e complesso. La poesia è “l’arte di produrre composizioni verbali in versi…” (Treccani). L’Architettura è, secondo me semplificando,  la DISCIPLINA che serve a organizzare e progettare lo spazio antropizzato. La poesia tramite la scrittura o la voce trasmette EMOZIONI che possono evocare passato, presente, futuro, interessa lo SPAZIO dell’essere l’Architettura lo SPAZIO del vivere.

Ecco una prima possibile connessione tra le due arti. Differente è la sostanza che le forma, la scrittura è inchiostro, l’altra è materia solida. Mi viene in mente un’altra possibile connessione, la Divina Commedia è una poetica rappresentazione dell’architettura trascendente che raffigura il progetto dantesco di mondi ulteriori.1 Poesia e progetto si miscelano  magicamente (fig. 1).

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Tornando a quanto scritto sopra i due tipi di informazione sono molto diversi: la scrittura si rivela tutta leggendo, l’edificio invece va osservato, esplorato, la percezione è più complessa e articolata definirlo opera d’ARTE è arduo, confronti con la poesia difficili.  Ad esempio il Colosseo che di poetico non sembra avere nulla, esprime una idea di solidità, mura che ospitano una  storia antica. E’ stato il più grande anfiteatro romano del mondo. Per secoli la geometria ellittica del contorno ha ospitato emozioni, giochi di morte, giochi di vita. Entrando la sera l’eco remota del passato può avvolgere come una membrana la mente del visitatore. Il Regno trascendente delle idee, della conoscenza, del tempo invisibile rafforza l’antica alleanza tra passato e presente. (fig.2)

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La POESIA forse può abitare questo spazio. L’erosione ineluttabile del tempo e della storia che si legge sulle mura, le arcate, le colonne, ricordandoci che il tempo non è amico della materia apre alla malinconia.

Un salto nel tempo, la Casa sulla Cascata di Wright 1939. Esempio straordinario di Architettura Organica, come scrisse Bruno Zevi:

” Si libra sopra una cascata tra le colline della Pensylvania incastrandosi alla formazione rocciosa”.  (fig. 3 )
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Il massimo della suggestione della natura, cascata nella foresta, coesiste con un INTRUSO MERAVIGLIOSO la casa di Wright.

Rocce, terrazzamenti, acqua che precipita, grandi vetrate, foresta impenetrabile, creano miscelandosi la MUSICA della vita. La musica può essere poesia. 1997 il Guggenheim di Bilbao (fig. 4) appare come una astratta scultura fatta di lamiere accartocciate,come in altre opere STRANE dell’epoca comunica un senso inquietante di instabilità, l’esterno dell’edificio sembra colto in un momento di TRASFORMAZIONE.

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Il passaggio dal tecnigrafo al computer ha permesso agli architetti di esplorare forme dinamiche complesse, geometrie non euclidee. Cosa custodisce lo strano edificio? A vista nessuno può dirlo, il rapporto tra spazio interno e forma esterna rimane oscuro e misterioso, in realtà contiene opere d’arte contemporanea.

Gehry ha inventato una opera d’arte che racchiude opere d’arte, progettando una SCULTURA che  appare svincolata dalla “scienza delle costruzioni” fa in modo che contenitore e contenuto abitino lo stesso piano culturale. La Scultura-Architettura può essere arte, poesia non lo so.

Franco LUCCICHENTI Architetto  Roma 7 Maggio 2023