Alla Biblioteca e Fototeca Giuliano Briganti prosegue la mostra “PaginEchaurren”

redazione

Biblioteca e Fototeca Giuliano Briganti

PaginEchaurren

9 dicembre 2019 – 5 marzo 2020

PaginEchaurren, mostra ospitata al Santa Maria della Scala di Siena nella Biblioteca e Fototeca Giuliano Briganti,  ponendosi in linea con l’indirizzo museale che promuove un dialogo fra valorizzazione del proprio patrimonio e l’esplorazione di linguaggi contemporanei e inserendosi nell’articolata tematica del ‘libro d’artista’, di recente approfondito nelle iniziative della biblioteca.

L’esposizione racchiude una selezione di opere di Pablo Echaurren, nato nel 1951 a Roma, città dove vive e lavora.

Sono oltre quaranta gli elaborati su carta presentati, scelti in un arco temporale che va dagli anni Settanta ad oggi, fra le microstorie degli esordi ad acquerello, china, inchiostro, affiancati da originali collage, e non ultima, da una selezione della sua vasta produzione come illustratore di copertine per riviste storiche e di racconti d’autore a fumetti, fino ai recenti libri di creazione.

La rassegna si apre con i lavori del giovanissimo Pablo, affermatosi con una pittura eseguita entro piccoli riquadri, disposti sequenzialmente, che risentono di molteplici informazioni culturali, filtrate dalle incisioni giapponesi di Hokusai, dal mondo dei cartoon, dai volumi scientifici di storia naturale. L’intento dell’artista non era certo quello di restituire disegni botanici o decorativi ma piuttosto rappresentazioni che sembrano confarsi a formule concettuali, a memorie personali, dove ogni tavola rappresentata, pur avendo un proprio senso compiuto, avrebbe dovuto originariamente confluire, in una raccolta unitaria.

Se fra i primi sostenitori di Echeurren, figurano l’artista Gianfranco Baruchello, il gallerista Arturo Schwarz, fra i primi studiosi che hanno segnalato il valore del suo operato, troviamo oltre ad Emilio Villa, Henry Martin, Achille Bonito Oliva, anche Giuliano Briganti, all’epoca docente di Storia dell’arte presso l’Università di Siena. Questi lascerà alcuni scritti sul promettente artista, di cui ricordiamo “Segnalati Bolaffi 1973” e una recensione su “La Repubblica”, del 27 febbraio 1976.

Aderenti alla formula compositiva dei “quadratini”, si rivelano in mostra varie copertine per la collana Il pane e le rose delle storiche Edizioni Savelli, per la cui veste editoriale, Pablo propone un modello estetico uniforme, innescando così quella «filosofia progettuale» (Aldo Colonetti, 2007), che ha caratterizzato la successiva l’editoria italiana. La prima e più celebrata resta la copertina di Porci con le ali (1976), singolare successo editoriale e cinematografico, seguita da quelle di Lucio Dalla (1977) e C’era una volta una gatta (1977). L’utilizzo delle microtavole lo si trova anche nelle opere di pittura, andando a scomparire alla fine degli anni Novanta, come si osserva in Il mondo alla rovescia (1991), contrassegnato da una evoluzione dei piccoli riquadri, ripresi però in un casellario non più dettato dal precedente ordine.

Nel corso degli anni Ottanta e Novanta l’attività grafica di Echaurren si intensifica attraverso la collaborazione con i maggiori periodici del settore, quali ‘Frigidaire’, ‘Comic art’, ‘Alter Alter’, ‘Linus’,’Frizzer’, ‘Il Grifo’ ecc., e con l’uscita di libri di narrativa d’autore a fumetti, incoraggiato dall’amico Vincenzo Mollica, giornalista e cultore di comic. Tra questi, nel percorso espositivo, uno sguardo più attento va indirizzato alle cosiddette “pitture parlanti” o “vite disegnate”, nelle quali intreccia arti come disegno, pittura, letteratura e poesia: Majakovskij sull’artista futurista, ovvero la prima biografia realizzata e pubblicata nel 1986, per la casa editrice Serraglio di Francesco De Gregori, al suo debutto editoriale; Nivola vola, sul mitico pilota automobilistico Tazio Nuvolari (1992); Vita disegnata di Dino Campana, sul poeta toscano dei Canti Orfici (1994).

Pablo Echaurren proporrà un nuovo genere di narrazione verbo-visiva, in cui le immagini a forti tinte, eseguite a china e acquerello steso à plat, non seguono le tipiche strutture delle strip, ma si succedono in tagli irregolari, con suddivisioni prismatiche “a scheggia”, in cui i particolari ripetuti, ingranditi, rivisti, sono protagonisti di una simultaneità dinamica di tempi e spazi, di rimembranza futurista. Da queste esperienze, Pablo trarrà ispirazione anche per altri volti della propria attività artistica e in particolar modo nella seconda serie dei collage, dove crea audaci e dissacranti accostamenti tra due grandi passioni: il movimento futurista e i moderni cartoon. In mostra a Siena Waltfuturismo del 1995, esposto in quello stesso anno, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, per le celebrazioni in ricordo della scomparsa di Marinetti. Del resto, proprio del materiale a stampa di questa avanguardia storica, Pablo Echaurren e sua moglie Claudia Salaris sono divenuti, tra i massimi collezionisti mondiali.

Spirito di ricerca e implacabile attività, sono alla base della brillante professione di questo artista, non ascrivibile ad una precisa categorizzazione, dalla personalità poliedrica e anticonformista, divenuto per molti un imprescindibile modello generazionale. Definito dalla critica un “genio eclettico”, l’artista si caratterizza attraverso pittura, illustrazione, graphic novel, collage, ceramica, stoffe, gioielli, video, musica, scrittura di libri, in un concetto di arte sentita come “virale”.

La peculiarità di Echaurren risiede proprio nella costante riflessione ed evoluzione del proprio linguaggio espressivo, con sviluppi di inesauribile vitalità, che applica indistintamente anche quando si tratta di realizzare orologi Swatch, francobolli, manifesti pubblicitari, singolari segnalibri, intarsi in panno o lavori in ceramica, disciplina egregiamente applicata anche quando diviene la copertina del poema Quetzalcòatl (1999) di Ernesto Cardenal, scrittore nicaraguese, candidato al Premio Nobel per la Letteratura nel 2005.

A conclusione della mostra è possibile inoltre ammirare La Costituzione fa scuola. Il viaggio di Pablo Echaurren (2011), quattordici tavole con disegni simbolici in tricolore, relative ad altrettanti articoli costituzionali, già protagonista di una grande mostra al Quirinale, per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Mentre fra i vari libri da lui scritti, non potevano mancare il romanzo poliziesco ambientato nella città del Palio, Terra di Siena (2007) e l’ultimo lavoro dato alle stampe Duchamp polituque (2019).

Biografia dell’artista

Pablo Echaurren (Roma,1951) frequenta l’ultimo anno di liceo classico quando, attraverso Gianfranco Baruchello, entra in contatto con il critico e gallerista milanese Arturo Schwarz, patron del dadasurrealismo in Italia. Intorno al 1970 ha già messo a punto una propria cifra stilistica, realizzando i primi “quadratini”, acquerelli e smalti di piccole dimensioni. Tra il 1973 e il 1975 espone a Basilea, Philadelphia, Zurigo, Berlino, New York, Bruxelles e nel 1975 alla Biennale di Parigi. Nel 1976 utilizza la formula dei “quadratini” per l’immagine di copertina dei volumi della casa editrice Savelli di cui Porci con le ali resta una sorta di icona generazionale. In breve decide che è giunto il momento di abbandonare il ruolo di “artista” e partecipa all’esperienza dei cosiddetti “indiani metropolitani”, la corrente ironica e creativa del movimento di contestazione sorto nel 1977. Oggi il materiale di Echaurren connesso con l’esperienza degli “indiani” è raccolto presso la Beinecke Library dell’Univeristà di Yale. Dagli anni ’80 la sua produzione si distingue sempre più per una contaminazione di alto e basso, di arte pura e arte applicata, nella convinzione che non vi siano confini tra generi espressivi.

Le ultime mostre personali sono state tutte allestite in spazi pubblici e museali: Chiostro del Bramante (Roma 2004), Magazzini del Sale (Siena 2008), Auditorium Parco della musica (Roma 2006 e 2009), MACRO (Roma 2011), Palazzo Cipolla-Museo Fondazione Roma (Roma 2010-2011), MAR (Ravenna 2011), Fondazione Querini Stampalia (Venezia 2013), Estorick Collection (Londra 2014), Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea (Roma 2015-2016), Museo Nacional de Bellas Artes MNBA (Santiago de Chile 2016), Museo de Arte Contemporáneo MAC (Santiago de Chile 2016), Scala Contarini del Bovolo (Venezia 2017), Museo in Trastevere (Roma 2017), Palazzo Platamone (Catania 2017), MART (Rovereto 2019).

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Salvatore La Spina
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