A Napoli “Le montagne incantate” di Anselm Kiefer (Galleria Lia Rumma, fino al 29 Aprile).

di Giulio de MARTINO

Le montagne incantate di Anselm Kiefer, in mostra da Lia Rumma

Fino al 29 aprile 2023, alla Galleria Lia Rumma di Napoli, poco lontano da piazza Vittoria e dal mare, si può vedere la mostra personale di Anselm Kiefer: “Voglio vedere le mie montagne – für Giovanni Segantini.

L’artista tedesco (Donaueschingen, 1945) ha deciso di esporre le sue grandi tele – alcune principiate decenni addietro – in un luogo quanto mai remoto, sia geograficamente che culturalmente, dal loro contenuto, una «non/location» che ha la funzione di esaltarne il valore assolutamente simbolico.

Le opere riportano, graffiate in alto, le ultime parole pronunciate dal pittore trentino Giovanni Segantini (Arco, 15 gennaio 1858 – monte Schafberg, 28 settembre 1899). La raffigurazione della natura e la morte prematura di Segantini, all’età di 41 anni, colpito da un attacco di peritonite mentre effettuava gli ultimi ritocchi all’opera “La Natura”, parte centrale del «trittico delle Alpi», sono il sottotesto della narrazione pittorica di Kiefer[1].

Fig. 1 Anselm Kiefer, “Voglio vedere le mie montagne – für Giovanni Segantini”, 1989 Emulsion, Oil, Acrylic, shellac, sediment of Electrolysis and charcoal on canvas, 170×240 cm © Lia Rumma

Il riattraversamento di opere di Segantini, di Oskar Kokoschka (Die Windsbraut, La sposa del vento) e di Joseph Beuys, si accompagna, per Kiefer, alla ricerca materica e cromatica.  Emulsioni, colori, impasti chimici, in marcato rilievo, trasformano la superficie della tela in crateri, valloni e precipizi di terreni e rocce  di montagna. Una pittura che si vede con il tatto oltre che con gli occhi. La bidimensionalità delle tele si avvicina alla tridimensionalità scultorea mettendosi sulle tracce della superficie parlante del Pianeta.

Si tratta di un approdo, non infrequente nella pittura contemporanea, che tende a trasfigurare la forma pittorica nell’amorfo naturale e a ricostruire i colori della natura con rugosità e increspature di materiali plastici misti. Kiefer vi aggiunge i suoi sentimenti epici e lirici.

Fig. 2 Anselm Kiefer, “Ohne Titel”, 2014-2021, Emulsion, Oil, Acrylic, shellac, sediment of Electrolysis and charcoal on canvas, 190×280 cm © Lia Rumma

Segantini viene – da alcuni anni – considerato un grande innovatore della pittura naturalistica e un rappresentante tra i più importanti del simbolismo di fine ‘800.

La sensibilità ecologista, fortemente presente nei luoghi di confine della società europea, ha riscoperto le fasi della sua vita, poste a quote sempre più alte – Arco in Alto Adige, Milano, Brianza (tra Milano e il lago di Como), Savognin nell’Oberhalbstein, Maloja in Engadina, lo Schafberg sopra Pontresina – come le tappe di un viaggio iniziatico e anche fantascientifico[2].

Kiefer interpreta le montagne come metafora dell’atto creativo, materia in continua trasformazione, luogo di visione ma anche di allontanamento. Cime da raggiungere, ma anche sguardo dall’abisso e sull’abisso.

Fig. 3 Anselm Kiefer, “Voglio vedere le mie montagne – für Giovanni Segantini”, 1988-2000,Emulsion, Oil, Acrylic, shellac, sediment of Electrolysis and charcoal on canvas, 190×280 cm © Lia Rumma

Se si guardano i dipinti di Kiefer avendo in mente Der Zauberberg di Thomas Mann l’«action panting» di Kiefer, ma anche la sua «sehnsucht», si sublimano nell’immaginazione. Come per il giovane Hans Castorp, l’esistenza si viene a trovare di fronte al suo specchio. Passa attraverso la malattia l’amore, il calcolo, la gioia, il pessimismo, fino a perdersi nella guerra. La montagna risanatrice accompagna verso un precario equilibrio. Risponde con il vuoto al richiamo del pieno.

Fig. 4 Anselm Kiefer, “Voglio vedere le mie montagne – für Giovanni Segantini”, 2009-2022, Emulsion, Oil, Acrylic, shellac, sediment of Electrolysis and charcoal on canvas, 280×380 cm © Lia Rumma

Quella di Kiefer è pittura di paesaggio. Un paesaggio romantico, certamente non neoclassico. Un paesaggio che assorbe e cancella il viaggiatore. Se il mare conosce quiete e tempesta, la montagna è sempre inquietante e squilibrante. L’arte di Kiefer non si ferma, però, al paesaggio, come non si ferma all’800.

La società occidentale non si è posta in contemplazione davanti alle montagne – il Tirolo non è il Tibet – e ha conquistato lo spazio esterno. Così l’arte di Kiefer porta il visitatore nel fuoricampo della visione dell’alto dall’alto. 

Fig. 5 Anselm Kiefer, “Voglio vedere le mie montagne – für Giovanni Segantini”, 2010-2021, Emulsion, Oil, Acrylic, shellac, sediment of Electrolysis and charcoal on canvas, 190×280 cm © Lia Rumma

Giulio de MARTINO  Napoli 26 Febbraio 2023

NOTE

[1] Francesco Fei, “Segantini. Ritorno alla natura”, con Gioconda Segantini, Annie-Paule Quinsac, Franco Marrocco, Romano Turrini e con la partecipazione speciale di Filippo Timi, Prodotto da Apnea Film e Diaviva, 2016.
[2] René Daumal, Il monte analogo, 1944, ed. 1952, Adelphi, 1991.

LA MOSTRA

Anselm Kiefer

Voglio vedere le mie montagne – für Giovanni Segantini.

Galleria lia rumma.  napoli@liarumma.com NAPOLI  – Via Vannella Gaetani, 12

Fino al 29.04.2023; dal martedì al sabato dalle 11:00 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 19:00.

T +39.081.19812354 ; F +39.081.19812406