A Cremona l’Informale rivisitato di Anna Di Fusco; dal 15 ottobre alla Galleria di Palazzo Fodri le opere dell’artista

redazione

E’ un’avventura nata quasi per caso questa di Anna Di Fusco, artista molisana ma romana d’adozione che ha introiettato e fatte proprie le esperienze vissute in anni di lavoro nell’Alitalia, quando, facendo scalo in ogni parte del mondo, non mancava di fermarsi per ore nei Musei, nelle Gallerie d’arte e in genere negli spazi che esponevano opere dei Grandi Maestri del contemporaneo. L’osservazione, l’esperienza del volo, una evidente capacità di assorbire l’estetica dell’opera e farne tesoro sono alla base della sua formazione di autodidatta. Ma l’amore per l’arte, la capacità di acquisire informazioni e immagini e alla fine la volontà di misurare se stessi nell’approccio con tela e pennelli non bastano a delineare la figura di un artista. Occorre altro; occorre una qualche predisposizione magari latente che presto o tardi s’insinua nella mente come idea del fare, del fare pittorico. Ed ecco che il testo allora spunta e si fa spazio nell’immagine, ed accade così che il figurale si sostituisce al verbale ovvero, per meglio dire, lo sostanzia e diviene rappresentazione visiva.

Anna Di Fusco, 2020

Il percorso artistico di Anna DI Fusco possiamo succintamente raccontarlo così, come una sorta di evoluzione, di “rivoluzione esperienziale” -come notava a suo tempo Stephen Kern in altro contesto- che si traduce nel nostro caso in una ricerca di autenticità dentro un percorso artistico che si è evoluto nel breve corso di pochi anni, arrivando ad una produzione che possiamo inserire nella logica dell’informale, vissuto però, potremmo dire, in modo del tutto personalizzato, all’interno di una sistematica ricerca di unicità, in prove sensibili tanto quanto consapevoli.

Anna Di Fusco, 2020

I saggi di studiosi e critici come Claudio Strinati, Giusy Emiliano, Anna Barricelli, inseriti nel catalogo curato da chi scrive, tratteggiano con molta efficacia e in maniera assai più articolata questa breve disamina che non riassume se non a larghi tratti la figura e l’opera dell’artista. Sarà poi come sempre il pubblico, com’è giusto che sia, a giudicare se e quanto questa mostra avrà saputo cogliere nel segno, proiettando il cammino e il linguaggio artistico di Anna Di Fusco ai  livelli che la qualità e l’originalità delle sue opere a nostro parere meritano.

P d L  Roma 10 ottobre 2021

Nota di Pietro Quattriglia Venneri

E’ un grandissimo piacere poter ospitare negli spazi della mia galleria questo ulteriore capitolo della saga artistica di Anna Di Fusco, pittrice scoperta grazie alla preziosa segnalazione di chi cura questa mostra. Si ha un accordo epidermico ed immediato con le sue creazioni che oltre le citazioni legate al dripping americano conducono verso un orizzonte di assoluta calma, di pace intima ed estremamente meditativa anche laddove la pennellata si fa meno rassicurante e più prorompente, accompagnata da colori di grande incisività. L’allestimento è stato concepito dal Prof. Pietro di Loreto, che ringrazio personalmente, cercando un dialogo con la struttura quattrocentesca di Palazzo Fodri e soprattutto con gli affreschi degli interni. Quello di Anna è sicuramente un nuovo modo di concepire la pittura informale.

It’s a great pleasure to be able to host in my gallery this further chapter in the artistic saga of Anna Di Fusco, a painter discovered thanks to the precious recommendation of the curator of this exhibition.
There is an epidermic and immediate agreement with her creations which, beyond the citations linked to American dripping, lead to a horizon of absolute calm, intimate peace and extremely meditative even where the brushstroke becomes less reassuring and more bursting, accompanied by colours of great incisiveness.
The installation was conceived by Prof. Pietro di Loreto, whom I would like to thank personally, seeking a dialogue with the fifteenth-century structure of Palazzo Fodri and especially with the frescoes inside.
Anna’s is certainly a new way of conceiving informal painting.

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