8 Marzo, l’origine “taroccata” della Festa delle Donne

di Carla GUIDI  Giornalista, scrittrice

Chi dice donna, dice danno … subìto

Ogni volta che arriva l’otto marzo per me è come un risveglio da un torpore; ho scritto infatti diverse volte articoli polemici su l’origine taroccata della ricorrenza della festa delle donne sul Paese delle donne, Daily Green ed Abitare a Roma. Uno per tutti quello su Malacoda del 2018 dal significativo titolo Lotto o lutto? https://malacoda3.webnode.it/lotto-o-lutto/ dal quale cito – …

continuo a notare “persone insospettabili”, culturalmente ed ideologicamente, continuare a identificare la festa della donna con uno o più eventi luttuosi, che oggi si chiamerebbero fake news, se avessero le caratteristiche della rapidità percettiva, e non quelle della rigidità permanente, perpetua, fossilizzata … essendo state diffuse addirittura all’inizio del ‘900 e tutt’ora ripetute. Si può informarsi ed aggiornarsi leggendo semplicemente su wikipedia – Giornata_internazionale_della_donna …

Aggiungo una nota personale, l’8 marzo è il mio compleanno, sono nata nel 1950, e ricordo bene da bambina l’orgoglio nel sapere che era stata istituita una giornata in onore delle donne, ma anche lo spegnimento del medesimo quando seppi che era una giornata di lutto. Ebbene il lutto “menzognero” è arrivato con gli interessi ed anche il danno, nonostante l’emancipazione portata dalle due ondate del femminismo sempre più disobbligato dal monopolio della religione e da un sociale patriarcale. Tengo anche a dire infine che le donne stanno reagendo e sul lutto prevale il “lotto”.

Segnalo quindi una mostra dal significativo titolo Il fazzoletto di Desdemona, installazione di Emanuela Mastria a cura di Michela Becchis – visitabile all’interno della rassegna Opera 00|20 nel Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana a cura di Paola Paesano – si inaugura l’8 marzo e dura fino al 21 aprile 2021.

1 Il fazzoletto di Desdemona Copertina
2 Emanuela Mastria fotografia di Gerald Bruneau

L’installazione, composta da cento elementi scultorei fluttuanti di porcellana bianca, mostra una particolare lavorazione ricavata dall’impressione a freddo di merletti e ricami, bianco su bianco, o con piccole tracce rosso acceso, comprese le iniziali della persona a cui è dedicato ogni singolo fazzoletto.

Se osservate in controluce, le tracce lasciata dai merletti sulla superficie della porcellana, restituiscono un effetto visivo analogo alla filigrana della carta, come fossero fogli, lettere mai scritte in un linguaggio criptico, dalle donne tacitate per sempre dalla storia. Ma non lasciamoci ingannare dall’eleganza e dalla leggerezza. Il materiale è tagliente e macchiato di sangue.

Carla GUIDI  Roma 7 marzo 2021