Villa Mondragone a Frascati; una storia di architettura, pittura, potere e scienza.

di Francesco  MONTUORI

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 M.Martini e F. Montuori

VILLE  TUSCOLANE

LA  VILLA  MONDRAGONE   A  FRASCATI

Quando il cardinale di origine austriaca Marco Sittico Altemps, nipote di Pio IV, fu eletto cardinale diacono con il titolo dei Santi Apostoli volle acquistare la Villa Tuscolana, detta La Rufinella, presso Frascati (fig.1).

Fig. 1 La Villa Tuscolana (Istituto regionale Ville Tuscolane)

Il cardinale fece ristrutturare la Villa sotto la direzione del Vignola; questi utilizzò , come per le altre costruzioni del comprensorio tuscolano, una pietra tufacea denominata “sperone del Tuscolo” assai nota per le sue caratteristiche di compattezza e lavorabilità, qualità che favorì il suo impiego per le rifiniture e le decorazioni.

L’entusiasmo per la vita in villa convinse il cardinale alla costruzione di una nuova imponente dimora, la Villa di Mondragone (fig.2).

Fig. 2 Villa Mondragone in una stampa di Matteo Greuter

Il nuovo Palazzo sorse sulle rovine di una villa romana del II sec. d.C. abitata probabilmente dai due consoli romani, Candiano e Massimo, esponenti della gens Quintili.

Tra il 1573 e il 1577 il sito fu ricostruito su progetto di Martino Longhi il Vecchio perché il cardinale potesse degnamente ospitare, nel periodo estivo, papa Gregorio XIII Boncompagni. La villa trae il nome dal Mons Dragonis, il Monte del Drago in onore del drago alato Boncompagni, campeggiante nello stemma papale. In seguito il possesso di Mondragone fu ampliato con le tenute di Montecompatri e Monteporzio così da formare un vasto complesso di proprietà del cardinale Altemps, il cosidetto Status tusculanus.

Si perviene al Palazzo tramite un lungo viale alberato; l’edificio, un volume imponente accentuato dal forte dislivello,  compare al termine di un viale rettilineo piantato a cipressi. La Villa Mondragone, come il complesso delle altre ville Tuscolane, domina dall’alto il territorio dei Castelli Romani verso la pianura e Roma (fig.3).

Fig. 3 Villa Mondragone (da Aroundromae.it)

Il nuovo Palazzo iniziato da Martino Longhi corrispondeva all’attuale corpo centrale sviluppato intorno ad un grande salone a doppia altezza detto Salone degli Svizzeri; presenta un fronte verso valle chiuso da una solenne facciata, caratterizzato da una loggia segreta a tre archi sovrastante l’ingresso porticato, delimitato da due torrette, opera di Flaminio Ponzio e riservato esclusivamente al papa (fig.4);

Fig. 4  La facciata principale della Villa Mondragone ( da Aroudromae.it)
Fig. 5 La facciata posteriore verso i giardini

posteriormente, verso il giardino, il sistema di logge si amplia a cinque arcate con due avancorpi belvedere (fig.5).

Sul lato destro del nuovo Palazzo Martino Longhi costruì anche un palazzetto detto “La Retirata di Mondragone” destinato al figlio undicenne di Altemps, in occasione delle sue nozze con la quattordicenne Cornelia Orsini.

I soffitti delle tre stanze del piano superiore del Palazzo conservano ancora una spiritosa decorazione con grottesche e storie dell’Orlando Furioso, realizzata per i due sposi bambini (fig.6). In seguito il cardinale allestì nella Retirata la sua personale Galleria di dipinti.

Fig. 6 Anonimi. Storie dell’Orlando Furioso, fine XVI secolo. Affreschi della “Retirata”.

La Villa Mondragone fu dotata di tutte le camere e i servizi per accogliere al completo la corte pontificia e quella del cardinale nei suoi tre edifici: La Villa Tuscolana, il Palazzo costruito da Martino Longhi e la Retirata. Al tempo degli Altemps nel salone si accedeva da porte in cuoio dorato, argentato e rosso: nelle tre camere del papa erano rivestimenti in cuoio da parete, i cosidetti corami, dorati ed argentati, rossi e verdi. Fu qui, nella Salone degli Svizzeri, che Gregorio XIII promulgò la celebre bolla papale Inter gravissimas con cui si diede avvio alla riforma del calendario gregoriano, ancor oggi in uso.

Fig. 7 Il Portale delle Armi

Una nuova fase dei lavori di ristrutturazione e di ampliamento seguì all’acquisto di Mondragone nel 1613 da parte del nipote di papa Paolo V, il cardinale Scipione Borghese. Scipione aveva già acquistato la villa del cardinale Tommaso Galli e la Villa Grazioli dal cardinale Ottavio Acquaviva; si venne a formare così il più straordinario complesso di edifici destinati alla villeggiatura di Paolo V. Un nuovo accesso al complesso, il Portale delle Armi attribuito a Girolamo Rainaldi, fu voluto da Scipione Borghese: un grande arco bugnato delimitato da massicci pilastri di pietra sperone conclusi da timpani curvilinei, chiuso da un attico che reca lo stemma pontificio nel fronte verso l’esterno e quello cardinalizio sulla facciata interna (fig.7).

Fig. 8 Planimetria della Villa Mondragone, la Corte interna e il Giardino della Girandola

Per  riunificare i corpi di fabbrica esistenti furono aggiunti alla facciata settentrionale due ali di edifici che permisero di raccordare il Palazzo cinquecentesco alla “Retirata” per mezzo di una galleria mentre, sul lato opposto al Casino, fu realizzato un lungo muro che limitava il fianco del nuovo Giardino segreto. Si costituì così un grande quadrilatero in cui il Palazzo di Martino Longhi mantenne una funzione centrale, un unico grandioso edificio che definiva un cortile interno degno di una reggia (fig.8). Nel Palazzo il papa Paolo V Borghese aggiunse opere di Raffaello, degli Zuccari, del Domenichino, del Lanfranco e di Guido Reni.

Sul lato opposto al corridore l’architetto di fiducia di Scipione Borghese, Jan Van Santen detto il Vasanzio, ampliò il piazzale del Belvedere ornandolo con la fontana dei Draghi e realizzando un secondo giardino segreto, detto Giardino della Girandola (fig.9),

Fig. 9 Il Giardino della Girandola (da Laboutiquedelfiore.net)
Fig.10 Il Portico del Vasanzio

scandito da aiuole regolari, chiuso sul lato nord da un portico dello stesso Vasanzio (fig.10) e dal lato opposto da un ninfeo in forma di emiciclo: un Teatro dell’Acqua, abbellito, a suo tempo, di antichità romane e della Fontana della Girandola, ricca di giochi d’acqua e piacevole passatempo dell’aristocrazia nobiliare romana.

Con la costruzione del portico del Vasanzio, del Giardino della Girandola e con il grande Teatro d’acqua, Villa Mondragone si sviluppò su due assi simmetrici e paralleli; il primo comprendeva il piazzale di ingresso a semicerchio, il cortile, il Palazzo costruito dagli Altemps, la Sala delle Cariatidi; il secondo costituito dal Giardino Segreto verso valle, dal Portico del Vasanzio, dal giardino della Girandola e dal Teatro d’Acqua.

Dal Portico del Vasanzio ci si affacciava sul panorama e si godeva dei giochi d’acqua, del giardino, dei fiori:Nel giardino si rifugia il papa Paolo quando depone il peso del mondo che porta.” Una stampa del Falda (fig.11) illustra il giardino visto dal portico del Vasanzio, lo scenografico fondale aperto alla vista dei pochi eletti fra papi e cardinali che prendono il fresco nella loggia.

Fig.11 Il giardino della Girandola in un disegno di G.B.Falda (The Metropolitan Museum of Art)

La Villa di Scipione Borghese in territorio tuscolano era senza dubbio la più grande villa romana in epoca barocca; le dimensioni dei suoi tre edifici, il Casino, il palazzetto della Retirata, il portico del Vasanzio, superavano, per le dimensioni delle costruzioni quelle della Villa d’Este a Tivoli e della Villa Aldobrandini a Frascati.

Fig.12 Il cardinale Scipione Borghese ritratto da G.L.Bernini
Fig.13 Raffaello Sanzio. La Deposizione (Roma, Galleria Borghese)

Alla scomparsa di Paolo V nel 1613, Mondragone era ancora nel suo massimo splendore; cosi il cardinal nepote Scipione godè della villa ancora a lungo (fig.12). Egli fu un esperto e accanito collezionista di antichità cristiane e classiche; possedeva opere d’arte di grandi artisti: Raffaello, Caravaggio, Tiziano, Domenichino. Nel 1607 il papa Paolo V aveva fatto assegnare a Scipione 107 dipinti confiscati al Cavalier d’Arpino; per motu proprio papale gli fu assegnata anche la Deposizione di Raffaello (fig.13), trafugandola dalla cappella Baglioni della chiesa di san Francesco a Perugia.

Quando nel 1891 la collezione dei dipinti, a lungo conservata nel Palazzo Borghese di Ripetta confluirà nel Palazzo Borghese, eretto in città fra Porta Flaminia e Porta Pinciana dall’architetto Flaminio Ponzio nel 1606 (fig.14), si formerà una collezione d’arte tra le più importanti del mondo.

Fig.14 Johann Wilhelm Baur, La Galleria Borghese

La Villa Mondragone diventerà nell’ottocento la residenza prediletta della famiglia napoleonica allorché Paolina Bonaparte sposò il principe Camillo Borghese; in seguito nel 1896 la Villa fu venduta ai gesuiti che ne fecero un celebre collegio destinato alla formazione dei figli della nobiltà e dell’alta borghesia italiana.

Fig.15 Cappella di San Gregorio. Episodi della vita di San Gregorio

Nel 1929 l’architetto Clemente Busiri Vici progettò e diresse lavori di ampliamento e ristrutturazione interni, realizzando anche la cosidetta “galleria nuova” che in seguito prese nome di Galleria Gregorio XIII.

La cappella dedicata a san Gregorio Magno in onore del pontefice Boncompagni, si presenta riccamente ornata da grottesche e affreschi raffiguranti un’Adorazione dei pastori posta alle spalle dell’altare (fig.15) e dai Quattro evangelisti entro un tondo sul soffitto, opere ascrivibili ad artisti della cerchia del Cavalier d’Arpino; la Sala delle Cariatidi deve il suo nome alle figure femminili che decorano le due fontane cinquecentesche poste ai lati brevi dell’ambiente (fig.16); la Sala Rossa venne anch’essa decorata dalle allegorie delle quattro stagioni per volere di Scipione Borghese (fig.17).

Dopo gli splendori della prima metà del secolo la grande fabbrica decadde progressivamente. Il terremoto del 1806 ne accelerò la rovina da cui fu parzialmente riscattata grazie ai restauri promossi da Marcantonio Borghese intorno al 1850.

La compatta volumetria dell’edificio tuscolano isolato nei colli di Frascati favorì straordinari esperimenti scientifici; fu nella Villa di Mondragone che Galileo Galilei diede una dimostrazione dell’utilità del suo cannocchiale; sempre a Mondragone Guglielmo Marconi effettuò alcuni importanti esperimenti di radiocomunicazione; infine il Dipartimento di Fisica installò nel 2011 nella biblioteca della grande Villa un Pendolo di Foucault, il più alto dell’Italia centrale.

Oggi la Villa Mondragone è sede dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata; degli ambienti decorati rimangono oltre la Retirata, due cappelle, la Sala delle Cariatidi e la Sala Rossa.

Francesco MONTUORI  Roma  3 ottobre 2021