Via Lucis – Via Crucis; le stazioni della Passione scolpite dagli studenti (alla Basilica dei Ss. Ambrogio e Carlo al Corso)

redazione

Via Lucis. Il Cammino con il Risorto

“Il corpo umano è impastato di terra e di cielo” (Cardinale Carlo Maria Martini)

Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso. Inaugurazione sabato 5 maggio ore 10.30 (fino al 3 giugno)

Arciconfraternita dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso. Liceo Artistico Statale “Via di Ripetta” (classe III E corso di figurativo)

Le opere degli studenti trovano ispirazione nello studio del Maestro Giovanni Dragoni e realizzano un percorso tutto personale per rappresentare l’indissolubile tensione tra visibile ed invisibile, tra terra e cielo, tra morte e vita.

I STAZIONE – GESÙ RISORGE DA MORTE

1 Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». 4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.” (Mc 16, 1-4)

Il bassorilievo rappresenta le fatiche del Cristo risorto, che vince la morte e si rimpossessa del suo corpo. Il Risorto si manifesta come una presenza reale.

L’atto di rinascita è gioioso, ma allo stesso tempo è tragico, è come il travaglio di un parto, che coinvolge tutta la creazione (cfr Rm 8, 22-23). Questo sforzo è un’esplosione di energia d’amore ed è raffigurato dai raggi di luce dell’aureola, che rappresentano la sua divinità.

II STAZIONE – I DISCEPOLI TROVANO IL SEPOLCRO VUOTO

2  Le donne trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante (…) che dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. (…) 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. (…)  12Pietro si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.. (Lc 24, 5-10)

Nella seconda stazione si narra di Maria Maddalena e delle donne che, per prime, trovano il sepolcro vuoto lo comunicano ai discepoli, che, a loro volta accorrono al sepolcro per constatare di persona quanto avvenuto. Tutti sono colmi di stupore: è un miracolo troppo grande, che supera la loro comprensione.

Nella nostra opera abbiamo rappresentato lo Spirito Santo sotto forma di colomba, che tiene nel becco il sudario di Gesù, trasformato da simbolo di morte a simbolo della  sua rinascita. Il telo fuoriesce dal sepolcro aperto, non può essere contenuto sottoterra, viene alla luce per rappresentare che la nuova vita e il valore sacro che essa possiede non possono restare imprigionati.

L’opera è IN COTTURA (una colomba che tiene nel becco per un lembo il lenzuolo e lo tira fuori dal sepolcro)

 

III STAZIONE – IL RISORTO SI MANIFESTA ALLA MADDALENA

Maria invece stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. (…) Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”.

Gesù le disse: “Maria!”. Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbunì!”, che significa: Maestro!” (cfr Gv 20, 11-18)

Questa stazione rappresenta l’incontro tra il Cristo risorto e la Maddalena. Dopo che i due discepoli, Pietro e Giovanni, se ne sono andati, Maria Maddalena rimane sconvolta e in lacrime di fronte alla tomba vuota: è in questo momento che Gesù le si mostra e si fa riconoscere, chiamandola per nome.

Gesù sta ritto in piedi, di fronte a lui la Maddalena, sullo sfondo un angelo stende su di loro le ali, rappresentazione plastica del dialogo che avviene tra il Maestro e la sua discepola. In basso il sepolcro vuoto, a testimonianza che non si tratta di un sogno.

IV STAZIONE – IL RISORTO SULLA STRADA DI EMMAUS

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.” (Lc 24, 13-16)

Nell’opera le due figure rappresentate sono come attratte da un fascio di luce. Essi non lo sanno, ma lo sconosciuto che si unisce a loro lungo il cammino altri non è che il loro Maestro, che si ora si manifesta dopo la sua morte, vivo, portando loro di nuovo conforto e, passo dopo passo, anche la rinascita della loro fede.

V STAZIONE – IL RISORTO SI MANIFESTA ALLO SPEZZARE DEL PANE

28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero.” (Lc 24, 28-30)

Gesù è finalmente risorto. Egli si materializza a due dei suoi discepoli a prova della sua risurrezione. Si ferma insieme con loro in un’osteria, prende il pane e lo spezza in maniera equa, così che tutti possano mangiarne.

Il bassorilievo in creta mostra appunto questo momento: Gesù è al centro della scena, ai lati i profili dei due discepoli che osservano Gesù mentre spezza il pane. I loro volti non sono caratterizzati, perché potrebbero essere ciascuno di noi.

VI STAZIONE – IL RISORTO SI MANIFESTA VIVO AI DISCEPOLI

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.

Ma egli disse: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho”. Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.

Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: “Avete qui qualche cosa da mangiare?”. Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. (Lc 24,36- 43)

Gesù torna dagli apostoli, ma loro increduli pensano sia un sogno, perché l’ultima volta che lo avevano visto era crocifisso. Egli dimostra di essere risorto mostrando le stigmate, le ferite provocate dalla crocifissione. Dopo aver dimostrato la sua resurrezione, Gesù chiede del cibo e gli apostoli, pieni di meraviglia, gli offrono del pesce.

Il nostro obiettivo è stato quello di mettere in risalto il personaggio principale, per suscitare dapprima interesse e curiosità e quindi spingere l’osservatore a immedesimarsi nello stupore degli apostoli, per soffermarsi poi sul significato profondo della scena.

VII STAZIONE – IL RISORTO DÀ IL POTERE DI RIMETTERE I PECCATI

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. (Gv 20,19-23)

Gesù si presenta agli apostoli dopo la sua morte. Mostra le sue stimate ed esordisce con “SHALOM!” “PACE!”

Gesù si fonde con la propria Parola, come è raffigurato in quest’opera, in cui il suo corpo sorge dal libro della Scrittura. Gesù è circondato da 11 sfere, che raffigurano gli 11 apostoli, a cui Egli affida il compito di predicarlo in tutto il mondo. A loro dona anche il potere di trasmettere il suo perdono/amore, che è la forza che muove l’universo: “L’amor che move il sole e l’altre stelle” (Paradiso XXXIII,145)

VIII STAZIONE – IL RISORTO CONFERMA LA FEDE DI TOMMASO

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò”. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Poi disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!”.
Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati Quelli che pur non avendo visto crederanno!” (Gv 20,11-18)

In questa scena sono rappresentate due mani: una appartiene a San Tommaso, scettico sulla resurrezione di Gesù, mentre l’altra appartiene al Cristo che gli si mostra e gli fa toccare le sue stigmate. “Didimo” in greco significa “gemello”. Tommaso è gemello di ciascuno di noi, perché siamo tutti un po’ increduli come lui, ma come lui possiamo rafforzare la nostra fede. Le due mani che si avvicinano richiamano anche l’iconografia delle resurrezioni bizantine, dove Cristo tende la sua mano ad Adamo ed Eva e ai profeti del passato per riportare tutti alla vita.

 

IX STAZIONE – IL RISORTO SI INCONTRA CON I SUOI AL LAGO DI TIBERIADE”

9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce”. (Gv 21, 9.12-13)

La scena si svolge in Galilea, sulla riva del Lago di Tiberiade. Pietro, Natanaele, Tommaso e i due figli di Zebedeo si trovano insieme e si direbbe che sono tornati al loro mestiere di pescatori. Ma in quella notte non prendono nulla. In queste circostanze avviene l’incontro sorprendente: un uomo li chiama dalla riva, chiede ai pescatori se hanno preso qualcosa, la risposta è “No!”. “Allora gettate le reti dalla parte destra della barca”, replica l’uomo, e la rete si riempie quasi subito. Giovanni, il discepolo prediletto di Gesù, ha un’intuizione: “E’ il Signore!”, Pietro non esita e si tuffa nell’acqua, gli altri remano verso la sponda, trascinando la rete carica di pesci.

Gesù li invita a portare del pesce per farlo arrostire e mangiare insieme.

Come tante volte in riva al lago, Gesù divide con loro il pane e il pesce arrostito sulla brace. Gesù è risorto e con Lui anche l’amicizia di sempre, torna la gioia di stare insieme, di ritrovarsi uniti.

X STAZIONE- IL RISORTO CONFERISCE IL PRIMATO A PIETRO

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle”. (Gv 21,15-17)

In questa raffigurazione si è voluto far emergere il gesto della consegna delle chiavi del Regno di Dio da parte di Gesù, focalizzando l’attenzione sulla mano di Pietro. Gesù restituisce a Pietro la piena fiducia nel suo amore, dopo che egli lo aveva rinnegato tre volte. La mano aperta accoglie insieme alla nuova missione anche una nuova vita, in cui il primato è quello dell’amore che supera ogni rancore.

L’opera è IN COTTURA (una grande mano che tiene una chiave)

XI STAZIONE – IL RISORTO AFFIDA AI DISCEPOLI LA MISSIONE UNIVERSALE

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Mt 2, 16-20

In questa scena è rappresentato il Cristo che affida la missione universale ai suoi discepoli dopo essere risorto, cioè diffondere il suo messaggio di salvezza non solo al popolo ebraico, ma anche ai popoli pagani della terra, e a tutto l’universo.

Quest’opera riproduce fedelmente l’opera dello scultore Giovanni Dragoni, che per primo realizzò la Via Lucis, servendosi però una tecnica nuova, vale a dire una scansione computerizzata dell’immagine originale, la sua prototipazione e quindi la sua realizzazione mediante una stampante 3D.

 

XII STAZIONE – IL RISORTO SALE AL CIELO

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio”. (Lc 24, 50-53)

In questa stazione viene rappresentata l’ascesa di Cristo in Cielo. Gli angeli, che accompagnano la sua salita sono rappresentati sotto forma di nuvole e nelle sagome laterali che ricordano delle ali.

La delicatezza dell’ascesa si presenta non solo nella forma del profilo esterno, ma anche nella linea slanciata del corpo del Cristo. Egli ha il volto e le mani rivolte verso l’alto a indicare il suo avvicinamento al Padre.

 

XIII STAZIONE – CON MARIA IN ATTESA DELLO SPIRITO

Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo.

Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui. (At 1,12-14)

Al centro della composizione vi è la Madonna che è nucleo ed emblema di questa scena. Maria è in attesa dello Spirito Santo come al momento dell’Annunciazione. La mano sinistra tenuta alzata sta a significare che lo Spirito Santo è vicino e che ella lo percepisce.

Alle sue spalle è posta una mandorla, che è un simbolo di vita solitamente attribuito al Cristo, “Via, Verità, Vita”, ma qui anche a Maria, che diventa non solo Madre di Gesù, ma Madre di tutto il genere umano. Presenti insieme a Maria ci sono gli apostoli, in questo momento undici, rappresentati dalle forme geometriche poste intorno alla mandorla.

XIV STAZIONE – IL RISORTO MANDA AI DISCEPOLI LO SPIRITO PROMESSO

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. 3Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, 4e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. (Atti 2, 1-5

Il bassorilievo raffigura la manifestazione sensibile dell’invisibile, ovvero, il miracolo originato dallo Spirito Santo, simboleggiato dalla colomba, che si staglia su un sole radioso, immagine della luce divina. Da questa sorgente luminosa si irradiano lingue di fuoco che colpiscono e avvolgono il popolo, rappresentato qui da un’unica figura, immergendola e plasmandola in una nuova dimensione. È una trasformazione che porta “a parlare in altre lingue” e a divulgare la resurrezione di Cristo.

Roma maggio 2018