Varato il progetto “Grande MAXXI”; le parole d’ordine: sostenibilità, inclusione, innovazione

redazione (da Agenzia CULT)

“Una sfida audace ma anche molto concreta, oggi mettiamo le basi per una proiezione più avanzata del Maxxi, apriamo una prospettiva più matura della configurazione e della capacità attrattiva e creativa di questo museo-laboratorio di futuro”.

Così la presidente della Fondazione Maxxi, Giovanna Melandri, aprendo la conferenza stampa di presentazione del “Grande Maxxi”, il progetto che getta le basi per il Maxxi del futuro, all’insegna della sostenibilità, dell’inclusione e dell’innovazione: un nuovo edificio sostenibile e multifunzionale, una nuova area di verde urbano attrezzato, la sfida green verso la carbon neutrality.

“Stiamo provando tutti insieme a costruire un grande progetto europeo, italiano, ancorato in questa città. L’Italia sta vivendo una stagione speciale, pena di possibilità. Con il Grande Maxxi vogliamo rimanere ben piantati dentro la cultura del progetto ma anche volare con l’immaginazione e la ricerca”.
“Il progetto – ricorda – è nato durante la pandemia, abbiamo imparato a essere due istituzioni in una, una reale e una virtuale; abbiamo capito quanto i nostri contenuti fossero preziosi, visualizzati da oltre 16 mln di persone durante il lockdown. Abbiamo imparato a integrare strutturalmente la nostra comunità online con le mura di Zaha Hadid; abbiamo realizzato una nuova sede all’Aquila e abbiamo varcato i confini di questo edificio restituendo a via Oslavia a Roma la casa di Giacomo Balla. Nei due anni difficili abbiamo studiato e approfondito, ci siamo chiesti come questa istituzione potesse essere utile in piena sindemia. La stella polare ci è arrivata ancora una volta dall’Europa: l’Europa anche della New European Bauhaus. E il Grande Maxxi si inserisce in quel disegno indicato qualche mese fa da Ursula von der Leyen”. Il Grande Maxxi, ha aggiunto, “è un’occasione per Roma, è un progetto di recupero del patrimonio urbano che investe su un quadrante a ridosso del centro storico. Oggi è una ri-nascita, la portata del progetto è davvero più di un raddoppio degli spazi, di un abbellimento: è una rivoluzione che proietta il nostro museo nel futuro. E’ una grande impresa inter-istituzionale”.

IL PROGETTO GRANDE MAXXI

“Abbiamo scelto tre parole chiave per descrivere il progetto: sostenibilità, innovazione e inclusione”, ha spiegato la Melandri. “Tre parole che combaciano con gli obiettivi strategici del Pnrr. Il Grande Maxxi si sviluppa in una serie di azioni integrate che riguardano sia questo edificio che l’aria attigua di pertinenza del museo, mettendo fine a quel buco urbanistico rimasto aperto dal progetto iniziale e non completato. Costruiremo un nuovo edificio sostenibile e multifunzionale, che sorgerà in un’area che affaccia su via Masaccio. Un edificio su due livelli con un tetto green accessibile dalla piazza. Ospiterà tre funzioni diverse: un polo di ricerca e sperimentazione per la rigenerazione urbana; un centro d’eccellenza per il restauro del contemporaneo, sviluppato in collaborazione con le più prestigiose istituzioni del restauro italiano; rafforzeremo la nostra vocazione formativa anche con in collaborazione della Fondazione Scuola del Patrimonio. La seconda azione è l’asse verde: portiamo la natura nel cemento di Zaha Hadid, una galleria green a cielo aperto con interventi di artisti, paesaggisti e orti urbani. Il Grande Maxxi prevede poi un upgrade energetico e tecnologico sull’edificio progettato da Hadid. L’obiettivo è la carbon neutrality, che verrà raggiunta attraverso un piano di interventi diretti e indiretti. Ci piacerebbe essere un piccolo laboratorio di un grande problema che l’Italia ha: noi ci candidiamo a diventare un piccolo prototipo nell’utilizzo del fotovoltaico sulle architetture monumentali. Ultimo asse del progetto: vogliamo rivoltare il Maxxi come un guanto per renderlo ancora più accessibile e accogliente, inclusivo, all’insegna della partecipazione ma anche dell’uso intelligente delle tecnologie”.

DEPOSITI

“Il Grande Maxxi ci porterà nel cuore nascosto di questa istituzione, che sono i depositi. Depositi che custodiscono la collezione pubblica nazionale, una collezione in continua crescita grazie al sostegno del ministero della Cultura, più che raddoppiata dal 2010. Vogliamo aprire il cuore del museo, con depositi accessibili destinati non solo alla conservazione ma anche alla fruizione e alla ricerca. I depositi, alla fine di questo viaggio, diventeranno una galleria in più del museo”.

Roma 13 Febbraio 2022