“Una genealogia ritrovata. La moglie, la figlia e la nipote di Tolstoj si raccontano” in un libro di Marta Albertini

di Licia UGO RACOVAZ

MEMOIR INTIMO E LIBRO STORICO, CELEBRA LA MEMORIA QUESTO LIBRO DI MARTA ALBERTINI. PRONIPOTE DI TOLSTOJ, MARTA ALBERTINI QUI RACCONTA LA VITA DELLA MADRE, DELLA NONNA E DELLA BISNONNA, RISPETTIVAMENTE NIPOTE PREDILETTA, FIGLIA SECONDOGENITA E MOGLIE DEL GRANDE LEV TOLSTOJ. TRE DONNE EMERGONO CON POTENZA E DELICATISSIMA TENEREZZA. E’ UN COLLAGE , UN PUZZLE IN CUI L’AUTRICE VA ALLA RICERCA DELLE SUE ANTICHE RADICI.

“Una genealogia ritrovata- La moglie, la figlia e la nipote di Tolstoj si raccontano”

di Marta Albertini

Cura e traduzione Laura Ricci

Edito da Vita Activa Nuova – Tracce    Trieste 2021 . ISBN 979-12-80771-00    pp. 301. Euro 17,00 ordini@vaneditrice.it

Ci sono libri, come questo, che leggendolo colmerà molte nostre curiosità e lacune, ma come ogni bel libro, alla fine, ci lascerà affamati. Ci lascerà la voglia di riprenderlo subito in mano, per rileggerlo, e il rimpianto che non ce ne sia un altro, a raccontare ancora e ancora le meraviglie e le tribolazioni delle donne Tolstaje, le donne della famiglia Tolstoj.

Pubblicato da Vita Activa Nuova, Casa Editrice di Trieste nel novembre del 2021 “Una genealogia ritrovata. La moglie, la figlia e la nipote di Tolstoj si raccontano” è un libro appassionante, scritto da Marta Albertini, che è, e lo abbiamo già anticipato, la pronipote di Lev Tolstoj (Jasnaja Poljana, Russia 9 settembre 1828 –  m. 20 novembre 1910 Russia) e fra l’altro nipote di Luigi Albertini ( Ancona 19 ottobre 1871 – Roma 29 dicembre 1941 ) fondatore e direttore del Corriere della Sera.

Di sé, Marta Albertini in poche pagine introduttive racconta:

“Sono nata da padre italiano e da madre russa. Accanto ho avuto dunque una nonna russa, Tat’jana L’vovna Tolstoj, che io chiamavo Babushka, che era la secondogenita di Lev Tolstoj”.
FOTO 2 Sof’ja Andreevna Bers, moglie di Lev Tolstoj

Lev Tolstoj ha avuto tredici figli – di cui solo otto sopravvissero – dalla moglie la contessa Sof’ja Andreevna nata Bers (n. 1844, Russia-m.1919 Jasnaja Poljana- Russia). Una vasta, articolata, e complessa famiglia, che ha attraversato le tempeste del Novecento.

E poi incredibilmente Marta Albertini aggiunge:“Ho trascorso a Roma, accanto a mia nonna, che si chiamava Tat’jana L’vovna Tolstoj e a mia madre, anche lei una Tat’jana (Michajlovna Suchotin) infanzia e adolescenza, abbiamo vissuto da lei con mio fratello nel periodo dell’occupazione tedesca. Io a Roma dormivo nella stanza Tolstojana, una stanza che mi faceva un po’ paura, dove faticavo ad addormentarmi. Era piena di cimeli, fra i quali alcuni peli della barba di Tolstoj chiusi in un cofanetto di legno, e  un anello incastonato di rubini, regalato da Tolstoj alla moglie Sof’ja quando aveva copiato a mano, a lume di candela, le ultime bozze di Anna Karenina.

E prosegue:

“Della Russia sapevo poco o nulla, neppure la lingua, a me parlavano in francese. L’argomento Russia non era mai accennato in casa dei miei genitori. Tolstoj appariva in alcune foto, e di tanto in tanto giungevano alcune lettere scritte in cirillico dall’ URSS”.
FOTO 3. Marta Albertini nel 1947 con la nonna Tat’jana L’vovna Tolstaja (1864-1050) – archivio della famiglia Albertini- Carandini

A questo punto vien subito da chiedersi come mai Marta Albertini sapesse poco della Russia, come è possibile? La risposta che ci viene in mente è che un velo venne steso sul passato in maniera consapevole dalla nonna, l’adorata Babushka e dalla madre Tanja. Una rimozione inconscia per loro stesse, forse per il troppo peso dei ricordi? Oppure c’era anche il desiderio di preservare la piccola Marta dal conoscere fatti troppo dolorosi per essere raccontati?

Ora va detto per precisione, che sebbene tutti noi conosciamo, amiamo, leggiamo e rileggiamo i capolavori di Lev Tolstoj e a grandi linee conosciamo la sua vita, pochi sono coloro che al genio indiscusso associano la conoscenza degli eventi quotidiani della vita, vera e concreta, fatta di dettagli, di persone, di donne che hanno circondato il grande scrittore.

Ma come è stata la vita di chi ha vissuto, giorno dopo giorno accanto a questa personalità impetuosa, tormentata, insaziabile di affetti, di vita e di esperienze? E ci si chiede anche come è nato questo libro? Da cosa scaturisce? Bisogna aspettare che il tempo, per Marta Albertini, faccia il suo corso.

E infatti nel 1975 il Ministero della Cultura Sovietica invita per un breve periodo sua madre Tanecka, (Tat’jana Michajlovna Suchotin, 1905 – 1996) a Mosca. Aveva allora settant’anni, e oltre che a Mosca Tanja si recò anche a Jasnaja Poljana, la dimora dove era nata e dove aveva vissuto fino a quando i bolscevichi non avevano nazionalizzato la proprietà nel 1921. Erano passati cinquant’anni dalla sua precipitosa partenza dall’URSS. Marta in quel primo viaggio non è con lei. Ancora non era pronta.

FOTO 4. La casa di Jasnaja Poljana fotografata da  Sof’ja Andreevna

Marta Albertini andrà in Russia soltanto nel 1979. Lì visiterà la grande proprietà e la vecchia casa, Jasnaja Poljana, chiamata anche la “chiara radura dei frassini” e travolta dalle emozioni prenderà coscienza di una parte delle sue origini che le erano state tenute nascoste.

Ma la vera svolta avviene nel 1996, alla morte della madre. Venne  ritrovata in quell’occasione una vecchia valigia di cui si ignorava sia l’esistenza che il contenuto. Aprendola ecco comparire il tesoro: una montagna di corrispondenza, di lettere e diari risalenti agli anni 1925-1930, alcune missive senza francobollo, e numerosi e diversi i mittenti.

Prosegue Marta Albertini:

“con l’aiuto di una traduttrice abbiamo iniziato un enorme lavoro di classificazione. Ho impiegato anni per farlo, e confesso che non ho potuto fare a meno di rimproverare le mie due Tatjane ( la nonna Babuska  e la madre, detta affettuosamente Tanecka e poi Tanja) di non avermi trasmesso la lingua degli avi materni”.
FOTO N. 5 Tanecka , l’enfant du miracle

Parte e va a Mosca. Lì prosegue le sue ricerche, cerca di capire come avevano vissuto nonna e madre, anzi come erano “sopravvissute” agli avvenimenti della Rivoluzione Russa del 1917 ( Lev Tolstoj era morto nel 1910, e non vide gli esiti sanguinosi della Rivoluzione Russa e la presa di potere da parte dei bolscevichi), come si erano dovute “rimboccare le maniche, e infine come avevano dovuto abbandonare in fretta e furia la terra natia”. L’autrice racconta che ha scelto di far parlare le protagoniste attraverso le loro stesse parole, scritte nei diari personali, nelle lettere, nelle fotografie ritrovate: appaiono in questo modo desideri, angosce, predisposizioni artistiche, il tutto appare sotto la stretta sorveglianza, affettuosissima, di Lev Tolstoj il quale emerge tuttavia nel suo egocentrismo e nella sua ferrea volontà di trasmettere ai figli rigide norme morali e filosofiche e anche inquietudini religiose. Non doveva essere facile compiacere un padre che considerava futile ogni divertimento e predicava che “solo il lavoro era capace di salvare ogni vita”.

Tat’jana L’vovna (n. 1864-1950 )la figlia secondogenita desidera sempre compiacere il padre, il grande Lev Tolstoj. Il padre è al centro di ogni suo pensiero. Ma ad una sua lettera adolescenziale  scritta al padre, in cui si confida con fiducia, rivelando frammenti dei suoi primi amori giovanili, delle sue aspirazioni il grande Lev conclude la sua risposta con due parole “Riga dritta!”.

Due parole, un imperativo che mostrano lo sguardo convenzionale, aderente ai modelli classici nei confronti della figlia secondogenita. Riga dritta vuol dire, in poche parole, non essere te stessa! Sii la figlia modello che desidero. Un padre esigente? Certo, intransigente? Forse. Un idealista certamente. Occhio e mente acutissimi nell’indagare i propri personaggi ma stranamente convenzionale nei confronti della figlia. Ah Lev..! Chi ti ama non ti amerà meno per i tuoi rigidi principi morali esercitati in casa. Anche Tat’jana accetta, tuttavia una volta sbotta  “quanto sono stanca di essere la figlia di un uomo celebre!”.

FOTO 6. La firma di Tat’jana L’vovna
FOTO 7. Tat’jana L’vovna con il padre Lev nel 1904

Occorre dunque immergersi nel libro, e godere dei dettagli che vengono descritti dai protagonisti.

In questo libro, storico e intimo allo stesso tempo, la penna di Marta Albertini fa raccontare attraverso lettere e diari, non solo la moglie, la figlia e la nipote di Lev Tolstoj ma anche innumerevoli altri personaggi: cugini, amici, innamorati! Ma anche adoratori, seguaci, discepoli  di Tolstoj. Il tutto con amorevole vicinanza, fermando attimi di vita e di inquietudini giovanili delle protagoniste, soprattutto della sua amata Babushka, la nonna.

FOTO 9 Tanja nel 1925
FOTO 8 Lev Tolstoj e Tanecka

In un capitoletto intitolato “Maman” Marta Albertini si chiede “può una figlia, a venticinque anni dalla morte di sua madre riuscire a tracciarne un ritratto veritiero? Il mio desiderio, scrivendo queste righe è cercare di tracciare il formarsi del carattere di mia madre, e trovare le giustificazioni e le ragioni della sua grande fragilità”.

FOTO 10. Matrimonio di Tat’jana (Tanja) Michajlovna Suchotina e Leonardo Albertini- Novembre 1930

Marta Albertini dedica un omaggio alla figura di sua madre Tat’jana Michajlovna Suchotina, nipote prediletta del grande scrittore, andata in sposa a Leonardo Albertini nel 1930, e cerca di decifrarne la vita e gli aspetti della sua vulnerabilità.

Leonardo Albertini, figlio di Luigi Albertini, fondatore e direttore del Corriere della Sera, e di Piera Giacosa, figlia di Giuseppe Giacosa noto drammaturgo e librettista, incontra Tat’jana, (Tanja)  a Roma, nel 1929, e dopo un primo momento di approcci timidi e lontananze Leonardo si propone con una meravigliosa domanda: “Tanja, lei è mai stata a Capri?” E lascia intendere che a Capri andranno in viaggio di nozze, come in effetti faranno dopo il matrimonio avvenuto il 6 novembre 1930 nella chiesa di Santa Liberata a Parella. Per Tanja, e per sua madre Tat’jana l’incontro con  Leonardo è stato provvidenziale.

Dopo tutti i patimenti e le privazioni delle due Tat’jane si prospetta loro una vita familiare serena.

FOTO 11. Tat’jana e Tanja con il piccolo Luigi

Ma ci sono inquietudini che seguono le persone anche in tempo di bonaccia. Il libro di Marta Albertini è molto di più di una ricostruzione di una storia familiare. Le figure femminili della vita di Tolstoj, figure importanti e non ancora del tutto esplorate “sono state in passato genericamente descritte in maniera stereotipata, attraverso pregiudizi e informazioni prive di fondamento”, ci spiega Laura Ricci traduttrice a curatrice del libro, e questo è senz’altro uno dei meriti del libro di Marta Albertini, che ci fa fare una appassionata cavalcata nel Novecento.

“Una genealogia ritrovata”, – Appartenance – è stato scritto da Marta Albertini in francese,  la sua lingua madre, ma anche la lingua colta della Russia aristocratica dell’epoca tolstojana.

Tradotto e a cura di Laura Ricci, francesista, poeta e scrittrice, il libro, oltre a narrare gli avvenimenti, descrive, come scrive Laura Ricci nella presentazione “gli aspetti quotidiani, apparentemente trascurabili, ma che toccano e influiscono sulla vita delle persone”. Inoltre, nell’introduzione:

“questo volume ha il grande pregio di rintracciare e di far rivivere una genealogia femminile a lungo ignorata, e quel che vale ancora di più, di riportarla in vita attraverso le parole delle stesse protagoniste”.

Marta Albertini ha scritto un libro unico, con un linguaggio coinvolgente, facendo entrare il lettore in un mondo in cui si ricostruisce una storia familiare complessa e che si estende in un ampio arco temporale. Perché Marta Albertini perla di genealogia “ritrovata”? ce lo spiega lei stessa nella sua nota biografica:

“…della Russia sapevo poco o nulla, l’argomento non era mai accennato in casa dei miei genitori. Poi, miracolosamente mia madre viene invitata dal Governo Sovietico cinquant’anni dopo la sua “fuga” dal paese. E io finalmente l’accompagno. L’emozione è immensa e decido di recuperare gli anni perduti. Mi dedico a colmare la lacuna creata, e nel trovare una parte di me, cercando pezzetti di un puzzle, che piano piano prende forma.” Ed è questo il motivo del titolo in cui si parla di genealogia “ritrovata”!

Costellato da moltissime fotografie storiche, molte delle quali provengono da Museo di Stato Leone Tolstoj di Mosca, dalla Casa Museo Leone Tolstoj, da Jasnaja Poljana e dalla Famiglia Albertini questo libro fa entrare, a volte in punta di piedi e con emozione, altre volte con forza e affettuosa ironia nella vita non solo della moglie, della figlia e della nipote di Tolstoj ma anche in quelle di altre figure che giravano attorno alla famiglia Tolstoj.

Scrive Laura Ricci

“E’ al tempo stesso molto più della ricostruzione di una storia familiare, perché oltre alle ave femminili molte altre figure della famiglia Tolstoj e del suo entourage vengono tratteggiate con una vivacità documentata e insolita, e naturalmente viene illuminato da una luce particolare e inedita lo stesso Lev Tolstoj”;

e aggiunge:

“non può non addentrarsi nella tormentata storia della rivoluzione russa, così strettamente intrecciata  al pensiero e alla vita di Tolstoj e alla diaspora della famiglia; ma ce la mostra – e questo è un valore ulteriore – attraverso gli aspetti più quotidiani, nascosti e minuti, quelli che toccano e complicano la vita delle persone comuni”.

Come dicevo all’inizio un bel libro è quello ricco di stimoli che ti fa desiderare di leggere altro, ancora e ancora. Riprendiamo dunque in mano “Infanzia”, di Tolstoj, il suo primo libro scritto (ed è il primo che anche Marta Albertini lesse del suo famoso bisnonno!) e pubblicato quando aveva ventiquattro anni. Operetta meravigliosa del sommo scrittore in cui racconta l’incanto della vita infantile: “un calmo e inavvertito trascorrere del tempo”.

di Licia UGO RACOVAZ  Roma 6 Marzo 2022

“Una genealogia ritrovata- La moglie, la figlia e la nipote di Tolstoj si raccontano”

di Marta Albertini

Cura e traduzione di Laura Ricci

Edizioni  Vita Activa Nuova – Tracce Trieste 2021 ISBN 979-12-80771-00-1            pp. 301              Euro 17,00 Per ordinarlo scrivere a ordini@vaneditrice.it

FOTO 12. Marta Albertini

Nota Bio. Marta Albertini, pronipote di Lev Tolstoj, risiede attualmente in Svizzera. In questo libro ricostruisce  le sue memorie e le figure della bisnonna Sof’ja Andreevna, della nonna Tat’jana L’vovna Tolstaja e della madre Tat’jana Michajlovna Suchotina, andata in sposa a Leonardo Albertini, fondatore e direttore del Corriere della Sera.