Un Atlante per il labirinto dell’arte. Presentata la terza edizione dell’ “Atlante dell’arte contemporanea” edito da De Agostini e Start Group.

di Giulio de MARTINO

Ha scritto Umberto Eco: cose diverse sono il dizionario e l’enciclopedia. Il primo si muove all’interno di una lingua e cerca di definirne i termini ordinandoli in modo alfabetico con la precisione di un codice. La seconda, invece, si divide per temi e argomenti – per libri – e cerca avventurosamente di descrivere tutto ciò che si trova nel mondo. Il dizionario tende a essere sistematico e coerente, la seconda ambisce a essere espansiva e inclusiva. Figlio bizzarro di entrambi è l’«atlante», che unisce alla rete dei lemmi l’insularità delle mappe.

L’Atlante edizione 2021

La differenza sostanziale fra il «dizionario/codice» e l’«enciclopedia/repertorio» è che il primo è costruito dall’interno di una lingua, come fosse recintato da un muro, mentre la seconda è costruita all’esterno del suo oggetto e produce mappe allo scopo di orientare il viaggiatore dentro il labirinto in cui si trova immerso. L’atlante – fatto un po’ di elenchi e un po’ di mappe, un po’ dizionario e un po’ enciclopedia – corre il rischio di essere risucchiato dai labirinti che cerca di descrivere. Tanto che, alla fine, il labirinto sovrasta l’atlante sia nelle singole parti che nella veduta d’insieme.

La presentazione al Teatro Italia

La terza edizione dell’Atlante dell’Arte Contemporanea – un volume monumentale di circa mille pagine e di 5 chili di peso – è stata presentata domenica 30 gennaio 2022, al Teatro Italia in via Bari 18 a Roma. Questo «in folio» – sul mercato dal 1940 sotto forma di Annuario dell’arte italiana – è edito da De Agostini dal 1996 ed è giunto alla sua terza edizione, nella forma specifica dell’Atlante dell’Arte Contemporanea 2021, in collaborazione con la casa editrice Start Group di Roma.

Il volume documenta l’attività degli artisti italiani sia nell’ambito nazionale sia in quello estero: l’arco cronologico repertoriato va dal 1950 sino al 2021 e registra oltre 180.000 prezzi provenienti dal mercato primario delle opere – le gallerie – e da quello secondario – le vendite nelle aste. Sono documentati oltre 800 artisti divisi per regione di lavoro – dal Secondo dopoguerra in poi – molti presenti oltre che nel mercato dell’arte italiano anche in quello internazionale. Si trovano paragrafi su Emilio Vedova, Giacomo Balla, Alberto Burri, Lucio Fontana, Pino Pascali, Giorgio Morandi, Michelangelo Pistoletto, Vanessa Beecroft e anche esponenti dell’arte analitica e dell’arte povera come Bonalumi e Castellani, Mario Schifano e Janni Kounellis.

L’edizione 2021, in copertina: Tanica di trementina, di Luca Vernizzi

Si tratta di una mappatura aggiornata del movimento artistico italiano, descritto in tutte le sue dimensioni. Il coordinamento scientifico e redazionale è di Daniele Radini Tedeschi e di Stefania Pieralice. Ciò che fa apprezzare e distingue l’opera dalle tante pubblicazioni storiche e saggistiche che divulgano l’arte antica e moderna è la attenta classificazione e la misurazione del valore di mercato delle opere e degli artisti attraverso i parametri della art economy. Il rapporto dinamico tra arte, gallerie collezionismo e mercato è indispensabile per comprendere l’autentica forma di presenza dell’arte nella società contemporanea, nel mondo e anche in Italia.

Il lavoro – aggiornato ogni anno – è strutturato in ampie sezioni. Vi è la schedatura degli artisti più rappresentativi operanti in Italia, vi figurano le Gallerie più accreditate, vi sono interviste e conversazioni con le maggiori personalità della critica e della storia dell’arte e dell’architettura, del collezionismo, delle aste e delle fiere. Grande spazio ha l’analisi degli indici di mercato (invenduti, estensione, fascia, plusvalenza e trend) che classifica opere e artisti in una «banca dati» delle operazioni di mercato compiute tra il 1950 e il 2021.

L’edizione 2019 dell’Atlante.
In copertina: Mimmo Paladino, Solitary Sun, 1986, oil, metallic paint, and tar on burlap, wood, and linen attached to a gilded and charred plywood panel, 280.7 x 181 cm, © 2017 Mimmo Paladino

Sono collocati in posizione di rilievo anche i mercati americani e orientali che mostrano – come afferma Radini Tedeschi – che a seguito del processo di globalizzazione: «il mercato dell’arte contemporanea presenta, nei suoi limiti, caratteri simili a Piazza Affari: un’opera può schizzare in alto proprio come un’obbligazione o un titolo azionario. Ma può anche subire un forte ribasso, se il suo autore perde prestigio e interesse». Come dire che l’arte contemporanea si è glo-calizzata: ha luoghi e radici in città, regioni e lingue ma anche rami, panorami e connessioni sempre più vasti.

Oltre ai nomi di artisti storicizzati e ancora quotati sul mercato – come quelli di Giorgio De Chirico (1888-1978), Emilio Vedova (1919-2006), Giacomo Balla (1871-1958), Paolo Scheggi (1940-1971), Alberto Burri (1915-1995), Carol Rama (1918-2015), Lucio Fontana (1899-1968), Domenico Gnoli (1933-1970), Piero Manzoni (1933-1963), Enrico Castellani (1930-2017), Pino Pascali (1935-1968), Giulio Paolini (classe 1940), Giorgio Morandi (1890-1964), Marino Marini (1901-1980), Afro (1912-1976), Agostino Bonalumi (1935-2013), Massimo Campigli (1895-1971), Mimmo Paladino (classe 1948), Michelangelo Pistoletto (n. 1933), Gilberto Zorio (n. 1944), Maurizio Cattelan (n. 1960), Ettore Spalletti (1940-2019) – l’Atlante intende «guardare avanti» e registrare l’ingresso nelle collezioni e nel mercato di nuove opere e di nuovi autori.

Gli artisti di neo-avanguardia e quelli del contemporaneo più contemporaneo sono rappresentati da schede accurate e aggiornate, anche se di ampiezza diversa, cosa che differenzia l’atlante dal dizionario. Il panorama è ricchissimo e seducente e va – aggiungiamo ancora – da: Alighiero Boetti (1940-1994) a Luciano Fabro (1936-2007), fino a Rudolf Stingel (n. 1956), Anna Maria Li Gotti, Afro Basaldella ecc. Dal punto di vista degli artisti più giovani e non ancora compiutamente affermati l’inclusione nell’Atlante segna la possibilità di storicizzare il proprio percorso e di valutarne la visibilità. Anche questo Atlante – come avviene in molti altri settori – scaturisce da un processo interattivo fra redattori, mercanti e artisti.

Assai valorizzato è il ruolo di divulgazione e commercializzazione svolto dalle Gallerie d’arte italiane – i veri imprenditori del settore – tra cui si citano, ad esempio: Massimo De Carlo, Lia Rumma, A Arte Invernizzi, Galleria Raffaella Cortese, Galleria Massimo Minini, Galleria d’Arte Maggiore G.A.M, Galleria dello Scudo, P420, T293, Studio Trisorio, Fondazione Morra ecc. Vi compaiono con interventi, schede e immagini le grandi istituzioni pubbliche e private attive nel movimento dell’Arte contemporanea come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; le Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, l’Accademia di Brera, i Musei del Contemporaneo di Roma, Napoli, Rovereto, la Fondazione MagnaniRocca di Parma e tanti altri. Sono monitorate le Case d’asta (tra cui Sotheby’s, Christie’s, Minerva ecc.) e le iniziative dei maggiori Collezionisti privati (Collezione Maramotti di Reggio Emilia, la Collezione Casamonti di Firenze ecc.).

L’Atlante De Agostini nell’edizione del 2020. In copertina: Achrome, di Piero Manzoni

La forma enciclopedica, atlantistica e repertoriale è diventata sempre più frequente nelle pubblicazioni sull’arte contemporanea da una trentina di anni a questa parte. Una tale ansia sistematrice e catalogatrice corrisponde, estrinsecamente, alle potenzialità degli strumenti informatici, classificatori e di comunicazione digitale oggi in uso in editoria, ma soprattutto risponde all’esigenza di instaurare uno sguardo reticolare e multidimensionale sulle eterogenee vicende artistiche in corso di svolgimento. L’Atlante di De Agostini, grazie al suo approccio di art economy riesce a caratterizzarsi rispetto all’ambizione critica e storicizzante che è propria, ad esempio, dei monumentali cataloghi delle “Esposizioni Biennali d’Arte” di Venezia.

Per la prossima edizione della Biennale – quella del 2022, edizione intra/post pandemica – la curatrice Cecilia Alemani ha scritto in annuncio: «La Mostra “Il latte dei sogni” prende il titolo da un libro di favole di Leonora Carrington (1917-2011) in cui l’artista surrealista descrive un mondo magico nel quale la vita viene costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sè. L’esposizione sceglie le creature fantastiche di Carrington, insieme a molte altre figure della trasformazione, come compagne di un viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano».

Il corpo a corpo fra l’arte e gli artisti post-romantici e poi post-moderni con la filosofia e la storia – da un lato – e con il mercato e il collezionismo, dall’altro, è stato definito da alcuni, catastrofisticamente, come la «morte dell’arte». Comprendiamo invece che si tratta di qualcosa di diverso. L’arte contemporanea si è fatta coestensiva del mondo e dell’umanità, dispersa in infiniti luoghi e in infinite lingue e psicologie. Un’arte babelica probabilmente, ma, come tutti gli edifici compositi e polivalenti, ha una o più vie di uscita. Non bisogna, però, aver fretta di uscire dal labirinto del contemporaneo. Infatti il piacere dell’arte consiste soprattutto nel partecipare al suo gioco e nel restarne serenamente coinvolti, casomai sfogliando l’atlante o entrando – anche con modesti capitali – nel suo mercato.

Giulio de MARTINO  Roma  6 Febbraoi 2022

Riferimenti

Umberto Eco, Dall’albero al labirinto, Milano, Bompiani, 2007.

Paolo Santarcangeli, Il libro dei labirinti. Storia di un mito e di un simbolo, 1967, nuova ed. a cura di Umberto Eco, Sperling & Kupfer, 1984.
Mario Perniola, L’arte espansa, Torino, Einaudi, 2015.
BIENNALE DI VENEZIA. 58ª ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D’ARTE, May you live in interesting times, Catalogo a cura di: Ralph Rugoff, Venezia, Arsenale e Giardini, 11 maggio – 24 novembre 2019.
BIENNALE D’ARTE 2022: IL LATTE DEI SOGNI, 59a Esposizione Internazionale, a cura di Cecilia Alemani, da sabato 23 aprile a domenica 27 novembre 2022, ai Giardini e all’Arsenale di Venezia.

Scheda dell’Atlante, ed. 2021

Direttore editoriale: Daniele Radini Tedeschi

Curatrice: Stefania Pieralice

Capo Redattore: Gianni Dunil

Redazione: Mario Bernardinello, Luciano Carini, Simone Incagnoli, Carlo Maltese, Simone Pieralice

Segreteria di Redazione: Maria Luciani

Impaginazione: Giuseppe Scirocco

Consulenza grafici: Alfredo M. Fidani

Illustrazioni: Jerome Mc Paul, Franco Conte

Analisi Di Mercato: Francesca Capuano, Massimo Costa, Rossella Bianchi, Maria Beatrice Mancini, Lorenzo Base, Mario Caracciolo, Sergio Corsi, Raffaella Buono, Alfredo M. Fidani, Giulia Valeri

Commissione Curatori Internazionali – Segnalatori: Daniela Accorsi (Galleria AccorsiArte), Rossella Bellan, Ivan Caccavale, Merisabell Calitri, Francesca Callipari, Ilaria Giacobbi, Elisabetta La Rosa, Marta Lock, Marco Mastromauro (Arcadia Art Gallery), Giulia Mazzilli, Vincenzo Napolitano (Arcadia Art Gallery), Antonietta Panico, Rosi Raneri, Nicoletta Rossotti, Giada Eva Elisa Tarantino, Tina Zurlo (Area Contesa Arte, Galleria Internazionale), Teresa Maria Zurlo (Area Contesa Arte, Galleria Internazionale)

Edizione: De Agostini, Novara.

Produzione: Start, Roma.