Tra Tiziano e Caravaggio: chi fu davvero Simone Peterzano? Novità nella prima mostra internazionale all’Accademia Carrara (6 febbraio – 17 maggio)

redazione

Si apre il prossimo 6 febbraio alla Accademia Carrara di Bergamo la prima esposizione interamente dedicata a Simone Peterzano (1535 c/a – 1599), curata da Simone Facchinetti, Francesco Frangi, Paolo Plebani e M. Cristina Rodeschini,

e allo stesso tempo si apre una pagina di grande rilevanza per la storia dell’arte dal momento che intenzione dei curatori è di mettere finalmente nella giusta luce aspetti determinanti, ancorché poco indagati, della produzione del maestro, ben noto come allievo di Tiziano (tanto da firmarsi proprio così) e poi come primo maestro di Caravaggio, ma molto meno considerato come elemento determinante della cultura artistica soprattutto della seconda parte del XVI secolo.

L’evento che si aprirà a Bergamo è stato preceduto dalla esposizione presso la Pinacoteca di Brera in sala XV, della famosa Venere e Cupido con due satiri in un paesaggio – annoverata tra i grandi capolavori del museo milanese, probabilmente dipinta quando Peterzano si trovava ancora a Venezia, e che testimonia, se si considerano i riferimenti stilistici, la conoscenza della Venere del Pardo di Tiziano.

A questo dipinto è stato affiancato “un ospite d’onore”: l’Angelica e Medoro, autentico capolavoro proveniente dalla Galerie Canesso di Parigi. Di questo quadro  si sa invece che venne eseguito quando il maestro era appena arrivato a Milano, in quanto la stipula del contratto tra Peterzano e il monastero milanese di San Maurizio firmata dal garante, il nobile Gerolamo Legnano, risale al 1572.

Un acceso cromatismo, una particolare sensibilità alla resa del paesaggio e una notevole maestria ritrattistica caratterizzano i due capolavori che si devono inserire nel primo tempo dell’avventura artistica del Peterzano; in seguito a partire dagli affreschi della Certosa di Garegnano, il percorso stilistico del maestro evolverà verso soluzioni tardomanieriste di stampo controriformato, segnate dalle nuove Instructiones di Carlo Borromeo,  quelle stesse che circolavano tra gli artisti lombardi dell’epoca.

Molto interessante e ricco di aperture, nella conferenza stampa tenutasi a Brera per introdurre l’evento bergamasco, è stato il co curatore Francesco Frangi, il quale ha ribadito che la mostra sarà l’occasione per aprire una pagina nuova nella considerazione che si ha del Peterzano. Intanto, a suo parere questi ebbe i natali non a Bergamo, come -sia pure con molti interrogativi- si ritiene, bensì con tutta probabilità a Venezia, considerando che il cognome possa desumersi come una contrazione di Pietro e Zan (così i veneti  chiamano Giovanni) da cui appunto Peterzano. In ogni caso a Venezia egli avrebbe lavorato fino al 1572, l’anno della realizzazione dell’Angelica e Medoro, come si è detto, nonchè del trasferimento a Milano. Da qui in avanti la sua produzione lo caratterizzerà soprattutto come uno degli esponenti- non certo il meno dotato- della pittura sacra controriformata. Né, va detto, avrebbe potuto essere altrimenti se si considera il contesto nel quale operò.

Non va trascurato in effetti che già dal 1566 era rientrato a Milano Carlo Borromeo impegnatosi subito in una gigantesca opera di riforma e ripristino disciplinare in una città che appariva in deciso degrado dal punto di vista spirituale. Dopo il noto “miracolo del chiodo” con cui come si sa il prelato lombardo –poi canonizzato- mise fine alla micidiale pestilenza del 1576 (nota proprio come peste di San Carlo) la sua prorompente personalità e le sue precise direttive divennero incombenti e determinanti per tutti.

In un simile quadro storico-religioso Peterzano, e non solo lui, non poteva che adeguarsi; è proprio questo ha contribuito a trasmetterne, secondo Frangi -insieme al fatto che la produzione sacra può essere documentata- una immagine parziale, ma decisamente prevalente. E tuttavia è probabile che a pesare ancor di più nel circoscrivere le indagini degli studiosi sul secondo tempo –se si può dire così- della produzione del pittore sia stata la circostanza del ritrovamento documentario che ha rilevato l’anno, il 1584, dell’ingresso di Caravaggio come apprendista nella sua bottega, perché da qui l’indirizzo degli studi ha preso un tragitto pressoché esclusivo, concernente appunto la produzione sacra e l’analisi sul peso che quell’alunnato poté avere su un genio rivoluzionario come fu Michelangelo Merisi, nei suoi anni giovanili e formativi di cui a tutt’oggi non si sa pressoché nulla.

E tuttavia, la grande esposizione che sta per aprirsi vuole trasmettere un quadro differente e più rispondente della personalità del Peterzano prendendo finalmente in esame proprio la ricca stagione veneziana fin qui trascurata (anche per il fatto che mancano opere sicuramente documentate), ma che presenta, come è stato detto, “modalità sorprendenti”  che non ci si sarebbe aspettati.

II famoso Autoritratto, riapparso in collezione Calvesi, e risalente probabilmente al 1589, porta necessariamente a considerare “l’altra faccia” di Simone Peterzano, dal momento che proprio l’indicazione che vi compare, quel Venetus, ci racconta un’altra storia, quella che ci consente di riconsiderare la rilevanza dell’esperienza precedente quella milanese, e  altresì di assegnare agli anni trascorsi in laguna un nucleo ormai piuttosto consistente di dipinti, fortemente influenzati da Tiziano e dalla cultura artistica veneta.

Nove le sezioni previste: la formazione e la giovinezza di Simone Peterzano, all’ombra di Tiziano; iconografia della musica; soggetti erotici; Angelica e Medoro: echi e riflessi letterari; Peterzano e la pratica del disegno tra Veneto e Lombardia; l’arrivo a Milano: le pale per i Barnabiti; la Milano di Carlo Borromeo; l’affermazione lombarda di Peterzano; Michelangelo Merisi da Caravaggio.

Opere di Tiziano in mostra:
Annunciazione, olio su tela, Venezia, Scuola Grande di San Rocco
Resurrezione di Cristo, olio su tela, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
San Girolamo penitente, olio su tela, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza
Suonatore di organo e Venere con Cupido, olio su tela, Madrid, Museo del Prado
Marte, Venere e Amore, olio su tela, Vienna, Kunsthistorisches Museum

Opere di Caravaggio in mostra:
Bacchino malato, olio su tela, Roma, Galleria Borghese
Concerto, olio su tela, New York, The Metropolitan Museum of Art

Oltre a ciò sono presenti in mostra esempi della pittura veneta con autori quali Veronese, Tintoretto, Parrasio Michiel, Bernardino Licinio e Paris Bordon ed esempi di pittura lombarda con Antonio Campi, Giovan Ambrogio Figino e Giovanni da Monte. Inoltre sono esposte preziose testimonianze letterarie d’epoca, come l’edizione veneziana dell’Orlando Furioso del 1568 di Ariosto e le Rime del 1587 di Giovan Paolo Lomazzo

TIZIANO e CARAVAGGIO in PETERZANO

a cura di Simone Facchinetti, Francesco Frangi, Paolo Plebani e M. Cristina Rodeschini

Progetto Fondazione Accademia Carrara. Catalogo Skira

Bergamo, Accademia Carrara, via San Tomaso, 53 (6 febbraio – 17 maggio)

orari: lunedì > venerdì 9.30 –18.00ultimo ingresso: individuali 17.15 | gruppi 16.45 sabato e domenica 9.30 -19.00ultimo ingresso: individuali 18.15 | gruppi 17.45; giorno di chiusura: martedì

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