“Teatros” del Maestro dell’acquerello Pedro Cano in mostra all’Istituto Cervantes di Roma fino al 27 gennaio 2024.

di Silvana LAZZARINO

Tra memoria e archeologia la bellezza dei teatri, antichi custodi di storia e cultura, rivivono nelle opere dell’artista spagnolo.

Tra vita e forma, essere e apparire il teatro rappresenta il luogo sacro in cui non solo recuperare tradizioni passate, ma anche l’occasione con cui iniziare a osservare la quotidianità con altro sguardo. Tra passato e presente ogni storia e vicenda portata in scena entro rappresentazioni in cui vibra il lato comico o tragico, invitano ad osservare vissuti vicini e lontani, entro una nuova prospettiva in cui autenticità e finzione quasi si confondono.

Al teatro dell’antichità classica, dove storie e tradizioni non si perdono, visto quale luogo architettonico e artistico dal grande spessore culturale e quale contesto di riscoperta delle emozioni (come ad esempio rabbia, sorpresa, felicità, disprezzo) il celebre artista spagnolo Pedro Cano (Blanca, Murcia 1944) ha dedicato diverse opere riunite nella mostra “Teatros. Pedro Cano” esposta per la prima volta a Roma presso la Sala Dalí dell’Istituto Cervantes dove è visibile fino al 27 gennaio 2024.

Dopo i successi riscossi in Spagna, e in diverse città italiane quali Milano, Fabriano, Noto e Taormina, l’esposizione organizzata dallo stesso Istituto Cervantes di Roma e dalla Fundación Pedro Cano e curata da Giorgio Pellegrini, presenta un ciclo di sedici acquerelli di grande formato che raccontano per immagini altrettanti teatri dell’antichità classica visitati dall’artista in più di trent’anni di viaggi.

Pedro Cano, Cartagena (Spagna), acquerello, 100 x 130

Attraverso un sentire poetico e la valorizzazione del contesto spaziale e scenico, vengono descritti questi luoghi di grande fascino e cultura dove l’architettura legandosi agli ambienti circostanti restituisce la magia dello spettacolo nel suo evocare la vita tra memoria e tempo, entro storie di gelosia e dramma, felicità e ironia.

Il percorso offre una sorta di viaggio visivo- emozionale lungo alcuni tra i più significativi siti greci e romani affacciati sul Mediterraneo, da quello della città nascosta dei Nabatei, Petra, nella attuale Giordania a quello monumentale di Taormina in Sicilia, dal piccolo teatro di Apollonia in Libia al piccolo Teatro Marittimo di Villa Adriana a Tivoli.

Pedro Cano, Villa Adriana (Italia), acquerello, cm 100 x 130
Pedro Cano, costume per le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar portato in scena da Maurizio Scaparro

A quest’ultimo in occasione della mostra romana e per la prima volta, il Maestro dedica un approfondimento di ventiquattro opere inedite. Da sottolineare infatti i dodici acquerelli di più piccolo formato volti a restituire lo splendore intrinseco del sito archeologico, e dodici bozzetti originali dei costumi delle Memorie di Adriano, realizzati da Pedro Cano per il regista Maurizio Scaparro, la pièce teatrale, tratta dall’omonimo romanzo di Marguerite Yourcenar con protagonista Giorgio Albertazzi, andata in scena a Villa Adriana per la prima volta il 31 luglio 1989, e poi ripresa da molti teatri che negli anni hanno accolto oltre mezzo milione di spettatori.

Un viaggio nell’eredità lasciata dai grandi teatri antichi testimoni della crescita culturale che ebbe grande influenza in Europa, nel Nord Africa e in Medioriente.

Osservando queste opere del Maestro si ha la sensazione di trovarsi in quei luoghi dei quali percepire umanità e clamore, e tutta la poesia dello spettacolo dove si alternano sentimenti di amore, dolore, e morte estratti dalla tradizione orale o da antiche storie scritte.

Il teatro greco e romano ha rappresentato un momento culturale di altissimo valore per l’uomo: oggi nei più importanti teatri del mondo ancora vengono messe in scena tragedie greche e commedie romane. Prima in Grecia, e poi a Roma il teatro divenne principale fonte di conoscenza e di propaganda, amata non solo dai nobili che potevano fruire dei testi anche attraverso la scrittura, ma anche dai cittadini della gleba che pur non sapendo leggere, seguivano con grande attenzione quanto rappresentato in palcoscenico.

Scrive il curatore Giorgio Pellegrini:

L’interesse di Pedro Cano per i Teatri dell’antichità classica si arricchisce nel corso dei continui viaggi che hanno caratterizzato tutta la sua esistenza, nomade per indole e cultura…” e ancora…. “ è il nomade che ama il ricordo del suo luogo natio ma che, tuttavia, cerca altrove una nuova patria; e sempre la trova senza mai dimenticare d’essere pittore con quaderni al seguito che ricolma ad ogni passo con schizzi e colori. Su questi traspone la grandiosità delle architetture e, al contempo, i riverberi del loro vissuto restituendo spazi unici, intimamente connessi alla storia dei popoli che li hanno edificati ma anche all’arte e alla vita che in essi è stata rappresentata”.

L’acquarello è per Pedro Cano il mezzo per esplorare eleganza, compostezza e plasticità delle architetture, ma anche quell’essenza emozionale avvertita attraversando e fermandosi in quei luoghi e contesti di ampio respiro. Con attenzione egli restituisce la complessità dei volumi e quelle stratificazioni che il tempo ha lasciato sulle stesse architetture, prediligendo pochi colori a sugellare quell’atmosfera dove ritrovare la gloria perduta e le tradizioni di diverse civiltà. Così a riguardo scrive il curatore Pellegrini:

La tavolozza è poco affollata e quel poco da tonalità di ciano, verde, marrone, ocra e nero; tutto contribuisce in maniera corale a fornire potenza espressiva alle serie di acquerelli realizzati al punto che i sedici Teatri rappresentati sembrano riappropriarsi orgogliosamente della gloria perduta”.

A proposito delle 24 opere dedicate al Teatro di Villa Adriana, in riferimento ai dodici bozzetti originali dei costumi della piece Memorie di Adriano, Pedro Cano non si limita a disegnare le fogge dei costumi ma, insieme a Roberto Francia, interviene anche sull’impianto scenico aggiungendo pochi elementi indispensabili quali: le tribune per il pubblico, la piattaforma fissata fra le colonne delle Grandi Terme, la breve gradinata davanti al Canopo, le pedane galleggianti sulle acque del canale, sopra le quali danza, come se scivolasse sull’acqua, il ballerino che interpreta Antinoo.

Silvana LAZZARINO  Roma 31 Dicembre 2023

“Teatros. Pedro Cano”

Instituto Cervantes di Roma. Sala Dalí. Piazza Navona 91 Roma

Orario: da martedì a venerdì dalle 14.00 alle 20.00; sabato dalle 10.00 alle 14.00 e dalle 15.00 alle 20.00

fino al 27 gennaio 2024

Ingresso libero

Per informazioni: tel +39 06 6861871 Sito: https://roma.cervantes.es/it/

 Breve nota biografia dell’artista Pedro Cano

Pedro Cano è nato il 10 agosto 1944 a Blanca, Murcia. Ha iniziato a realizzare i suoi primi dipinti ad olio all’età di undici anni come artista autodidatta. Nel 1964 si trasferisce a Madrid ed entra alla Scuola Superiore di Belle Arti di San Fernando sotto la guida di Antonio López García, Juan Barjola e Rafael Martínez Díaz. Nel 1969 riceve il Premio Roma e vive per 3 anni presso la Reale Accademia di Belle Arti di Spagna, per poi trasferirsi nella cittadina di Anguillara sul Lago di Bracciano. Tra le sue innumerevoli mostre in spazi pubblici e privati, segnaliamo gli Scudieri di Palazzo Vecchio a Firenze, le Terme di Diocleziano e i Mercati di Traiano a Roma, il Palazzo Reale di Napoli, il Museo Archeologico di Salonicco, la Sala della Veronica a Murcia, la Fondazione Stelline a Milano e la Galleria Giulia a Roma dove ha esposto più volte le sue opere.

Ha ricevuto la Medaglia d’Oro per meriti artistici dal Governo spagnolo nel 2022, la Encomienda de Isabel La Católica dal Re Juan Carlos di Spagna, la Medaglia d’Oro della Regione di Murcia, Membro onorario dell’Accademia Reale di Belle Arti di Santa María de la Arrixaca e Accademico ordinario della Pontificia e Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere “dei Virtuosi al Pantheon”. Dottore Honoris Causa dell’Università di Murcia. È il figlio prediletto di Blanca e Cittadino Onorario di Anguillara Sabazia, Ragusa e Fabriano.

Silvana LAZZARINO  Roma 31 Dicembre 2023