Sail cargo, il fascino dell’ecologia. L’Atlantico ritrova le vele da trasporto: caffè, rhum, cacao a bordo del BRIGANTES

di Monica La TORRE

Meta negli anni Venti

Con un’impresa a metà tra il visionario e l’eco-friendly, i fratelli Kravina danno vita in  Italia al primo progetto in linea con il movimento dei sail ship cargo: velieri da trasporto lungo le rotte atlantiche da e per le Americhe. Con l’energia pulita del vento, antichi  brigantini tornano a nuova vita commerciale

È dai tempi della Nina, della Pinta e della Santa Maria, in pratica da Colombo in poi, che l’idea della traversata a vela dell’Atlantico rimanda a sogni di avventure, ideali di conquista, fortune improvvise, commerci esotici: e da un cinquantennio abbondante, anche a vagheggiamenti di vacanze extralusso. L’Atlantico ha ingrassato i forzieri dei mercanti spagnoli, portoghesi, inglesi, francesi e americani tanto quanto ha nutrito i sogni di generazioni di adolescenti. E ancora oggi, per noi europei è impossibile citare le isole e gli approdi delle Americhe senza avvertire un pizzico di nostalgia. Il richiamo dell’età dell’oro della moderna marineria.

Navigazione a bordo del veliero cargo AVONTUUR

La letteratura

Le rotte atlantiche hanno scali dai nomi gloriosi, toccano porti densi di echi letterari, dalla Filibusta della Tortuga alla Nantuket di Moby Dick, dall’Isola del tesoro di Stevenson alle Antille di Emilio Salgari e del suo Corsaro Nero. Insomma, ci si innamora del mare leggendolo, oltreché vivendolo. E non c’è bacino più letterario dell’Atlantico: neanche il Mediterraneo, dopo Omero, è stato cantato con l’intensità che i grandi romanzieri dell’Ottocento hanno riservato alle sue rotte, alle sue imbarcazioni, ai suoi comandanti: sotto qualunque bandiera essi abbiano navigato. Un fascino contagioso, che ancora oggi alimenta l’immaginario dei “sea addicted”, sensibili ai racconti di porti lontani, brigantini e lupi di mare, casse di rhum e bandiere nere, timoni e sartie, rose dei venti e vecchie canzoni.

Sail cargo: un nuovo inizio

Parliamo di luoghi mitologici animati da schiavi e contrabbandieri, alcool e tabacco, caffè, rhum, cacao e preziosi. Di denaro guadagnato e rubato, che teneva insieme i Fratelli della Costa ed i mercanti europei, la Tortuga ed il suo mondo immaginifico. Ogni merce viaggiava lungo rotte ben specifiche: stivata in scafi di legno e catrame, era depositata in casse ed in sacchi che aggiungevano al prodotto, una volta attraversato l’oceano e giunto nel vecchio continente, un allure, un fascino, una capacità evocativa ineguagliata. Un bagaglio che qualcuno, negli ultimi anni, ha pensato bene di sfruttare anche in chiave etica, rilanciando il ruolo delle tall ship quali mezzo di trasporto fascinose, ecologiche, etiche. Nasce così Il movimento del sail cargo, del trasporto a vela.

Carico a bordo di cargo a vela

Brigantes, un progetto italiano

E proprio per l’ambizione di ricreare lo stesso fascino d’un tempo, riportando in mare al antichi velieri da restaurare e trasformandoli in mercantili,  che prende il via in Italia la storia di BRIGANTES: goletta a gabbiole tedesca del 1911 varata con il nome di META,  trasformata nel motoveliero Onice – parte della flora mercantile al servizio di Pantelleria fino agli inizi degli anni ‘90, quindi dismessa nel  porto a Trapani. Oggi, grazie all’impegno visionario dell’impresa omonima, la nave  è in corso di restauro proprio a Trapani, destinata a trasportare a vela caffè verde, fave di cacao, spiriti di pregio e prodotti bio dalle Americhe al Mediterraneo, lungo le tradizionali rotte atlantiche.

Brigantes oggi, Porto di Trapani

Anche le dinamiche del recupero della nave (l’armo sarà a topsail schooner) hanno dell’avventuroso. È una storia di fortune e destino, come quelle raccontate dai romanzieri dell’Ottocento. Tuttavia, se di buona sorte si può parlare nell’aver incrociato un’imbarcazione che, sotto le spoglie della motonave in disarmo nascondeva in realtà un vascello di grande storia ed altrettanto fascino, il progetto si basa su un solido e concreto business plan.

Illustrazione di Iuri Taormina

I protagonisti

BRIGANTES è difatti un’impresa internazionale con base in Austria, a Vienna ed a Trapani, con una comunità di investitori, sostenitori, collaboratori e simpatizzanti in crescita costante. Fondata da Daniel Kravina, imprenditore, Oscar Kravina, costruttore d’imbarcazioni, e dall’ingegnere navale Tobias Blome, ha “preso a bordo”, poco dopo, anche l’architetto Alessia Rossetto. Accomunati da una forte etica sostenibile, i Brigantes hanno dato vita a un progetto avveniristico e rispettoso delle tradizioni. Obiettivo, unire il fascino della storia mercantile alla diffusione di buone pratiche di consumo sostenibile, quale quello di  una tazzina di caffè trasportato a vela.

Daniel ed Oscar Kravina
Alessia Rossetto

La storia e il destino

L’ultimo armatore del BRIGANTES prima del suo restauro era stato un anziano di Pantelleria, che utilizzava ONICE per il trasporto da e per l’isola. Nessuno sapeva che la nave fosse del 1911: solo Giuseppe Ferrari, figlio del vecchio macchinista e consapevole del valore dell’imbarcazione, aveva pubblicato tempo addietro un appello sui giornali, affinché qualcuno si facesse carico del recupero del brigantino. Nel frattempo, Oscar Kravina, intenzionato a dar vita ad progetto di sail cargo, aveva scoperto che la celebre imbarcazione storica EYE OF THE WIND – comparsa in diversi film, ed in uso come nave scuola e per vacanze sostenibili – , aveva da qualche parte una sorella gemella, della quale  si erano perse le tracce. Fu proprio imbattendosi nell’articolo voluto da Ferrari che Oscar Kravina potè risalire all’origine dell’imbarcazione, ricondurla alla EYE OF THE WIND e decidere di scommettere sulla motonave in disarmo a Trapani, al molo Ronciglio.

Eye of the Wind

Le due stagioni

Era il 2016. Da allora, BRIGANTES ha vissuto due stagioni di lavori. La prima, il recupero dello scafo, varato tecnicamente nel 2019. La seconda, in corso di svolgimento, che prevede la ricostruzione completa degli interni, delle sovrastrutture, la sostituzione del motore ausiliario ed il rifacimento dell’apparato velico. Il cantiere temporaneo che la ospita si chiama “I’mpossible Shipyard”: si trova di fatto sotto al bastione dell’Impossibile del porto trapanese, ed è anche un cantiere scuola. I lavori coinvolgono un team fisso di addetti ai lavori, che interagisce continuamente con collaboratori esterni, volontari, studenti.

Le maestranze

Alcune competenze arrivano dall’estero, per la mancanza in Italia di profili adeguati: il mastro rigger è americano, il falegname è austriaco. Per questo, l’impresa BRIGANTES assolve anche ad una funzione educativa ed economica, collaborando con cantieri navali locali, ed ibridando professionalità autoctone con saperi perduti, che tornano ad essere diffusi e praticati, e tentano di porre rimedio al depauperamento che ha segnato le sorti della nostra marineria per decenni.E se oggi attorno al cantiere ruotano  circa 15 persone, tra collaborazioni esterne e nucleo operativo, ed altre animano gli uffici austriaci, nuove prospettive si vanno definendo di giorno in giorno. È una storia antica e contemporanea al tempo stesso: e sta rivitalizzando in modo profondo non solo la nave, ma anche tutta la comunità che attorno a lei, in questi anni, si è andata raccogliendo, definendo, ampliando e perfezionando.

I maestri della marineria

La comunità e gli ideali

In collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale VELE AL TRASPORTO, sono attivi diversi workshop per volontari siciliani, italiani e stranieri, nonché laboratori didattici  con alcune scuole siciliane (su tutti, il Nautico e l’istituto industriale di Trapani). Allo studio anche altre attività di sensibilizzazione, molte delle quali punteranno ad attrarre volontari e ad incrementare la presenza femminile nel settore. Obiettivo, ricreare la vita a bordo di queste navi, rafforzare la comunità che da queste dipende, sensibilizzare la popolazione locale ed il consumatore al valore aggiunto etico ed ecologico che il movimento sail cargo, rappresentato anche e soprattutto da BRIGANTES, comporta.

La combinazione etica e logistica di BRIGANTES non rappresenta un’eccezione isolata. Trapani è, certamente, la sede del primo progetto mediterraneo: ma altre navi nordeuropee più o meno antiche, stanno solcando i mari,  o stanno per essere ri-ammarate. In Olanda, prima nazione a partorire l’idea, abbiamo la TRES HOMBRES;  in Germania, AVONUUTR, in Inghilterra DE GALLANT. Ma anche la Francia e la Costa Rica si stanno muovendo nella stessa direzione, incrementando la flotta delle tall ship impegnate nel trasporto a vela, unendo all’indubbio fascino del recupero di vele d’epoca il vantaggio di eliminare i combustibili fossili in favore energie a basso costo (il vento su tutti).

Avontuur

Il viaggio di Brigantes

BRIGANTES viaggerà dal Mediterraneo alle Americhe e ritorno, con un carico di caffè, rhum e fave di cacao, da ridistribuirsi secondo criteri etici ed ecologici in Europa. Si appoggerà ad una rete di piccoli distributori, in modo da calmierare il prezzo del prodotto. Alla stregua di AVONTUUR, che già  percorre la tratta che dalle Canarie arriva al centro America, si affiderà a reti di piccoli produttori tra Honduras, Nicaragua, Messico e Columbia, ed agirà improntando i suoi commerci ai principi del fair trade. In sostanza, si tratta della tradizionale rotta atlantica, che sfruttando gli Elisei per attraversare l’Oceano, tocca le Canarie all’andata e le Azzorre al ritorno. In estate, toccherà i porti del Mediterraneo, (prevista Genova, work in progress per Trieste e l’Adriatico): una riproposizione delle stesse rotte mercantili che META solcava agli inizi del XX secolo, all’indomani del varo, e che collegano la Sicilia, Genova, il Nord Africa, il Marocco, la Spagna.

Non solo trasporto

Il marchio BRIGANTES guarda oltre il semplice trasporto: e fa della distribuzione etica, la cui rete è già in corso di definizione, la chiave di volta per raggiungere la piena sostenibilità economica del progetto. Il caffè per il settore ho.re.ca. viene già trasportato a vela grazie alla collaborazione con altre navi. Tostato a Pienza, in una piccola torrefazione artigianale, è presente in  Austria e Germania grazie alla collaborazione avviata con botteghe bio, hotel ecofriendly, gastronomie sostenibili e altri esercizi e strutture ricollegabili al movimento ecologico, al turismo verde, al consumo sostenibile. In Italia, il primo punto vendita, BRIGANTES BAR & STORE TRAPANI, aprirà proprio a Trapani, nella ex Piazza Mercato del Pesce.

la comunità e l’aggregazione

Le tall ship ed il diporto

Una tall ship non è una nave che nasce per il diporto. Non è la vela just for fun. . È una creatura esigente ed impegnativa, una regina del mare, che proprio per questo ha finito con l’essere dismessa, ed oggi riemerge dal passato con un carico di fascino, professionalità, impatto culturale ed economico enorme. Tanto delicato, quanto poderoso. Per questo, il rapporto con il mondo della vela da diporto è ancora da costruire. Sono realtà diverse, accomunate certo dall’amore del mare, ma che contrappongono divertimento a fatica, svago a rischio d’impresa, velieri ad imbarcazioni in resina. Le prime, esigenti, titaniche, richiedono un equipaggio professionale e competenze che si acquisiscono a bordo o nelle scuole di nautica tradizionale nordeuropea. Le seconde, pensate per far divertire appassionati e famiglie, e vivere, nella maggior parte dei casi, il tempo d’una bella stagione.

BRIGANTES, prove tecniche sullo scafo

Demusealizzare la marineria

Insomma: eccezion fatta per BRIGANTES, il movimento del sail cargo non è ancora presente in Italia, ed il rapporto tra i due mondi è tutto da costruire. Per fortuna, tutti concordano sulla necessità di demusealizzare la marineria, farla tornare vitale, utile, produttiva. Col passare del tempo, i punti di contatto tra i due settori stanno aumentando. Cresce la consapevolezza che lavorare insieme al raggiungimento di una cultura più consapevole è l’unica strada da percorrere, per riunire il mare, e la vela ad una realtà produttiva che le restituisca valore e ragione d’essere.

Monica La TORRE, Foligno 14 febbario 2021