“Roma Silenziosa Bellezza”. In mostra al Vittoriano gli scatti di Moreno Maggi durante il lockdown del 2020.

di Nica FIORI

 “La prima sensazione che si prova arrivando a Roma dal nord con un treno della mattina è quella di una straordinaria euforia. Sul primo momento questa città non sembra neppure vera. Lo spazio, la luce in cui sono immerse le piazze, le strade, i gialli palazzi umbertini, le prime deliziose rovine, la frescura delle fontane, pini improvvisi che si aprono nel cielo cobalto, preannunciano una tale libertà fantastica della natura, in cui giacciono storia e costume, da darvi il capogiro”.
1 Roma silenziosa bellezza, FIL2921_Vinardi

Questa frase di Anna Maria Ortese rende bene la sensazione di meraviglia e stordimento che molti altri celebri scrittori e artisti hanno provato giungendo a Roma. Uno stupore che per Pier Paolo Pasolini diventa “un vero trauma per l’eccesso della bellezza”, come viene ricordato in una delle tante citazioni che accompagnano il visitatore della mostra “ROMA SILENZIOSA BELLEZZA”, ospitata al Vittoriano (Sala Zanardelli) fino al 28 febbraio 2023.

Si tratta di una mostra fotografica a ingresso libero, imperdibile per tutti gli amanti della Città Eterna, cui si accede, dopo essere saliti quasi religiosamente alla grande Terrazza Italia del Vittoriano e quindi essere penetrati all’interno del complesso architettonico che sembra rinato a nuova vita, dopo il difficile periodo della pandemia da covid 19.

Ed è stata proprio la pandemia, che ci ha costretti nella primavera del 2020 all’inedita esperienza dello svuotamento e della desertificazione delle strade cittadine, ad aver reso possibile la realizzazione di scatti fotografici che mostrano la città in un’atmosfera straniante, quasi metafisica, di eccezionale silenzio, che si contrappone alla caotica vivacità e al degradante traffico che l’attraversa quotidianamente.

Moreno Maggi

Autore delle immagini è Moreno Maggi, fotografo italiano di architettura, di interni, di Fine Art, che ha iniziato la sua carriera a New York, dove è vissuto negli anni ’80 del secolo scorso, prima di ritornare in Italia nel 1990. Attualmente collabora con importanti studi di noti architetti quali Renzo Piano, Paolo Portoghesi, Massimiliano e Doriana Fuksas, e le sue foto sono pubblicate nelle più importanti riviste del settore.

L’esposizione, a cura di Roberto Koch e Alessandra Mauro, è organizzata dall’Istituto VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia e dal gruppo Webuild, uno dei maggiori al mondo nella realizzazione di infrastrutture per la mobilità sostenibile, l’energia idroelettrica, l’acqua.

All’ingresso della mostra accoglie i visitatori un grande trittico raffigurante Piazza San Pietro scomposta in tre parti. Una luce dorata riflessa dai sampietrini trasforma la visione in qualcosa di magico. “Vincerò, all’alba vincerò” è il celebre motivo d’opera, tratto dalla Turandot di Puccini, che accompagna la visione suscitando già da questo primo impatto emozione e meraviglia.

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La scoperta della città prosegue tra foto in bianco e nero e a colori, foto diurne – con una luce tersa dovuta all’assenza d’inquinamento nei giorni di lockdown – e altre notturne che sembrano oniriche visioni di luci e di volumi: un’occasione unica di conoscenza e di riappropriazione dello spazio urbano.

I monumenti classici della Roma antica, a partire dal Colosseo, le chiese, i palazzi, le fontane barocche, le scenografiche piazze con gli obelischi (da piazza Navona alla Rotonda, da Trinità dei Monti a piazza del Popolo) e i ponti sul Tevere sono certamente riconoscibili, così come le architetture umbertine (splendida la visione dell’Esedra di piazza della Repubblica sullo sfondo di un cielo blu) o quelle novecentesche dell’EUR, dove le linee architettoniche appaiono assolutamente esaltate dal silenzio e dal vuoto.

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Le variazioni di formato delle fotografie sottolineano la forza di questa esposizione che è fatta di scorci diversi, di strade e prospettive laterali, di visioni dall’alto e altre orizzontali. Tutte le fotografie sono stampe a getto d’inchiostro, montate su pannelli in alluminio, accompagnate da brevi didascalie in italiano e in inglese ed esposte senza vetro per permettere un contatto più diretto con le opere.

Come si legge in un cartello, chiunque può fotografarsi davanti a queste immagini e anzi è pregato di condividere sui social i propri selfie.

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Del resto la fotografia, grande mezzo di comunicazione capace di annullare qualsiasi diaframma temporale e spaziale, è diventata la chiave di lettura del nostro essere al mondo: documento storico, ma anche opera d’arte. Le immagini della mostra raccontano le architetture che hanno portato alla definizione del paesaggio culturale di Roma e lo fanno in un momento di straordinaria bellezza, anche se accompagnato da disagio e dolore da tutta la cittadinanza, come avvenuto anche nelle altre città italiane ed europee.

9 Il Gange_Cuneo S1

Non ci sono passanti nelle immagini (tranne rarissime eccezioni) e alcuni manichini colorati nella vetrina di una via sembrano sottolineare l’assenza di vita apparente, eppure la città non è del tutto vuota: lo sguardo di alcune statue romane (tra cui l’Angelo con corona di spine di Ponte Sant’Angelo, il Gange della Fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona, tritoni e mascheroni), immortalate dal fotografo in bianco e nero e sistemate su dei pannelli perpendicolari alle pareti espositive, ha sostituito quello dei passanti e accompagna il visitatore della mostra alla scoperta della città, insieme a brevi testi (tratti da scritti di Goethe, Stendhal, Ludovico Quaroni, Federico Fellini, Claudio Strinati e altri), che offrono spunti di meditazione sul significato del nostro vivere in uno spazio collettivo.

Attraverso una tenda nera si entra in una sala immersiva, nella quale il visitatore può fruire di una proiezione multimediale interattiva accompagnata da un sottofondo musicale emozionale. Il pavimento è in parte trasparente e nelle pareti sono proiettate immagini della città, che cambiano nelle diverse ore della giornata sotto un cielo attraversato da fiocchi bianchi, simili a uccelli stilizzati.

Per tutta la durata della mostra alcune sue immagini illuminano anche la facciata del vicino Palazzo Venezia, dalle ore 18,30 alle 23,30, grazie a un videomapping ideato e realizzato da Webuild, le cui proiezioni alternano foto a brevi giochi di luce dal suggestivo effetto fantasmagorico. L’iniziativa punta così a raggiungere un vasto pubblico e si pone come ulteriore elemento di valorizzazione della centralissima area di piazza Venezia.

10 Proiezioni su Palazzo Venezia

La mostra è parte di un progetto che comprende il catalogo e l’omonimo volume ROMA SILENZIOSA BELLEZZA, che, secondo le parole di Edith Gabrielli, direttrice dell’Istituto VIVE,

si riannoda a uno dei dibattiti più intensi di questo momento storico, laddove entra nel vivo del ruolo delle città, Roma naturalmente compresa. Gli interrogativi, numerosi e importanti, spaziano dalla questione dei trasporti alla relazione tra presunti centri e presunte periferie. ROMA SILENZIOSA BELLEZZA è anche capace di tenere unito l’impegno scientifico con la capacità di attrarre il pubblico. Le foto di Moreno Maggi spalancano gli occhi degli spettatori verso luoghi estremamente celebri e li collocano sotto una luce diversa, per molti aspetti inedita, anche grazie alla modalità immersiva”.

Nica FIORI  Roma 12 Febbraio 2023

ROMA SILENZIOSA BELLEZZA

Roma, VITTORIANO – Sala Zanardelli

dal 20 gennaio al 28 febbraio 2023

da lunedì a domenica, dalle 9.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18.45). Ingresso libero