Riflessi e bagliori tra la memoria dell’Acqua e l’oscurità del Tempo. Gli scatti di Valter Sambucini

di Carla GUIDI

L’ipertrofia dell’occhio (da Dostoevskij a Marshall McLuhan) ci occulta il Reale ed amplifica la nostra onnipotenza, ma non possiamo fare a meno di desiderare la Bellezza, che sola soddisfa la nostra passione umana e placa il desiderio d’immortalità.

Autoritratto

Se la Bellezza sta solo nell’occhio di chi guarda, non ci salveremo. Invece l’antica Dea continua a guardarci, dallo spettacolo del Mondo, mentre noi la guardiamo in ogni riflesso d’acqua, chiara o scura, illuminata dal sole o dal chiarore della Luna, che rifletta la nostra impotenza, la nostra ombra, ma anche la nostra poesia … Le foto di Valter Sambucini indagano questo sguardo e quello della Natura afflitta e splendida che ancora si riflette in noi, suscitando la speranza di una salvezza del Mondo, in quello che ci è più caro.

 

Pubblicate nel libro di poesie di Anna Bigoni Acqua Dolce, Acqua Salata, dove il fiume Po incontra il mare…. Fresh Water, Salt Water, Where the River Po meets the Sea. (Robin Edizioni 2019)

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Valter Sambucini, nato nel 1953 a Roma, dove vive e lavora, è un appassionato alla fotografia fin da giovanissimo, già attivamente impegnato nel sindacato, aveva attivato un piccolo laboratorio fotografico per foto di cronaca ad uso di reportage giornalistici per i maggiori quotidiani dell’epoca. Sempre negli anni ’70 ha cominciato ad occuparsi attivamente delle emergenti tecnologie multimediali ed ha organizzato un piccolo Centro di formazione alle nuove tecnologie ed alla fotografia, esplorando il concetto stesso di “laboratorio multimediale”. Laureatosi poi in ingegneria elettronica nel 1980 all’università della Sapienza di Roma, ha seguito numerose esperienze lavorative, sempre nell’ambito della ricerca applicata. Negli anni ’90 è ricercatore all’ENEA e poi a seguito dell’istituzione del Sistema delle Agenzie Ambientali in Italia, ha iniziando ad occuparsi di Ambiente presso l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA).

Anche in questo ambito l’immagine è sempre stata presenza costante in senso prettamente tecnico, dalle prime applicazioni con i laser degli anni ’80 allo sviluppo, nell’ultimo decennio, di metodologie di telerilevamento per l’utilizzo di immagini satellitari ed aeree. Inutile parlare qui dei suoi contributi scientifici, pubblicazioni e partecipazione a Convegni nazionali ed internazionali. Basti dire che la sua passione per l’immagine l’ha visto prima direttore responsabile della rivista Effeuno, più tardi nei suoi rapporti di consulenza per l’automazione dei processi di post-produzione e di controllo della qualità e di stampa con i maggiori stabilimenti cinematografici italiani, quali: Cinecittà, Vittori, Telecolor.

Mostra Collettiva: Le Donne, i Cavalier, l’Arme, gli Amori … e l’Arte.

In occasione delle Celebrazioni dei 500 anni dalla prima edizione dell‘Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. A cura dell’Associazione Culturale Premio Centro. Direzione Artistica di Paolo Berti, a cura del prof Giorgio Di Genova. Bomarzo (VT) nelle sale di Palazzo Orsini, dal 01 novembre al 27 novembre 2016.

5. Torna il paladino Astolfo con l’ampolla

In questi ultimi anni invece si è dedicato quasi a tempo pieno alle sue ricerche fotografiche, identificabili all’interno di un percorso poetico tra i due versanti; quello della ricerca storico/antropologica e quello ambientalistico nelle emozioni dei paesaggi naturali ma anche urbani. Il tutto si potrebbe definire come il registrare riflessi e bagliori tra la memoria dell’Acqua e l’oscurità del Tempo, soprattutto in tempi di pandemia. Riguardo a quest’ultimo “Tempo del Convitato di Pietra” citerei due foto del 2020, inserite nella pubblicazione  http://www.robinedizioni.it/nuovo/quintetti-d-arte)

Pubblicate in Quintetti d’arte e Vetrina dell’Invisibilità (Robin 2021) a cura dello storico dell’arte Giorgio Di Genova e della sottoscritta; raccolta revisionata ed aggiornata delle mostre online durante il lockdown della primavera del 2020.

6 Visus Virus 2020

Il concetto di “memoria dell’acqua”, proposto per la prima volta da Jacques Benveniste è stato ripreso recentemente dal premio Nobel per la medicina Luc Montagnier; così sappiamo che alcune sequenze di Dna possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose, altamente diluite, le quali mantengono “memoria” delle caratteristiche del Dna stesso. Ricordando che l’acqua è un vettore ideale per l’informazione elettromagnetica, possiamo citare anche le ricerche del biochimico e ricercatore giapponese Masaru Emoto, effettuate dopo aver incontrato il bio-chimico Lee H. Lorenzen, scopritore della microcluster water (un’acqua energizzata avente effetti terapeutici).

7 Aquis in aerem 2020

Queste ricerche, ormai note, evidenziano con foto, che i cristalli d’acqua congelata si strutturano in una complessità armonica oppure creando forme amorfe e squilibrate, “brutte” secondo i nostri criteri estetici a seconda dei messaggi che ricevono. Questo evidenzia non solo la complessità della vita dove noi ed il nostro ambiente formiamo un Sistema, ma che la nostra maniera di pensare si evolve e si modifica, immersi in un campo elettromagnetico come siamo, ma anche in un tessuto di informazioni e di linguaggi (Arte compresa) che ci modifica, mentre noi agiamo su di esso. (Citando Gregory Bateson, ma anche Edward Lorenz ed Alan Turing, in un saggio del 1950). In questo complesso Sistema sappiamo che le immagini occupano un posto particolare, specialmente la fotografia, più strettamente coinvolta in un rapporto simbiotico con l’Ottica e la Tecnica informatica, là dove il simbolico si incontra con il virtuale e l’immaginario.

La prima superficie specchiante scoperta dagli esseri umani è stata presumibilmente l’acqua, fonte della vita e del piacere, ma anche suscitatrice di emozioni di significato opposto. Questo ci ricollega alla natura stessa delle Immagini, in fondo al loro potere seduttivo ed al principio formale di essere profondamente ambigue. Freud aveva osservato che nei sogni si opererebbe una fusione tra contrari, che finiscono per l’essere rappresentati da un’unica cosa, da un’unica figura; lo stesso procedimento si è individuato analizzando l’evoluzione del linguaggio.

Il fotografo Valter Sambucini, non matematico come Lewis Carroll, ma ingegnere informatico, avvezzo quindi alle seduzioni del web, ha deciso di inseguire gli ultimi bagliori di una Natura filtrata attraverso la manipolazione della tecnologia, immergendosi nell’inganno delle immagini virtuali delle superfici specchianti a denunciare la nostalgia della Bellezza in attesa della sua (forse) definitiva scomparsa. Egli cattura queste rifrazioni dalle superfici quadrettate di palazzi, coperti integralmente di vetrate, oppure nelle sottili increspature riflettenti dell’acqua ferma. La fotografia infatti è al tempo stesso uno specchio magico ed una tecnologia, una squisita forma d’arte ed un tentativo di riprodurre la realtà ovvero soprattutto di Ricrearla, ma naturalmente sempre un linguaggio che tradisce le scelte del suo autore ed una forma di terapia, una cura dolce e rispettosa della vita come l’omeopatia, nel tentativo di guarirci dal male di vivere.

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Le foto sono state esposte nella mostra personale Orizzonti speculari, il vuoto, il pieno, il corpo, il virtuale del 2016 alla Biblioteca del Comune di Roma Vaccheria Nardi, via Grotta di Gregna, 37 – e pubblicate in Città reali, città immaginarie di Carla Guidi (Robin Editore 2019).

Per quanto riguarda invece le sue ricerche ed i percorsi in senso sociologico ed antropologico, possiamo fare riferimento per esempio ad alcune foto esposte a Lucca nel 2012 all’interno della Comics & Games – poi a Borgo a Mozzano in Garfagnana nel 2015 per la decennale Halloween Celebration e pubblicate, insieme alle foto di molte altre ricerche, nel mio libro Città reali, città immaginarie, con il contributo, tra gli altri, dello storico dell’arte Giorgio Di Genova che ha comparato i racconti fotografici di Valter Sambucini a Lo cunto de li cunti, come:

Il fil rouge, che percorre questi soggettivi reportage fortemente impregnati di interesse per la spettacolarità sia degli effetti visivi che dei comportamenti umani e delle produzioni creative, nonché dei loro sottintesi rapporti…” (Robin Edizioni 2019).

Lucca Comics & Games è la più importante rassegna italiana del fumetto, del cinema di animazioni, letteratura fantasy, giochi di ruolo e videogame, che si svolge nella città di Lucca a partire dal 1966, sempre dimostrando, da un edizione all’altra, un aumento d’importanza ed un crescendo nel numero di visitatori ed espositori.

La mostra/festival/mercato coinvolge per intero il centro storico di Lucca, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, con percorsi che riuniscono appassionati del settore e curiosi, tutti entusiasti di vivere (almeno per qualche giorno) in un’atmosfera davvero unica. Infatti, oltre alle mostre di pittura e grafica, incontri con gli autori, presentazioni di libri, proiezioni e concerti, c’è l’attesa sfilata dei Cosplayers che affollano le vie del centro ed il percorso nell’ampio spessore delle splendida cornice delle mura, dove si fa un abitudinario jogging anulare tra alberi secolari ed il verde velluto dei fossati.

Tutto questo scenario permette addirittura l’illusione di aver oltrepassato uno Stargate ed essere entrati in un mondo altro, con una sceneggiatura multiculturale e quasi magica, alla quale introducono folle di persone di ogni età, travestite con ogni sorta di personaggio, senza limitazioni spazio-temporali e culturali. Tutte insieme, queste manifestazioni, decretano ancora una volta come sia Lucca la città del Fumetto e dell’Illustrazione, rimarcando che la crescente pubblicazione di Romanzi grafici in Italia ha raggiunto livelli mediatici assai alti, per non parlare dei videogiochi e delle svariate ibridazioni tra parola ed immagine.

Dopo l’invasione dei mezzi audiovisivi, digitali e dei sistemi di informatizzazione visiva, si è risvegliata infatti una fame violenta di contatto con la materia e le sue possibili trasformazioni attraverso la manualità, contemporaneamente ad un risveglio delle strategie del corpo, sensoriali e gestuali, delle sue possibilità di mimesi e vivacità simbolica, dell’artigianalità nobile del costruire i personaggi e costumi, nella ricerca del contatto con un reale, ormai percepito come alienato e prossimo alla sparizione, in una intermittente e persecutoria iper/realtà. Di questo risveglio fa parte quindi anche il desiderio di esibirsi, non più su di uno schermo virtuale ma teatralmente e concretamente, di fronte ad un pubblico vero …

Riguardo specificatamente i Cosplayers, dei quali Valter Sambucini documenta un vasto repertorio fotografico, essi testimoniano la ormai diffusa pratica di travestirsi come i personaggi nati dalla penna o dal pennello di autori fantasy, di fumetti, di eroi delle nuvole parlanti o dei videogiochi e perfino della pubblicità. Tutto ciò assume coloriture particolari proprio qui a Lucca, sullo sfondo di una tradizione che ha visto i figurinai lucchesi esportare le loro figurine di gesso in tutta Europa ed anche in America, dalla metà dell’800 agli anni ‘30 del ‘900 … per non citare la nascita a Collodi del celebre autore di Pinocchio.

Allora a cosa servono queste invasioni e trasformazioni proteiformi di personaggi, dalla carta al web, poi dallo schermo al teatro di strada? Forse per realizzare una vera e propria vaccinazione contro l’omologazione culturale e la passività tecnologica, per realizzare un esorcismo anche verso quei fantasmatici personaggi, spesso violenti e seduttivi, sfornati a dismisura dalle corporazioni dell’intrattenimento o da geniali inventori di eroi virtuali … per infine riportarli a misura d’uomo o di donna, nel trionfo della creatività, dell’ironia critica, dell’emancipazione intellettuale, nel recupero del contatto gioioso con i propri simili.

Un nuovo Carnevale disubbidiente contro la dittatura dei Persuasori occulti che, sul Villaggio globale diagnosticato da McLuhan, non hanno cessato di stendere la loro ombra. Nello stesso periodo infatti, nella notte tra il 31 ottobre ed il 1 novembre ed a pochi chilometri da Lucca, a Borgo a Mozzano, si celebra dal 1993 una raffinata ed antica festa pagana di Halloween in onore degli antichi Celti.

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12 Whisperer

Fu infatti la massiccia

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migrazione irlandese del XIX secolo a portare la festa negli Stati Uniti, dove assunse coloriture macabre e fortemente commerciali; però è dalla Toscana, dalla valle del Serchio che erano partiti, per ritornarvi infine, qui dove non mancano le testimonianze sopravvissute degli antichi celti, inabissate nel territorio e sommerse dalla vegetazione.

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Tutto questo succedeva prima del periodo pandemico, quando ancora aveva anche la funzione di esorcizzare la Morte, presente nelle nostre società del Postmoderno in quantità direttamente proporzionale alla sua negazione.

Foto 11, 12, 13, 14, dalla mostra – Gli eroi delle Nuvole Parlanti a Lucca Comics & Games e le celebrazioni di Halloween a Borgo a Mozzano. Mostra di Valter Sambucini dal 29 ottobre al 4 novembre 2012 al Porticato Agorà, piazza dei Servi Lucca, con i Patrocini del Comune di Lucca e dell’Associazione Amici delle Terme di Bagni di Lucca.

Carla GUIDI  Roma 28 marzo 2021

Un elenco completo delle mostre personali e collettive dell’autore si può trovare sul sito – www.valtersambucini.ithttps://www.facebook.com/valter.sambucini.5