Punto di vista. “L’amico Vittorio Sgarbi …. “

di Mario URSINO

Molta enfasi, come è giusto che sia, per l’ultima impresa dell’amico Vittorio Sgarbi, ormai monumento di se stesso. L’occasione è la mostra Antonello incontra Laurana a Palermo a Palazzo Abatellis, dove sono esposti l’Annunciata di Antonello, il Busto di Eleonora d’Aragona del Laurana, due capolavori insigni rinascimentali della seconda metà del Quattrocento. Tra questi vi è un’altra celebre icona mediatica del secolo scorso: si tratta della nota foto del 1984 del  fotografo americano Steve MacCurry, che raffigura una ragazza afghana di 12 anni, Sharbat Gula, ripresa durante la guerra russo-afghana. Cosa hanno in comune queste tre immagini? Secondo Vittorio si tratta di un gioco di sguardi di due amiche, di due sorelle che si parlano (l’Annunciata ed Eleonora d’Aragona), nel quale si inserisce lo sguardo della giovane afghana.

Sinceramente mi sembrano tre sguardi che manifestano sentimenti diversi: L’Annunciata di Antonello è vivente e consapevole del divino messaggio ricevuto; viceversa Eleonora d’Aragona è una imago mortis, ovvero ha lo sguardo di chi è già nell’oltretomba. Nella foto Sharbat Gula, invece, ha negli occhi l’immagine del terrore. Quando la vidi per la prima volta, nel 1984, immediatamente associai, e forse non solo io, l’espressione della ragazza afghana alla Sibilla Delfica del Michelangelo. Non sarebbe stato il caso di affiancare anche lo sguardo altrettanto pauroso della Sibilla michelangiolesca? Ma naturalmente è solo un mio punto di vista.