Prorogata al 13 febbraio 2022 la mostra “Re-coding.” di Quayola a Roma negli spazi di Palazzo Cipolla

di Silvana LAZZARINO

In seguito al grande successo di pubblico e critica la suggestiva personale dedicata ad uno dei massimi esponenti della media–art è prorogata fino al 13 febbraio.

L’esposizione propone opere tra stampe sculture e video che guidano ad una ridefinizione della realtà tra verità e finzione entro una visione immateriale

Le straordinarie opere di Quayola, tra i più̀ importanti esponenti della media-art a livello internazionale, continueranno ad essere visibili negli spazi espositivi di Palazzo Cipolla a Roma fino al 13 febbraio 2022. La sua personale “Re-coding”, cui About Art ha dedicato vari articoli, ad ultimo quello della critica d’arte Elena Gradini (Cfr. https://www.aboutartonline.com/quayola-re-coding-quando-la-tecnologia-dialoga-con-la-creativita/  ) dopo il grande successo di pubblico e critica riscontrato in questi mesi, da quando è stata inaugurata lo scorso 29 settembre 2021, permetterà a quanti ancora non l’avessero fatto, di ripercorrere un viaggio immersivo tra arte e tecnologie entro una visione innovativa e in divenire dell’opera d’arte che guardando al passato parla al futuro.

Grazie alle nuove tecnologie digitali gli scenari dell’arte offrono un riadattamento della visione dove le immagini acquistano un insolito potere nel dare nuova forza evocativa entro la progettualità del virtuale grazie a schermi, pc, e applicazioni informatiche.

Quayola Iconographies #20: Tiger Hunt After Rubens 2014. Serie di stampe a getto d’inchiostro. Series of inkjet prints

Su questo piano di visione e interazione tra l’opera e chi osserva, si inserisce il lavoro di Quayola, romano di origine, ma londinese di adozione che, spaziando dalla pittura alla scultura, dal video all’installazione, mantiene sempre vivo il confronto permanente tra il gusto classico e l’uso quotidiano dei mezzi d’espressione visiva più futuristici. La storia dell’arte, i suoi capolavori vengono da lui ricodificati utilizzando una nuova prospettiva a partire da un linguaggio innovativo che riflette la sua visione poetica del mondo digitale. Per restituire questa nuova visione dell’arte che utilizza i media, l’artista si avvale di sistemi robotici di intelligenza artificiale e stringhe di codice generativo attraverso cui esplora le infinite possibilità di formalizzazione dell’idea creativa.

Come afferma il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro- Internazionale che promuove la mostra:

Quayola utilizza gli algoritmi che regolano il mondo digitale non soltanto o non semplicemente per creare delle opere d’arte, ma piuttosto per scandagliare, con le infinite opportunità̀ che la tecnologia gli offre, il processo di ricerca che è alla base dell’opera d’arte stessa, per esplorare la moltitudine di possibilità̀ di concretizzazione dell’idea creativa. Egli scompone e frammenta, per riorganizzare e costruire nuovi canoni estetici del tutto inediti”.

Grazie alle infinite opportunità offerte dalla tecnologia il processo di ricerca da lui adottato assume un valore importante poiché quanto viene restituito dai suoi lavori mette in luce oltre alla novità nel creare opere d’arte utilizzando algoritmi e processi legati alle tecnologie informatiche, anche un modo nuovo per guardare a questa esistenza e a come procede la nostra società.

Quayola Iconographies #20: Tiger Hunt After Rubens 2014. Serie di stampe a getto d’inchiostro. Series of inkjet prints

Promossa, come dicevamo, dall’Associazione Terzo Pilastro-Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F.M Emmanuele, realizzata da Poema, con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, la mostra tra tecnologia digitale e percorsi immersivi, offre questo processo di ridefinizione del modo di leggere la realtà attraverso l’immaterialità che diventa una nuova forma di materialità.

Il percorso espositivo che contempla quasi l’intera produzione di Quayola, presentando opere realizzate tra il 2007 e il 2021, propone un viaggio immersivo nell’essenza della sua arte computazionale tra stampe, sculture, video suddivise in tre aree tematiche: iconografia classica, sculture non finite e tradizione della pittura di paesaggio.

Quayola Iconographies #81: Adoration after Botticelli, 2016 Serie di stampe a getto d’inchiostro / Series of inkjet prints

Attraverso metodi computazionali egli trasforma dipinti rinascimentali e del barocco in composizioni digitali, mentre attraverso mezzi robotici realizza sculture ispirate alla tecnica michelangiolesca del non finito. A restituire la somiglianza tra mondo naturale e digitale sono le rappresentazioni riferite alla natura create mediante l’arte generativa. Si passa dalla forma immateriale prodotta dai video, a quella materiale delle stampe e delle sculture per portare avanti anche un discorso legato a quell’immaterialità che non è altro che “una nuova forma di materialità”.

Gli scenari riferiti alla natura come quelli delle Serie botaniche – ad esempio Jardins d’Ete- dove si respira bellezza e armonia attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali, mettono in luce la paradossale somiglianza tra il mondo naturale e quello digitale. Questo in virtù del fatto che vi è un processo “organico” parallelo sia nella vita naturale, sia in quella algoritmica, un processo generativo in entrambi i mondi che ha una propria logica. Le sculture ed i dipinti, trovano il punto di partenza nell’arte greca e rinascimentale.

Quayola Laocoön #D20-Q1, 2016
Scultura in polvere di marmo e resina / Marbleresin Sculpture

L’eleganza e l’idea di bellezza e armonia propria dell’arte classica qui viene esplorata grazie all’algoritmo attraverso una ricodificazione di quei canoni di perfezione rivisitati entro la logica dei media, attraverso la lettura della macchina.

Ne emerge un nuovo ideale di armonia e bellezza dove la tradizione trova un’inaspettata interpretazione in queste alchimie di forme e colori lasciando che il passato interagisca con il presente. Così le grandi opere dei Maestri riprodotte su “cartelli pedagogici” facilitando la visita dello spettatore, lo guidano nella comprensione del “codice Quayola”, mentre le sculture robotiche come quelle riferite al corpo scultoreo di richiamo al Bernini, mettono in luce la sua capacità innovativa e tecnologica nell’utilizzo del supporto di un sistema robotico AI.

La personale di Quayola si inserisce  nel solco dell’oramai più che ventennale programmazione  dello spazio espositivo di Palazzo Cipolla che, fin dagli inizi, la Fondazione ha rivolto ad indagare le manifestazioni e le tendenze più significative dell’arte in tutte le sue forme a partire dall’approfondimento delle epoche che hanno plasmato l’identità italiana (quali Il Quattrocento e il Barocco) e dalla ricerca sulle culture di mondi lontani (quali la Cina imperiale, il Giappone, l’India, la Russia sovietica, gli Stati Uniti) per arrivare alle testimonianze più attuali e importanti dell’arte contemporanea nazionale e internazionale individuandone i protagonisti (tra cui Rockwell e Hopper).

I suoi lavori sono stati esposti in contesti internazionali quali ad esempio: il V&A Museum a Londra, Park Avenue a New York e il Palais de Tokyo a Parigi ed ha partecipato a biennali e festival tra i quali: la Biennale di San Paolo, e il Sundance Film Festival di Park City. Tra i premi prestigiosi ricevuti citiamo il Golden Nica dell’Ars Electronica Festival.

La proroga della mostra è stata resa possibile grazie all’impegno della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, che ha promosso l’esposizione, e alla disponibilità dell’artista e dei prestatori delle opere.

Silvana LAZZARINO  Roma  5 Febbraio 2022

Quayola Re-Coding

Palazzo Cipolla. Via del Corso, 320  Roma. Orario: da martedì a domenica 10.00-20.00 (Il servizio di biglietteria termina 1 ora prima della chiusura)

Prorogata fino al 13 febbraio 2022 Il biglietto è acquistabile sul sito ticket.it www.ticketone.it/artist/quayola