Pittura, Architettura e i sogni: la morfologia psicanalitica freudiana estesa all’analisi dei fenomeni culturali

di Franco LUCCICHENTI

Arte e Allucinazione

Dopo tanti anni sto rileggendo, in questi giorni di melanconico tempo chiuso, l’ottava edizione de  “L’interpretazione dei sogni” di S. Freud. Dal profondo,come direbbe Freud, emerge qualche mia riflessione anche se l’argomento è stato già affrontato da vari autori. fig1

Nel sonno quando l’apparato visivo si spegne il contatto con le cose che ci circondano si interrompe improvvisamente. La mente non è più condizionata dalla realtà, le FORME del mondo reale percepite  sono rimosse e si entra in un territorio  senza tempo. Il mondo appunto dove abitano i sogni.fig2

Nel sonno le cose reali appaiono distillate dal solvente onirico fino ad assumere  talvolta   forme allucinatorie.

La prima edizione della “Interpretazione dei sogni” di Freud è del 1899 ed è credo il primo approccio scientifico sull’argomento anche se è noto che la letteratura sul mondo onirico è sterminata e alcune opere sui sogni a noi note risalgono al secondo secolo DC.  Freud scrive nel testo citato che il “sogno sostituisce ai pensieri le ALLUCINAZIONI“.

Studi  moderni  di eminenti biologi concordano che parte dell’emisfero destro del cervello custodisce una “memoria fossile”  dalla quale possono emergere  allucinazioni visive e auditive frequenti nelle narrazioni  del mondo antico. Importante il lavoro di Julian JaynesIl crollo della mente bicamerale e nascita della coscienza” scritto negli anni settanta, Rileggete a proposito qualche canto dell’Iliade. fig3

Freud pubblica nel 1899 l’interpretazione dei sogni, nel 1910 nasce l’arte astratta con Kandinski. fig4

Comincia nell’arte figurativa molto dopo nell’architettura una diverso modo di elaborare opere d’arte. La rappresentazione artistica delle cose del mondo reale diventa PRESENTAZIONE di altre forme che sembrano assumere aspetti allucinatori anche nel figurativo , pensate ad esempio a Rousseau il Doganiere e a Munch. fig5, fig6.

All’inizio del XX secolo in curiosa coincidenza con i primi studi scientifici sul mondo onirico quella parte del cervello  che crea i sogni diventa, diciamo, operativa nell’agire di alcuni  artisti.

Anche gli archistar negli ultimi decenni del 900 progettano  edifici “mossi, apparentemente instabili” appaiono scolpiti come in uno stato di allucinazione. fig7

Il passaggio, dopo secoli di arte tradizionale, all’astrazione allucinante di parte dei movimenti moderni e contemporanei è una trasformazione cruciale antropologico-culturale. fig8

Le camere nascoste del cervello che  attivano nel sonno modalità di percezione diverse dalla veglia permettono ad alcuni artisti di varcare il territorio onirico e dare sostanza e arcana bellezza alle forme che abitano i sogni restituendole allo spazio e al tempo.  fig9

 

Franco LUCCICHENTI    Roma 22 mrzo 2020