di Elena GRADINI
E’ allestita nei suggestivi spazi di Palazzo Strozzi a Firenze la Personale dell’artista danese Olafur Eliasson, in corso fino al 22.01.2023.
Una mostra totalmente immersiva, pensata ad hoc per costruire un duplice dialogo in grado di unire tanto la storia e la tradizione del grande Umanesimo fiorentino quanto le esigenze del mondo contemporaneo, dove il passato si fonde con le più moderne tecnologie e così accade che l’arte, e tutta la molteplice creatività dei suoi linguaggi, riesca a costruire un ponte, un dialogo tra antico e moderno, fondato sulle più recenti innovazioni hi tech. Nel tuo tempo vuol essere un invito ad entrare nel cuore delle opere, che abitano lo spazio in cui sono collocate e si attivano concretamente grazie alla presenza dei visitatori.
Lontani dal divieto di toccare le opere esposte qui tutto è plasmato e reso in certo modo funzionale grazie al pubblico, che funge da necessario completamento degli environments pensati dall’artista. Ogni stanza diventa un ambiente altro, trasformato anch’esso da una situazione concreta e reale in qualcosa di evanescente, che trascende la realtà oggettiva e partecipa a quel processo psicofisico di alterità, di trasposizione del soggetto che, se da una parte è il catalizzatore delle opere, dall’altra viene a sua volta destabilizzato e indotto a intraprendere una sorta di viaggio psichedelico fatto di luci, ombre, suoni, riflessi, per approdare alla proiezione del sé attraverso molteplici sfaccettature, che scompongo la propria immagine e creano un corpo altro, sino ad arrivare alla realtà aumentata, grazie alla quale il pubblico, al centro effettivo delle stanze e dell’azione artistica, è invitato ad indossare i visori 3D e immergersi in un mondo parallelo, costruito sui solidi geometrici che modulano lo spazio che ci circonda ottenendo un effetto straniante. Luci, suoni, vibrazioni modulari, intermittenze, interventi minimali, sono alcuni degli effetti che si possono via via percepire in queste iconiche istallazioni, come ad esempio Beauty (1993) in cui un arcobaleno brilla in una cortina di nebbia, oppure Your view matter, opera del 2022 presentata per la prima volta al pubblico, in cui viene utilizzata la tecnologia VR (Realtà Virtuale).
Nel tuo tempo è un viaggio che dall’arte antica approda al mondo attuale, lo attraversa e lo indaga con l’aiuto dello straniamento psicologico.
Specchi, acciaio, luci monofrequenza, proiettano la luce e la modulano andando a creare tutte quelle alterità da sempre care agli artisti. Abbiamo nell’arte tanti esempi di autori che hanno indagato lo spazio d’azione dell’uomo unito alla creatività.
Si pensi a Leonardo da Vinci e tutte le sue macchine effimere sperimentali sulla percezione ottico-visiva, oppure ai grandi Happening degli anni Sessanta, dove l’artista e lo spazio concorrono a creare dei nuovi moduli spazio-temporali in grado di attivare o anche disturbare lo spettatore, che diviene esso stesso parte del processo artistico, in una continua dialettica tra passato, presente e futuro.
Ora è la volta di Eliasson, del suo universo parallelo e altro, delle sue visioni monocromatiche, dove trova la sua collocazione l’uomo del XXI secolo, sempre più Hi Tech, sempre più smart e, forse, più straniato dai processi socio culturali rispetto al passato.
Elena GRADINI Roma 4 Dicembre 2022