Monica Cardarelli: “… quante sorprese ci attendono nella ricerca se ci mettiamo con la pazienza l’umiltà e il rigore a cui Maurizio Fagiolo ci ha abituato”

di Monica CARDARELLI

Non ho conosciuto Maurizio Fagiolo Dell’Arco da vivo, ma l’ho conosciuto pian piano, giorno per giorno leggendo e studiando le cose in cui ancora è vivo, i suoi cataloghi, i suoi libri sul Novecento italiano, sulla Scuola Romana, sul Realismo Magico, stupendomi ogni volta delle coincidenze del suo gusto e delle sue simpatie con quelli che sono i soggetti di predilezione della mia Galleria del Laocoonte, l’amore e il gusto per il disegno, il conforto della tradizione classica italiana, il sogno di riprodurre la realtà e il realismo nel sogno.

Ogni volta su suo suggerimento mi sono trovata a sfogliare vecchi cataloghi ingialliti, pagine di giornale così fragili da doverle toccare con la cautela con cui si reggerebbero le ali di una farfalla. Andare per archivi a cercar lettere e documenti rendendomi conto quanto è antico il Novecento e quante sorprese ancora ci attendono nella ricerca se ci mettiamo sulla via di scoprirlo con la pazienza l’umiltà e il rigore a cui Maurizio Fagiolo ci ha abituato. E tutto questo con l’attenzione per la biografia umana dei protagonisti di quell’arte con le loro genialità, ma anche con le loro piccolezze, che avvolte raccontano degli artisti più di quanto si possa apprendere dai proclami e i manifesti. In questo Maurizio Fagiolo mi sembra ancora vivo ed è un onore continuare a collaborare con lui.

Monica CARDARELLI     Roma 22 novembre 2019