Metaverso e cyberspazio: sono artefatti o solo fenomeni fisici ? E l’Arte che c’entra? Per una discussione sul futuro

di Franco LUCCICHENTI

Leggo sulla Treccani parte della definizione di Metaverso: zona di convergenza di spazi virtuali interattivi localizzata nel cyberspazio…

Definizione da  Wikipedia di Cyberspazio:  dominio caratterizzato dall’uso dell’elettronica e dello spettro elettromagnetico per immagazzinare, modificare e scambiare informazioni attraverso le reti informatiche e le loro infrastrutture fisiche (fig.1).

Parliamo di mondi che vengono definiti immateriali. Non è così, perche la loro sostanza è strutturata dalla luce che è composta da onde di energia trasmessa da fotoni corpuscolari che viaggiano alla velocità della luce.  Immateriali ma emersi dalla materia sono forse solo i sogni e le allucinazioni (fig.2).

Alcuni operatori culturali hanno da tempo utilizzato spazi virtuali per entrare nel mondo dell’arte. Dall’invenzione del cinema e della televisione abbiamo passato molto tempo a GUARDARE le “vite degli altri”. Col cyberspazio crediamo di BUCARE gli schermi e condividere la vita con le IMMAGINI di altri. Si tratta però di figure virtuali, fantasmatiche. Forse aveva ragione Shakespeare quando nella Tempesta fa dire:

“Noi siamo fatti della stessa sostanza con cui sono fatti i sogni e nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita”.

Abitare il cyberspazio significa desiderio di allontanarsi dalla vita reale alla ricerca di insolite emozioni. Non bastano più un viaggio, la visione meravigliosa di un tramonto ai tropici, un volo su montagne innevate, il cielo notturno…. (fig.3)

L’uomo occidentale è prigioniero della ripetizione e della noia, lo spirito col tempo si assenta e la vita normale è povera di emozioni. La nuova tecnologia che ha inventato il metaverso è una luminosa manipolazione alchemica per illudersi di poter tornare all’età dell’oro.

Sotheby’s ha annunciato di aprire ai collezionisti digitali (fig.4)

Non credo si possano collezionare ESPERIENZE ma solo foto o film del fenomeno o strumenti ottici per riviverli come anni fa si metteva un disco di musica o un nastro registrato. Non era il disco l’opera d’arte ma la musica che si ascoltava.

Niente di nuovo sotto il sole e la luna.

Franco LUCCICHENTI  Roma  30 Ottobre 22