Mecenati, intermediari e artisti veneziani a Vienna tra 1650 e 1750 nel volume a cura di Enrico Lucchese & Matej Klemenčič.

redazione

Giovedì 12 Gennaio viene presentato a Firenze, presso il Caffé Letterario Niccolini, Via Ricasoli, 3 alle ore 18 il volume :

Patrons, Intermediaries, Venetian Artists in Vienna & Imperial Domains (1650-1750) a cura di / edited by Enrico Lucchese, Matej Klemenčič, Polistampa, Firenze 2018.

Introduce il Prof. Siro Ferrone; presenta il Prof. Cristiano Giometti. Saranno presenti i due autori

Il volume approfondisce la storia dei rapporti che occorsero fra mecenati, intermediari e artisti veneziani a Vienna e nei domini del Sacro Romano Impero tra 1650 e 1750. In tale periodo, non ci fu soluzione di continuità tra arti performative e figurative.

Basandosi sugli studi di Francis Haskell, si può inoltre affermare che il mecenatismo a Vienna nell’età barocca facesse parte di una rete cosmopolita in cui gli intermediari furono protagonisti fondamentali. I venticinque saggi raccolti prendono in esame casi esemplari di queste relazioni avvenute tanto nei territori della Casa d’Asburgo e nei feudi imperiali, quanto nel resto d’Europa, anche con artisti non veneziani.

 Preface

Alla fine di settembre 2020, nell’anno del centenario dalla fondazione dell’università di Lubiana, i curatori del presente volume hanno organizzato presso l’ICCHS (International Center for Comparative Historical Studies / Mednarodno središče za primerjalne zgodovinske raziskave) della Filozofska fakulteta un convegno di studi internazionale e multi/interdisciplinare con un titolo simile a ciò che si legge qui in frontespizio, in quell’occasione accompagnato anche dalla versione in sloveno Naročniki, posredniki in beneški umetniki na Dunaju in v cesarskih deželah (1650-1750).

Preceduti da una call for papers in inglese e in italiano, dalla formazione di un Comitato Scientifico e dalla selezione delle proposte pervenute, i lavori del convegno, cofinanziato dall’Agenzia Slovena della Ricerca (ARRS), si svolsero in modalita telematica a causa dell’emergenza COVID-19. La contingenza costrinse a una visita, nell’ultima giornata, per ‘pochi intimi’ alla mostra, che stava per aprire alla Galleria Nazionale di Lubiana, del rosalbiano Ritratto di Daniele Antonio Bertoli, straordinaria effige di uno dei principali intermediari tra mecenati e artisti veneziani nei domini del Sacro Romano Impero fra Sei e Settecento: uno dei protagonisti delle comunicazioni, riassunte nello Zbornik povzetkov / Book of Abstracts pubblicato dalla casa editrice della facoltà, di studiosi provenienti dall’Austria, dal Belgio, dalla Croazia, dalla Germania, dall’Italia, dalla Repubblica Ceca e dalla Slovenia.

Il perdurare dell’epidemia ha rallentato le ricerche, cosi come di conseguenza la preparazione e la presentazione degli atti convegnistici, che erano stati previsti uscire all’inizio del 2021. Grazie alla fiducia – di cui siamo personalmente riconoscenti – dell’ARRS e dell’Università di Lubiana in un progetto scientifico che ha conseguito il Seal of Excellence nell’ambito del programma Marie Skłodowska-Curie Individual Fellowship della Commissione Europea, è stato possibile mettere in cantiere l’edizione di una monografia bilingue (inglese e italiano) che partisse da quell’incontro di due anni fa, unendo gli interventi – nel frattempo arricchitisi di bibliografia, riflessioni e contenuti – di chi vi partecipo a scritti di altri specialisti, per un totale di venticinque saggi, dopo la prevista peer review e il necessario controllo di esperti linguistici.

Divisi in tre sezioni che rispecchiano quelle discusse nel convegno, esaminando il ruolo giocato dagli intermediari in episodi-chiave di committenza, gli studi del volume offrono viatici per incamminarsi sugli innumerevoli sentieri creati dai rapporti tra personalita culturali sparse nell’intera Europa della Age of the Baroque, legate fra loro da vincoli di amicizia, interesse economico-sociale e talvolta di parentela, consanguinea o acquisita, mediante le quali Venezia e il cosmopolitismo dei suoi artisti trovarono nella corte di Vienna un centro attrattivo e di elaborazione per il teatro e la musica, la letteratura e le arti visive.

Lo studio delle interrelazioni tra le diverse espressioni artistiche barocche è una strada indicata anche da alcuni passi e dalla ventottesima tavola, riguardante proprio due opere viennesi, della prima edizione di Patrons and Painters: in alto la Morte di Cleopatra dipinta da Guido Cagnacci, sotto i Campi Elisi per La Monarchia Latina Trionfante dello scenografo Lodovico Ottavio Burnacini, della famiglia con cui inizia la presente raccolta. È stato quindi molto importante, e motivo di particolare gratitudine, essere stati accolti con entusiasmo nella collana diretta da Siro Ferrone, subito dopo il testo di Leonardo Spinelli dedicato al teatro mediceo di Pratolino del Gran Principe Ferdinando, indimenticabile personaggio nel libro di Haskell.

Only connect, intitolava John Shearman un suo saggio (1992) sul rapporto tra arte e spettatore del Rinascimento: il motto è quanto mai pertinente per l’estetica successiva, quando da Vienna nel 1730 la veneziana Giovanna Carriera non esitava a scrivere alla madre che “questo è il secolo della musica e non della pittura” (SANI 1985, p. 530), giocando, anzi mascherando (lei sorella di Rosalba e pure pastellista), sugli stretti nessi tra i fatti artistici, attori e fruitori compresi, del XVII e XVIII secolo.

Enrico Lucchese, Matej Klemenčič 8 Gennaio 2023