Leoncillo (1932-1968) “Sequenze ai limiti dell’abisso­” alla Galleria Spazio all’Arte (Roma, fino al 15 Febbraio).

di Veronica PIRACCINI

“Quando si ama davvero un artista o magari un’opera in particolare troviamo le sue tracce, l’evidenza e l’afrore delle sue forme,  in qualche caso persino le sue drammaturgie negli angoli più remoti del mondo, in libri senza alcuna relazione diretta con il nostro oggetto d’interesse, in gesti sensazioni e comportamenti senza alcuna apparente affinità con esso.”

E’ indubbia la verità che emerge dalle parole del critico e curatore d’arte Enrico Mascelloni, nelle sopra citate righe tratte dal suo scritto “Sequenze ai limiti dell’abisso” di presentazione al catalogo SKIRA Editore, per l’Esposizione a Roma di  sua cura “Leoncillo – Sequenze (1932-1968”.

1 Inaugurazione della Esposizine Leoncillo nella Galleria Spazio all’Arte

Si è inaugurata il 14 dicembre e proseguirà fino al 15 Febbraio 2024 nella bella galleria romana “Spazio all’Arte” in Via delle mantellate n. 14, il progetto voluto e sostenuto da Casa d’Aste Capitolium Art.

 Si tratta di una straordinaria Esposizione, da non perdere,  n. 22 Opere dell’artista Leoncillo Leonardi degli anni 1932-1968 perlopiù scultoree di vario formato, materia e colore quali ceramica e smalti, terracotte, Grès, refrattari, tecniche miste, e anche tempere, disegni e tecniche miste, provenienti da importanti collezioni d’arte di pregio fra le quali: Galleria del Laocoonte, Collezione Francesco Balsamo, Collezione Laura Tenzi, Collezione Leonardi, Collezione Marco Capuani, Collezione Massimo Carpi, Collezione Ovidio Jacorossi, Collezione Sabrina Annibali, Gualdo Cattaneo.

2 Da sinistra 8. Sequenza; a destra 2. Sequenza

Leoncillo è un protagonista assoluto tra i massimi rappresentanti dell’Arte Informale del XX secolo di notevole potenza espressiva vulcanica e magmatica, oserei dire magnetica, molto riconoscibile seppur varia nella cifra stilistica, perché sempre riesce ad imprimere spontaneamente il suo naturale ductus  nel  modellare comporre o scardinare le forme, dipingere e disegnare.

(3) part. 4.Sequenza. Stratigrafia del tempo (foto di V. Piraccini da un particolare punto di vista, ad intendere come queste opere sono ancor più straordinarie da qualsiasi punto si guardino)

Inoltre, è bene dire, che la qualità dell’artista è ancor più messa in risalto per la chiave di volta intercettata ed espressa nel percorso espositivo sull’idea Sequenza di Enrico Mascelloni dalla notevole qualità ritmica ed evocativa, accostando Opere lontane nel tempo, dove nel catalogo come nell’Esposizione emergono chiaramente  le varie Sequenze da lui individuate, ma che non sono i titoli delle opere dell’artista.

Questo  fa emergere  le diversità della ricerca artistica di Leoncillo dei linguaggi attraversati, così da mettere in luce  opere animate da un filo conduttore profondo, a riverberare sia l’incontro con il proprio contemporaneo che le opere d’arte nei vari periodi della storia, dando vita a un dialogo atemporale fuori dal tempo, pur nascendo in esso in un preciso momento, e anticipando il futuro.

Le Sequenze intercettate dal curatore sono n. 8 :

  1. Sequenza. Fine della rappresentazione; 2. Sequenza. Natura e terra; 3. Sequenza. Il sangue di Leoncillo; 4. Sequenza. Stratigrafia del tempo; 5. Sequenza. Slittamenti progressivi del reale; 6 Sequenza. L’orizzontale assoluta; 7. Sequenza. Palingenesi della violenza palingenesi della pietà; 8 Sequenza. La verticale assoluta.

 Egli scrive:

“Dunque che intendiamo per sequenza? … una relazione/affinità tra oggetti  del tutto eterogenei… una progressione di opere, quasi sempre distanti nel tempo e nel linguaggio ma non in quella ossessione formale che a distanza di decenni trasformerà un Ulivo vangoghiano dei primi anni Trenta in un Taglio degli anni Sessanta  apparentemente privo di ogni referenza iconica.”
(4) Stratigrafia del tempo 4.Sequenza

Infatti il critico d’arte Enrico Mascelloni, determina uno scritto dal taglio originalissimo,  tramite approfondimenti e suggestioni d’arte (e suoi trascorsi di viaggi) per come la cultura ci parla ed entra nella vita di noi tutti rimbalzando in sensazioni e ricordi vissuti che vanno dall’artista verso di noi,  e viceversa, per il quale annota:

“Opere estreme e radicali come le “Pietà” di Leoncillo possono apparire nei luoghi più improbabili, così come una ragazzina russa cresciuta in Asia Centrale può ricordare quella “Marie fille du peuple” del 1918 con cui Amedeo Modigliani rappresentò una vita assediata dal Tempo in un tempo di tutti i furori. Nulla di più lontano dalla ragazzina di Modigliani la “Pietà” di Leoncillo, se non fosse per una tenerezza intensa che finisce per fregarsene del Tempo stesso.”

 Attraverso l’opera di Leoncillo, si toccano anche le tematiche dei “Minatori” nell’arte, ricordando di quegli anni  la tragedia di Marcinelle (Belgio 1956)) in cui morirono oltre duecento italiani appena migrati da una miniera all’altra, quale grande carneficina europea del “tempo dell’acciaio e del carbone”.

5 pietà
6 Minatori

E ancora, il critico d’arte,  capta una lettura particolare nell’opera di Leoncillo, accennando ad un suo viaggio in un villaggio dell’ Africa Orientale, quando:

“Non fu tanto il mistero di quelle morti contigue a sorprendermi …. A innescare una relazione inattesa fu la terra che le ricopriva: come arata e appena sommossa, pressoché identica, anche nelle tonalità rossastre di una materia ricca di ferro, a quella “Pietà” di Leoncillo del 1958 che si è trasmessa con il titolo “Vento rosso”, e che avevo visto esposta per la prima volta pochi mesi prima di quel viaggio.”
7 Tempo ferito, particolare

Arrivando a carpire altri elementi innovativi per come l’artista interpretava, scrive Mascelloni:

 “… una tecnica mista su carta dalla stessa forma si dipana la sequenza  più estrema e radicale di questa mostra: terra che si simula terra in un grandioso trompe-l’oeil. E al contempo si manifesta una delle maggiori invenzioni di Leoncillo e del secondo dopoguerra, l’orizzontale assoluta, capace di anticipare, e in alcuni casi suggestionare i successivi lavori schiacciati a terra di artisti come Jannis Kounellis e Pino Pascali, Richard Long e Carl Andre. I precedenti, volendoli necessariamente cercare, ci riportano alle sculture orizzontali romane d’epocaimperiale, ricordate da Leoncillo stesso nel suo Piccolo Diario.”
8 Grande mutilazione

Ma ancor più interessante è quando Mascelloni accentua il fatto che Leoncillo dalle opere orizzontali entra nella verticalità  affrontando i “Monoliti” sia dei suoi  contemporanei (da David Smith a Ettore Colla, da Isamu Noguchi ad Arnaldo Pomodoro) a quelli “Baba” nella steppa Mongola nei primi anni Novanta,  sino a lanciarsi sorprendentemente con fulmineo sguardo all’indietro verso la drammatica verticalizzazione contorta e tormentata di un caso più unico che raro della storia del Rinascimento la “Crocefissione” (1512-16) di  Matthias Grünewald, sentendo visceralmente in essa la forte tensione emotiva delle ferite inferte da Leoncillo in alcune sue sculture come di torsi trafitti e sanguinanti di grande corporeità cristallizzata:

 

9 Corpo dolente
“… Sebbene le forme di Leoncillo siano aggredite da un modellato  che quasi tende a perforarle (e che in qualche caso le perfora),  la forma appare in genere simmetrica a scanso degli anfratti e delle piaghe, come resta nonostante tutto simmetrica una delle opere più estreme dell’arte occidentale: il grande Altare di Issenheim dipinto da Matthias Grünewald in cui il corpo del Cristo anticipa la materia piagata della “scultura-corpo” di Leoncillo.
10) Il sangue di Leoncillo,  3.Sequenza

 E ancora altri sono i raffronti come il Cubismo con “Le rovine di Terni del 1954”. E le figure dei “Lottatori”.

11 Le rovine di Terni

E le persone “ Ritratto di Donata” già affrontato da Longhi nel 1954 che solo oggi ritorna con questa mostra in visione al pubblico scrive Mascelloni: “… è degno di figurare accanto ai migliori ritratti di Oskar Kokoschka e di Chaïm Soutine”, e di un Francis Bacon,  ma anche di Raffaello e Velázquez.

12 Ritratto di Donata

Ritratti che nascono da un’operazione radicale e assolutamente privi di aneddotica che il curatore individua:

 “… oltre la soglia della rappresentazione.Tra tutte le sequenze, è questa certamente la più vicina  ai limiti della rappresentazione, e forse ai limiti dell’abisso”

13 Ritratto di Mary
14 Ritratto di Mary (si noti la sorprendente invenzione di questo ritratto attraverso la foto di Veronica Piraccini da un diverso punto di vista).

L’Arte gioca d’anticipo, nel presente del tempo di ieri e d’oggi proiettandosi vertiginosamente al  futuro,  per come anche ironizza  enfaticamente Enrico Mascelloni:

“E che mi permette, azzerando il dispotismo del tempo e dello spazio (e anche la plausibilità di un testo critico…)”

15 part. Scultura con gocce rosse
16 Insonnia

Ebbene, questa esposizione di notevole pregio, voluta e sostenuta da Casa d’Aste Capitolium Art di Gherardo e Giorgio Rusconi, è frutto di un affiatato team coordinato dal Direttore artistico Vincenzo Maria Zuco di Spazio all’Arte dove si svolge l’Esposizione, in collaborazione con Maurizio Stazi,  con il Coordinamento e organizzazione prestiti delle opere di Carolina Righi, fotografie di Massimiliano Ruta, Comunicazione Diana Daneluz e Mariateresa Rusconi.

17 part. Taglio bianco

La  sede romana della Capitolium Art è stata aperta nel settembre 2021 nello storico studio di Mario Schifano invia delle Mantellate, in Roma– ­ prima fondata a Brescia nel 1988  nel prestigioso Palazzo Cigola Fenaroli Valotti.

Qui a via delle Mantellate, Spazio all’Arte, svolge qualcosa di più della tradizionale galleria ad uso commerciale, perché opera con una valenza culturale più ampia, in virtù del desiderio dei fratelli Rusconi eredi e fondatori della società Capitolium Art dal 2008, di trasmettere a un pubblico sempre più vasto l’amore per l’arte insieme al Direttore artistico V. M. Zuco, responsabile degli eventi e mostre d’ arte sia nazionali che internazionali della galleria.

Catalogo “Leoncillo –Sequenze­ ­(1932-1968)”  SKIRA Editore, dicembre 2023, Milano, (pag. 130 e opere a colori) è composto dalla Presentazione di Capitolium Art srl; il testo critico di apertura di Enrico Mascelloni “Sequenze ai limiti dell’abisso”; e approfondimenti molto ben articolati tramite le schede, sequenze e apparati di Marianna Ostuni.

Veronica PIRACCINI  Roma 4 Febbraio 2024

“Leoncillo – Sequenze (1932-1968) ­”.

Casa d’Aste Capitolium Art   in  “Spazio all’Arte”, Via delle mantellate n. 14, Roma.

Esposizione 14 dicembre al 15 Febbraio 2024. Orario 10–13,30; 14,30–19. (Sabato e domenica chiuso).