Le “Convergenze” di Gianfranco Notargiacomo in mostra a Spoleto fino all’8 marzo (con uno scritto dell’artista)

di Gianfranco NOTARGIACOMO

Una mostra è una mostra è una mostra come una rosa è una rosa è una rosa.

Invitato a esporre nella prestigiosa Galleria Carandente in Palazzo Collicola, da Marco Tonelli nuovo direttore, ho aderito con entusiasmo e ho visitato quegli spazi stressati dal terremoto del 2016, messi in sicurezza sì, ma con i segni evidenti di quel sisma. Bisognava ricominciare: ridare vita a quelle magnifiche sale. Con Marco abbiamo pensato di riproporre quella mostra  che nel ’71, alla galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis, fu per me l’inizio di tutto: il titolo era Le nostre divergenze. 200 piccoli omìni di plastilina colorata, Pongo, occupavano protagonisti la sala, osservando gli osservatori. La mostra fu poi riproposta dopo anni, anzi decenni, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e in altri spazi pubblici. Ma anche un’altra mostra è stata per me un inizio, l’inizio del mio ritorno alla pittura, già presente nei tentativi dei primi anni ’70 e manifestatosi con forza attraverso la scultura dipinta alla fine di quegli anni: nel ’79, con la mostra Takète o della Scultura alla galleria La Salita di Giantomaso Liverani. Nelle sale di Palazzo Collicola, gli omìni e i Takète hanno trovato la loro convergenza. Ma a dare una vera svolta, un ulteriore inizio, è stata la visita ai depositi della galleria. Lì, sulle grate metalliche o in terra, erano conservate le opere non in esposizione. Ho ritrovato una parte della mia vita: c’era Burri, che mi diede stupore quando bambino, accompagnato alla quadriennale, vidi i suoi grandi rossi e i grandi neri, Sadun, il mio Direttore all’Accademia de L’Aquila, quando fui chiamato giovanissimo, dove diventai amico dei grandi Andrea Cascella e Mario Ceroli, Boille straordinario artista mio amico, Pace un pezzo di storia, Bendini che mi stupì nelle mie prime visite nelle gallerie d’avanguardia, i miei amici Mattiacci, Pozzati; Enrico Luzzi, i più giovani di me, ma miei compagni di strada, Asdrubali e Rossano. Poi altri artisti a me familiari. Purtroppo non c’era Emilio Vedova, ma nella mostra è come se ci fosse, perché è davvero sempre presente.
Ho pensato di far parlare gli omìni e i Takète con le opere che dal deposito non avrebbero potuto rispondere e realizzare un’antologica dell’amicizia e della stima. Il titolo è Convergenze.

Gianfranco NOTARGIACOMO    Roma  14 dicembre 2019

Convergenze.

Notargiacomo e la collezione della GAM di Spoleto

a cura di Marco Tonelli
Galleria d’Arte Moderna “G. Carandente”

PALAZZO COLLICOLA – Spoleto14 Dicembre 2019 – 8 Marzo 2020

Gianfranco Notargiacomo è un artista per molti versi precursore dai linguaggi non codificati capace di passare dalla forma all’immagine, dalla struttura alla pittura con la stessa perizia e intelligenza. Proprio per questo ha rappresentato la soluzione ai nodi contrapposti l’uno con l’altro, contrastanti, intrecciati. Divergenti e convergenti allo stesso tempo

La Galleria d’Arte Moderna di Spoleto, come tutti i musei del mondo, possiede un deposito ricco di opere, per lo più donazioni o acquisizioni fatte nel corso degli anni, alcune delle quali destinate a ruotare nel corso del tempo e uscire di volta in volta dai depositi.

Gianfranco Notargiacomo ha accolto l’invito per la sua mostra a cercare un dialogo con gli artisti e le opere della collezione conservate nei depositi di Santo Chiodo, trovando la chiave di volta della proposta curatoriale in circa venti dipinti di autori con cui ha avuto un rapporto effettivo . Tra di essi figurano Burri, Sadun, Bendini, Pace, Vacchi, Asdrubali, Rossano, Gandini, Cascella, Ceroli, Boille, Cotani, Mattiacci, Luzzi, Pozzati.

La mostra Convergenze inaugura a Palazzo Collicola sabato 14 dicembre alle ore 11.30 e sarà visitabile fino a domenica 8 marzo 2020. Il progetto espositivo riprende il titolo dalla celebre installazione Le nostre divergenze, la prima mostra personale dell’artista tenutasi a Roma nel 1971 presso la Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis, poi riproposta varie volte nel corso dei decenni in vari spazi museali, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma: oltre duecento omìni in plastilina colorata che invadono la galleria in tutti i suoi spazi. La prima volta che fu esposta in pubblico l’installazione fu definita nell’Herald Tribune da Edith Schloss come “The most surprising show”.

Negli spazi del piano terra di Palazzo Collicola, proprio dove una volta era collocata la collezione permanente della Galleria d’Arte Moderna, circa 140 omìni dialogheranno con le opere selezionate dal deposito della collezione, in un fluire continuo tra memoria e presente, come fossero testimoni incantati di un’apparizione, di uno svelamento.

Con l’occasione della mostra Notargiacomo donerà alla Galleria d’Arte Moderna di Spoleto una sua scultura, un tipico Takete, che farà anch’esso parte della mostra insieme ad altre sculture della serie, simbolicamente a far convergere, come recita il titolo, le sue opere con quelle del museo.

Nel corso della mostra, si terrà un incontro pubblico in cui l’artista illustrerà punto per punto i suoi legami con i singoli artisti con cui ha scelto di dialogare. La mostra è fatta in collaborazione con studenti dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia e la RUFA di Roma.

Gianfranco Notargiacomo (Roma, 1945) espone negli anni Settanta presso Galleria La Tartaruga di Roma, la Galleria La Salita, il Palazzo delle Esposizioni. Nel 1980 partecipa alla mostra ideata da Flavio Caroli, Magico Primario, presso il Palazzo dei Diamanti a Ferrara. In questi anni nasce il profondo rapporto con Emilio Vedova, che lo segnalerà per il Premio della Presidenza della Repubblica presso l’Accademia Nazionale di San Luca. Nel 1982, nel 1986 e nel 2011 è invitato alla Biennale di Venezia e terrà negli anni Ottanta mostre personali a Castel Sant’Elmo aNapoli, Casa del Mantegna a Mantova, Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza di Roma, Palazzo Reale di Milano. Nel 2009 tiene la mostra Le nostre divergenze 1971-2009 curata da Mariastella Margozzi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel 2011 è in Cina, prima a Hangzhou, al Zhejiang Daily Ideal Culture Development Company, poi a Shanghai, al Museo Heng Yuanxiang, dove realizza due grandi Takète. Nel 2013 al Forte Malatesta di Ascoli Piceno si tiene l’antologica A grandi linee. Tra le numerose collettive è invitato alla VIII e alla XI Biennale de Paris e alla Biennale di Sydney, ha esposto alla Hayward Gallery di Londra, al Frankfurter Kunstverein di Francoforte, al Museo di San Paolo del Brasile, al Taiwan Museum of Art ed è presente nella collezione Artisti Italiani del XX secolo alla Farnesina del Ministero degli Affari Esteri. E’ stato docente presso lAccademia di Belle Arti de L’Aquila, di Firenze e di Roma, dove nel 2015 riceve il titolo Maesto Accademico Emerito. Nel 2013, per iniziativa del Presidente della Repubblica, riceve l’onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

www.notargiacomo.com