L’autenticità del quotidiano. Gli scatti di Pepi Merisio tra spensieratezza e malinconia (mostra a Trevi, Villa Fabri)

di Silvana LAZZARINO

Il gioco permette a quanti lo praticano di sentirsi a proprio agio e uscire dai ruoli che solitamente si svolgono nel quotidiano siano essi legati all’ambito lavorativo, sia familiare e sociale.

Questo perché l’atmosfera che si crea durante il gioco mette tutti sullo stesso piano, lasciando da parte le differenze e diseguaglianze anche sociali e culturali, entro un contesto lontano dalla routine in cui poter far emergere le proprie capacità e attitudini, rischiando di sbagliare senza necessariamente sentirsi giudicati. Inoltre il gioco sia esso legato allo sport, a giochi di ruolo online o da tavolo, a quelli all’aria aperta, crea condivisione, interazione e anche quella sana competizione in cui mettersi alla prova.

Diversi spazi e contesti legati al gioco condiviso in vari momenti della giornata tra giovani e adulti, ma anche tra bambini. è al centro della mostraPepi Merisio. Gioco!” che è stata inaugurata lo scorso 24 giugno 2021 a Trevi (Perugia) nella cinquecentesca cornice di Villa Fabri alla presenza del Sindaco Bernardino Sperandio il quale ha tenuto a sottolineare come l’esposizione, dedicata ad uno dei più affermati Maestri della fotografia italiana del Novecento, rappresenti l’inizio di una nuova stagione culturale per la cittadina umbra che vedrà il susseguirsi di eventi, concerti, e conferenze.

Trevi, Villa Fabri, facciata

Patrocinata dal Comune di Trevi in collaborazione con il Complesso Museale di San Francesco, l’esposizione a cura di Flavio Arensi, vuole essere un omaggio a Giuseppe Merisio, detto Pepi (Caravaggio 1931- Bergamo 2021) a pochi mesi dalla sua scomparsa avvenuta lo scorso febbraio.

Pepi Merisio sulle scale ©Foto Marco Pasini.

Da autodidatta ad amatore, entra presto a lavorare come fotoreporter con diverse testate tra cui “Réalité”, “Photo Maxima”, “Pirelli” e “Famiglia Cristiana”, per poi entrare ad “Epoca” nei primi anni Sessanta. Celebri i suoi scatti che ritraggono le popolazioni italiane in condizioni disagiate, ma anche quelle di Papa Paolo VI di cui è stato il fotografo ufficiale. In questa mostra protagonista è il gioco che permette di tornare a vivere la spensieratezza propria del fanciullo ed a prendere distanza da un atteggiamento volto solo a considerare sé stessi non preoccupandosi degli altri.

La scelta di Villa Fabri è in linea con il tema del gioco in quanto sulla volta dell’atrio accanto alla figura di Cronos e alle allegorie delle stagioni sono rappresentati diversi giochi dedicati ai bambini.

Pepi Merisio, Giochi di bambole ad Amelia, 1980 © Pepi Merisio. Museo delle storie di Bergamo Archivio fotografico Sestini
Pepi Merisio, La giostra di Colle di Vareno, Monte Pora, 1964 © Pepi Merisio. Museo delle storie di Bergamo Archivio fotografico Sestini

Il percorso espositivo attraverso cinquanta foto in bianco e nero e a colori realizzate dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta, ripercorre il tema del gioco nelle sue espressioni legate al quotidiano. Gli scatti restituiscono l’immediatezza e la poesia di gesti riferiti a momenti di felicità condivisi in gruppo o vissuti individualmente, attesi e desiderati entro contesti diversi eppure accomunati da quella spensieratezza in cui si respira entusiasmo, ma anche amarezza perché poi il gioco deve terminare per tornare ciascuno ai propri impegni e semmai riprendere il giorno successivo.

Il gioco restituisce quella libertà che permette di essere sé stessi. Come scrive il curatore Flavio Arensi:

“I ragazzi del Rione Stella, i seminaristi che giocano a basket, gli orchestrali che attendono la scena giocando a scacchi, come la madre carica di legna e il figlio con la piccola gerla vuota che gioca alla fatica della vita, sono scorci o paradigmi della nostra esistenza. Ognuno con il suo portato di felicità e persino amarezza: il gioco finisce, si deve tornare a casa, ai compiti, al lavoro, alla normalità. Il gioco, in tal senso, è quell’attimo eroico e atemporale in cui ci si immerge per mettere uno stacco dalla cronaca ed entrare nella propria storia”.

Riguardo l’occasione che offre il gioco di uscire da un ruolo assegnato, sempre il curatore così afferma:

“Il gioco è l’alfabeto più immediato, quello che toglie i protagonisti dalla necessità di sentirsi in un ruolo predefinito, mettendoli nella condizione di rivelarsi. Il lavoro di Merisio ha per lo più questo indirizzo: lasciare che le cose accadano, si rivelino per quello che sono, mentre sta all’osservatore cercare di capire ciò che vede stampato”.
Pepi Merisio, Basket in Seminario, Bergamo 1964; © Pepi Merisio. Museo delle storie di Bergamo. Archivio fotografico Sestini

Attraverso questi scatti viene restituita una panoramica di un pezzo della storia reale di un Italia dove protagoniste sono le persone e gli spazi dove esse si muovono, sia essi legati a scorci di paesaggi naturali, sia essi riferiti a strade e cortili di luoghi abitati da gente semplice e dalla profonda autenticità.

Momenti di vita quotidiana in cui il tempo sembra fermarsi perché il contesto del gioco lo permette poiché tutto è lasciato fuori dal senso del dovere e dell’essere ad ogni costo all’altezza della situazione. Con amore e spontaneità Merisio ha saputo cogliere la concretezza delle persone in ogni fase della vita restituendone sorrisi, sguardi malinconici e sereni con quella sincerità che li rende profondamente veri e li fa sentire ancora più vicini a chi con gli occhi entra nel loro mondo.

Come ha sottolineato il Sindaco Bernardino Sperandio nell’opera di Merisio non vi è

Nessuna tragedia, nessuna esoticità e così noi possiamo accostarci alla sua fotografia ritrovando sapori che conosciamo.

Ogni gioco da quello delle carte, alla corda, alle bocce, a quello del pallone e delle corse in strada, rappresenta il momento di svago sia per gli adulti, sia per i bambini con cui viene restituita l’immagine di un’Italia che cambia passando dagli anni del boom economico agli anni Ottanta.

Pepi Merisio. Piazza Navona, Roma 1965 © Pepi Merisio. Museo delle storie di Bergamo. Archivio fotografico Sestini
Pepi Merisio, Nel Rione Stella, Napoli 1975, © Pepi Merisio. Museo delle storie di Bergamo. Archivio fotografico Sestini

Di ciascun contesto riferito al gioco Merisio coglie il momento più rappresentativo, restituendo quel momento emblematico che sta accadendo. Ogni scatto restituisce di quel gesto, sguardo, contesto, tutta la sua autenticità e poesia catturate grazie alla capacità di entrare con lo sguardo in quell’unicità del momento: “così afferma Pepi Merisio in fotografia, decisivo non è l’attimo, ma lo sguardo di chi sa cogliere l’istante irripetibile di un momento, il dettaglio di ciò che appare. È sempre il fotografo che decide quando è il momento decisivo”.  In ogni immagine si può scoprire un’emozione, come sostiene Merisio: ” Ci commuoviamo davanti a quei volti, quegli occhi, quelle mani di persone che magari non ci sono più”.

L’esposizione è coprodotta e organizzata da Le Macchine Effimere e da  Menti Associate.

Le Macchine Effimere nascono nel settembre 2020 per occupare un posto nel settore dell’ideazione e organizzazione di mostre ed eventi culturali, avvalendosi della  grande esperienza maturata nel settore grandi mostre dalle sue socie fondatrici.  Oltre all’expertise in movimentazione di opere d’arte seguita da un ufficio registrar preparato e professionale, Le Macchine Effimere segue la gestione di collezioni d’arte, l’organizzazione di corsi, seminari e incontri culturali e cura la progettazione e la realizzazione di pubblicazioni d’arte con una clientela che spazia dagli enti pubblici a fondazioni private. www.lemacchineeffimere.it

 Menti associate, è una Società fondata nel 2016 da un insieme di professionisti operanti da anni nel settore della cultura e dello spettacolo, cura l’ideazione, l’organizzazione, la realizzazione e  la gestione di tour, spettacoli, tra i quali si annovera l’opera rock “Shine Pink Floyd  Moon” con la regia di Micha Van Hoecke con le musiche dal vivo dei Pink Floyd Legend, manifestazioni culturali e fornisce servizi per mostre e musei. Da anni si occupa di gestione di spazi culturali, organizzazione biglietterie ed accoglienza di diverse mostre ospitate in complessi noti come il Complesso del Vittoriano, il Chiostro del Bramante, l’Accademia di Francia presso Villa Medici di Roma, Palazzo Reale di Milano, Palazzo Albergati di Bologna e il  Salone degli Incanti di Trieste. Dal 2021 gestisce il Complesso Museale di San Francesco a Trevi. www.mentiassociate.com.  

Silvana LAZZARINO  Roma 11 luglio 2021

Pepi Merisio. Gioco!”

Villa Fabri, Via delle Grotte 2, Trevi  (PG)

a cura di: Flavio Arensi

orario: per i mesi di giugno, Luglio, Settembre, Ottobre dal martedì alla domenica 11.00 – 20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima), per il mese di agosto dal martedì al giovedì dalle 11.00 alle 20.00; venerdì, sabato e domenica dalle 11.00 alle 23.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Aperture straordinarie: domenica 15 agosto dalle 11.00 alle 23.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Catalogo: Lyasis Edizioni

fino al 3 ottobre 2021

Per informazioni: tel. 0742 381628 Sito: www.museitrevi.it