Interessanti appuntamenti con l‘11^ edizione di Telescope. L’Arte prosegue

di Silvana LAZZARINO

Adesso che si è tornati in parte a uscire anche l’arte si prepara ad essere nuovamente apprezzata entro i suoi luoghi deputati. Ma se alcuni musei si stanno adoperando per accogliere i visitatori nel rispetto delle norme, il progetto” Telescope Racconti da lontano”giunto alla sua 11^ edizione prosegue nel suo racconto di mostre, artisti, musei, progetti, impegno sociale della cultura, aspettando di rivivere a pieno ogni aspetto della cultura rifrequentando oltre alle sale dei musei e gallerie d’arte, anche i cinema e l teatri. Significative a riguardo le parole di Oscar Wilde: “Si può esistere senza arte, ma senza di essa non si può vivere”.

Accanto al testo a firma del musicista, compositore e chitarrista di origine israeliana Yuval Avital riferito al suo nuovo progetto partecipativo “Human Signs”, realizzato durante i giorni della quarantena; da non perdere il racconto di  Maura Pozzati dedicato al lavoro del padre Concetto Pozzati ,attraverso il suo Archivio  da poco approdato online. A parlare della grande artista Nanda Vigo è Marco Meneguzzo curatore e storico dell’arte ricordando le “ragioni interne e germinali” dell’opera di una grande protagonista dell’arte degli ultimi 50 anni.  Accompagna questo racconto un contenuto speciale: “Nanda Vigo Light Forever”, una playlist su Spotify realizzata dall’Archivio Nanda Vigo e dalla Galleria Allegra Ravizza, con alcune delle canzoni preferite dall’artista.

La sezione “Video“ di grande forza espressiva è l’appello del fotografo brasiliano Sebastião Salgado per salvare gli indigeni dell’Amazzonia dal Coronavirus e REC la campagna di sensibilizzazione per raccogliere i fondi necessari per aiutare migliaia di bambini e ragazzi ad accedere all’istruzione a distanza, promossa da AMACI e Sky Arte in collaborazione con Sanità di Frontiera e Save The Children.

Nella parte” Extra”  troviamo oltre “Alla scoperta del labirinto di Arnaldo Pomodoroprimo digital tour gratuito realizzato dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro e ad “Artists’ Film Italia Recovery Fund” la campagna di raccolta fondi per gli artisti promossa da “Lo Schermo dell’Arte”, che destinerà un’edizione delle opere alla collezione permanente della GAMeC di Bergamo, anche “Una Seduta per i Musei” il concorso progettuale promosso dall’Associazione MuseoCity, con il patrocinio di ADI Associazione per il Disegno Industriale, rivolto agli studenti delle scuole di design milanesi.

Per la sezione “Racconti” Marco Meneguzzo a proposito del racconto su Nanda Vigo sottolinea come per introdurre il lavoro di questa grande artista, scomparsa lo scorso 16 maggio, sia opportuno parlare di un tempo circolare senza un prima o un dopo. proprio perché al centro della sua ricerca è la luce tout court restituita quale “soggetto artistico – ed esistenziale – sostanzialmente atemporale, fatte salve alcune eccezioni, come l’invenzione davvero epocale della luce elettrica”. Nella luce non si definisce un tempo umano, ma il comportamento dell’uomo rispetto alla luce, che è quell’aspetto su cui lei indaga, Sintesi espressiva e semplicità percettiva caratterizzano i suoi lavori che si mostrano quasi “nudi” all’occhio del fruitore. “Forti della forza dell’idea loro sottesa, che è sempre la luce”, essi nel loro essere ideali invitano il fruitore a affidarvisi e a vivere nella luce e nella trasparenza, ”elementi che da fisici possono trascolorare rapidamente nell’etico”.  

Senso di libertà e leggerezza si percepiscono nelle sue opere come in ”Rocket to Nubiru” (2013): un missile schematico collocato su tre montanti, dalle pareti di specchio che una volta lanciato riflette lo spazio circostante, mentre dall’ogiva, tronca, viene proiettato in alto, su uno schermo, una porzione di cielo stellato scelta dall’artista. Come a dire che, in fondo, ciascuno costruisce il proprio cielo.

“Nanda Vigo Light Forever” attraverso una playlist su Spotify che raccoglie alcune delle sue canzoni preferite oltre ad essere un modo affettuoso e speciale di ricordarla, permette di soffermarsi sui suoi interessi musicali che vanno dalla potenza sfrenata dei Rolling Stone, ai poetici concetti musicali di Franco Battiato, dal ritmo incalzante dei Queen, all’epica del tema di Star Wars, dalla classe inarrivabile di David Bowie, all’allegria scanzonata di Adriano Celentano. Questo è stato possibile grazie all’Archivio Nanda Vigo e alla Galleria Allegra Ravizza.

Yuval Avital ©Beni-Steiner compressor

Di grande forza evocativa il nuovo progetto interamente on line  “Human Signs” di Yuval Avital compositore e artista multimediale di origini israeliane, che vive a Milano e lavora con BUILDING. Si tratta di un’opera partecipativa globale online di danza e voce realizzata nel periodo del Covid19 in collaborazione con Stefania Ballone, danzatrice e coreografa del Teatro Alla Scala e curatrice dei contributi inerenti la danza, Niccolò Granieri e Tychonas Michailidis docenti al Digital Media Technology Lab della Birmingham City University addetti rispettivamente ai sistemi informatici generativi e al conforming sonoro; e poi con Franco Covi curatore del montaggio del livestream settimanale e Monkeys Video Lab i responsabili del montaggio video dei vari ensemble.

 A partire da una nuova percezione del proprio corpo in rapporto alla realtà circostante e dalle nuove modalità nel mettersi in comunicazione con gli altri attraverso una visione del corpo interattiva è nata l’idea di questo progetto, che si fa portavoce dell’estetica comunicativa vissuta in questo ambito storico unico legato al Coronavirus che ha previsto un isolamento forzato nella propria abitazione di quasi tre mesi.  Il progetto riunisce in un affresco multimediale oltre 100 performer da tutto il mondo, con un appuntamento settimanale online dalla forte portata espressiva. Attraverso lo schermo così Avital è entrato nelle case di artisti di tutto il mondo, offrendo loro un cantus firmus: un’auto-ripresa della durata di circa 12 minuti dove l’artista si immerge in un vocalizzo mantrico. Successivamente Yuval Avital ha chiesto ai coinvolti di dialogare con il suo mantra, con la voce o con il corpo, riprendendosi con un qualsiasi device e di inviargli il risultato, invitandoli a loro volta a diffondere il virus-video, innescando così una catena potenzialmente infinita.

Tutti i video sono stati riuniti e sono riproposti in diversi capitoli ogni settimana adare vita ad una sorta di palcoscenico virtuale abitato da protagonisti del mondo del balletto classico e della danza contemporanea, insieme ad artisti vocali e maestri dei più antichi canti tradizionali. Voce e gestualità interagiscono grazie alla danza e alla musica tale da restituire un affresco multimediale globale dove si sovrappongono polifonie e immagini in un’armonia di ritmo e energia.

La voce umana – spiega l’artista – è un elemento essenziale nella mia arte, nelle composizioni musicali come nelle creazioni visuali, dove però non introduco quasi mai la mia voce. In questo momento tuttavia ho sentito il bisogno di esternare nel modo più diretto, senza filtri, la paura, la vulnerabilità, il desiderio, la speranza e tutti i sentimenti emersi con violenza in questi giorni” .

Tutti i martedì sul canale YouTube dell’artista alle ore 19.30 si può  seguire l’appuntamento, della durata di circa 90 minuti.

La sezione Video oltre a REC una campagna per raccogliere i fondi necessari per aiutare migliaia di bambini e ragazzi ad accedere all’istruzione online, prodotta con AMACI e Sky Arte in collaborazione con Sanità di Frontiera e Save The Children: insieme per il diritto all’istruzione, presenta l’appello del grande fotografo brasiliano Sebastião Salgado per salvare gli indigeni dell’Amazzonia dal Coronavirus. È in corso alla Fondazione Pistoia Musei la sua mostra “Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni” a cura della moglie Lélia Wanick Salgado con cui ha lanciato un appello alle autorità per evitare il contagio da Covid 19 delle comunità remote che abitano l’Amazzonia.

Gli indigeni, già sofferenti a causa della deforestazione e dell’avvelenamento delle acque, vivono una situazione resa ancora più critica dall’invasione illecita dei loro territori – ormai fuori controllo a causa dell’emergenza sanitaria – da parte di minatori, taglialegna, allevatori, che hanno portato la malattia nella loro comunità. I popoli indigeni che vivono isolati nel bacino amazzonico potrebbero essere spazzati via del tutto dalla pandemia, come già furono decimati dalle malattie portate dai colonizzatori europei.

Tra gli Extra citiamo la campagna raccolta fondi per gli artisti “Artists’ Film Italia Recovery Fund” promossa da “Lo Schermo dell’Arte” al fine di offrire un sostegno concreto e immediato a un settore in piena emergenza. Si tratta di un modello alternativo di produzione, per ridare prospettive al mondo della cultura e a tanti giovani artisti italiani.  L’Associazione Lo Schermo dell’Arte si fa promotrice non soltanto della raccolta fondi – attiva fino al 15 giugno – ma anche di una rete solidale di persone e istituzioni per sostenere la produzione di opere video originali di artisti italiani o residenti in Italia under 35.

Al termine della raccolta, un bando pubblico inviterà gli artisti a inviare un progetto per la produzione di un’opera video originale: il 100% dei fondi raccolti sarà assegnato a uno o più artisti selezionati da una giuria composta da Leonardo Bigazzi, Lucrezia Calabrò Visconti, Sarah Cosulich, Lorenzo Giusti e Andrea Lissoni. Un’edizione delle opere prodotte sarà donata alla collezione permanente della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, epicentro della recente emergenza sanitaria.

L’archivio dove rivedere e leggere tutte le edizioni di TELESCOPE è disponibile su www.larafacco.com

Silvana LAZZARINO   Roma giugno 2020

Telescope. Racconti da lontano #11

L’archivio completo di TELESCOPE è disponibile sul sito www.larafacco.com