“Il primo ritratto della luna e le incisioni impossibili di Claude Mellan”; una pubblicazione di Massimo Pulini

di Michele FRAZZI

Fig. 1 Claude Mellan, autoritratto

Nel suo libro Massimo Pulini ripercorre le tracce, e ricostruisce il percorso della vita artistica di Claude Mellan ( Fig. 1 ), un raffinato incisore e pittore ( peintre graveur) francese  che ebbe la fortuna di vivere a Roma tra il 1624 ed il 1636, nel pieno del suo splendore Barocco.

Era figlio di un calderaio e produttore di lastre di rame, e questa nascita dovette in qualche modo condizionare la sua carriera dato che poi divenne uno dei più prolifici e abili incisori della sua epoca, capace di realizzare più di 400 tavole.

 

Fig. 2 Claude Mellan, ritratto di Nicolas-Claude Fabri de Peiresc

Il suo viaggio e soggiorno in italia, si realizzò sotto gli auspici e la protezione di un altro francese Nicolas-Claude Fabri de Peiresc ( Fig. 2 ), un uomo di grande cultura, patrono delle arti, delle lettere e scienziato, in Italia divenne un membro di di riguardo della Accademia romana degli Humoristi, e studiò legge a Padova dove conobbe Galileo Galilei con il quale rimase poi sempre in contatto epistolare, anche dopo il suo ritorno in Francia. Fra i suoi lavori più di rilievo possiamo ricordare la scoperta della nebulosa di Orione, quelli di botanica e di ottica oltre a quelli davvero notevoli relativi all’astronomia, di cui ci occuperemo più avanti. Mellan dunque si trasferì a Roma per più di dieci anni, ed in questo periodo ebbe modo di conoscere le opere di Francesco Villamena e di collaborare con Simon Vouet. La tecnica che scelse di utilizzare per le sue incisioni: il bulino, era caduta quasi in disuso in quel periodo, a causa della estrema perizia ed abilità che essa richiedeva, per questo motivo quasi tutti gli artisti avevano optato per la più facile e libera tecnica dell’acquaforte.

Egli fu dunque un artista controcorrente, così come lo è Pulini quando decide di occuparsi di un personaggio come questo, conosciuto ed apprezzato per lo più dagli amatori e dai collezionisti molto raffinati, un incisore che scelse di mettersi alla prova con un mezzo tecnico impervio ed esigente. Ma Mellan probabilmente risulta affascinante proprio per questo motivo, per la sua scelta fuori dagli schemi, scomoda, e per il fatto che ha vissuto in un’epoca splendida, di grande fioritura delle arti, sia quelle visive che letterarie, oltre che musicali ( si assiste alla nascita del melodramma) e soprattutto scientifiche.

Il saggio di Pulini si concentra in particolare sui due apogei dell’arte di Mellan: le tavole che riproducono la geografia della luna, ed il volto di Cristo impresso nel velo della Veronica. L’occasione per la prima impresa fu la richiesta di riprodurre con la massima precisione possibile la geografia della Luna, questa commissione proveniva da Nicolas-Claude Fabri de Peiresc e da Pierre Gassendi, un altro scienziato ed astronomo di primissimo rilievo, in tempi moderni entrambi vennero poi onorati con la dedica del nome di due crateri della luna. Questa richiesta si inseriva nell’illustrazione di un ampio progetto scientifico intentato dai due scienziati, che era volto al miglioramento del calcolo delle misure delle longitudini terrestri, attraverso l’osservazione simultanea effettuata in diverse zone geografiche dell’ eclissi lunare del 27 agosto del 1635. L’esperimento con tutta probabilità riprendeva il modello di quello già effettuato da Eratostene nel III° secolo a.C. che per primo misurò la circonferenza della terra, che è di circa 40.000 km., con un margine d’errore di poche centinaia di kilometri.

Eratostene per l’esperimento si servì della osservazione simultanea della differenza dei gradi dell’ombra solare effettata in due città che insistevano sullo stesso meridiano: Alessandria e Siene, di queste città lui conosceva anche la distanza che le separava, che era di 787,5 km., impostando così una equazione logica ( Differenza dei gradi : 360° = 787,5 km. : x ), egli effettuò il calcolo preciso della circonferenza terrestre. Ritornando al nostro Mellan il frutto delle sue fatiche furono una serie di tre tavole caratterizzate da un sorprendente e quasi fotografico realismo, e da una precisione esecutiva assoluta ( Fig. 3 ), in questo caso la sua meticolosità, e la sua perizia divennero davvero uno strumento fattivo al servizio della scienza.

Fig. 3 Claude Mellan, Luna Piena
Fig. 4 Claude Mellan, volto di Cristo, particolare

L’altra opera di cui si occupa l’autore è il Volto di Cristo, che Mellan, al massimo della sua capacità e del suo ardimento tecnico realizza attraverso un’unica linea concentrica ed ininterrotta che parte dalla punta del naso e si diffonde per tutta l’ampiezza dell’immagine ( Fig. 4 ). Questa è un’opera, che ha le caratteristiche di una impresa, di un’avventura che si apprezza col pensiero, con l’immaginazione delle difficoltà e degli espedienti tecnici che sono serviti a realizzarla, una cosa che l’autore si sforza di cercare di ricostruire e presentarci con perizia. L’impresa di Mellan ha anche un significato simbolico, la stampa infatti è accompagnata da una scritta: Formatur unicus una- non alter, che allude al fatto che Cristo è il figlio unigenito di Dio, e proviene da una Vergine, così come specularmente anche il volto di Cristo di Mellan è fatto da una linea unica, e nessun altro è mai stato capace di mostrare la stessa abilità.

Ripercorrendo la vita di Mellan con un animo tangibilmente appassionato, dunque Massimo Pulini ci fa scoprire la luce brillante di questa piccola gemma rimasta nascosta ai più, la sua prosa gustosa lo rende poi un libro adatto non  solo agli specialisti, ma davvero coinvolgente per tutti coloro che vogliono aprire anche solo uno spiraglio per cercare di comprendere questo appassionante momento storico.

Michele FRAZZI  Roma  25 luglio 2021