Il Museo del Novecento (Milano) riapre la stagione espositiva con la mostra “Franco Guerzoni. L’immagine sottratta”

redazione

La mostra a cura di Martina Corgnati, segna il ritorno di Franco Guerzoni nella città dove hanno avuto luogo alcune delle sue principali esposizioni, e prosegue l’indagine condotta dal museo sui protagonisti e i movimenti che hanno contrassegnato il panorama artistico italiano nella seconda metà del Novecento.

Antropologie, 1976-1978, pigmenti e stucco su coccio e stampa cromogenica, cm 20×20

Saranno esposte le opere realizzate dall’artista nell’ultimo decennio; i lavori dei primissimi anni 70’ nati dalla collaborazione con gli amici Luigi Ghirri e Franco Vaccari; i libri-opera che dagli anni settanta punteggiano la produzione dell’artista; l’ultima ricerca intitolata Intravedere; una serie di fotografie inedite che illustra la genesi dei suoi progetti; un video d’artista realizzato da Eva Marisaldi ed Enrico Serotti che racconterà per tappe l’opera di Guerzoni. Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo edito dalla casa editrice Skira.

Libro volante, 1976, cm 40×70, stampa cromogenica e lito in copia unica
“Con un’espressione della curatrice Martina Corgnati, che faccio mia, – afferma l’artista- l’esposizione dovrà essere “intima” come intimo è lo spazio che la riceve al Museo del Novecento: la grande sala della Lanterna e lo spazio dell’Archivio. Non inseguirà l’ambizione di narrare una biografia, quanto piuttosto accettare la frammentarietà di alcune stagioni di ricerca che qui cercano di incontrarsi in una distanza temporale significativa.”

Al quarto piano del Museo del Novecento sarannno esposte soprattutto opere realizzate dall’artista nell’ultimo decennio: un itinerario intorno alla parete, un topos per Guerzoni.

Paesaggi in polvere, 2017, pigmenti e scagliola su tavola, cm 100×200

Pareti vecchie e scrostate, ricche di intonaci e rigonfiamenti, precarie per crepe, graffi, affioramenti, muffe e salnitri, sono protagoniste prima, agli esordi, di scatti fotografici utilizzati come supporto del suo lavoro; poi saranno evocate sulla tela: pareti-palinsesto dai molteplici, evocativi affioramenti sulle quali si è articolata tutta la sofisticata archeologia personale dell’artista modenese.

30 agosto 2020

Adele Naiaretti  adele@sarazolla.com

Sara Zolla | Ufficio Stampa e Comunicazione http://www.sarazolla.com