I “Passi” di Alfredo Pirri per la prima volta in Sicilia: una istallazione tra dinamiche di luci e forme riflesse

di Silvana LAZZARINO

Nel gigantesco pavimento di specchi frantumati del Castello Maniace di Siracusa una nuova dimensione tra passato e presente con antichi reperti del luogo. La suggestiva installazione dell’artista è visibile e percorribile fino al 31 dicembre 2021

PASSI, Jugoslovenska Kinoteka, Belgrado 2019; ph Vladimir Popovic

Tempo sospeso, recupero di legami tra passato e presente, tra spazio e movimento in costante elaborazione e trasformazione verso un possibile e ipotetico futuro si muove l’arte di Alfredo Pirri, tra i più interessanti protagonisti della scena artistica contemporanea che tende a coinvolgere non solo visivamente, ma anche fisicamente lo spettatore entro il gioco ritmico di colori ed effetti di luce presenti nelle sue opere.

A restituire questo aspetto è stata la sua installazione “Fuoco– Cenere – Silenzio” realizzata in occasione del  Capodanno di Roma è OLTRE TUTTO” evento digital organizzato dal Campidoglio lo scorso 31 dicembre 2020 cui hanno preso parte protagonisti internazionali e nazionali della musica tra cui Gianna Nannini, Manuel Agnelli, Rodrigo D’Erasmo, Diodato, Elodie, Carl Brave, Gemitaiz, dell’arte come Tomás Saraceno  e Tim Etchells, e scrittrici quali Michela Murgia e Chiara Valerio e tanti altri. Formata da sei torri in cemento e metallo, sei pire sacrificali di dimensioni variabili, dai quattro agli otto metri di altezza, l’installazione di Pirri in quell’occasione ha presentato un processo di trasformazione iniziata dalle sei torri circondate dai fuochi d’artificio dai colori fiammeggianti e originali e proseguita dopo la mezzanotte con l’accensione del fuoco naturale che ha aggredito le stesse torri trasformandole così da torri cittadine a fornaci rombanti.

Nato a Cosenza nel 1957, attivo a Roma dove vive e lavora, Alfredo Pirri nella sua opera, che abbraccia non solo le arti visive, ma anche teatro, architettura e grafica, ha utilizzato diversi materiali come ad esempio gli specchi spesso frantumati a suggerire rappresentazioni estranianti, o elementi come l’acqua nel suo essere fonte di vita e di distruzione, ma anche di trasformazione. A questo artista che esplora i possibili adattamenti della materia allo spazio e alle superfici, e che entra nei ritmi di una continuità espressiva tra pittura, teatro e installazione, è dedicata la mostra con protagonista la sua installazione ambientale con gli specchi PASSI a cura di Helga Marsala appositamente realizzata per gli spazi del Castello Maniace a Siracusa.

Passi, Castello Maniace, Siracusa Inaugurazione

Riguardo questo tipo di installazione realizzata con gli specchi, Alfredo Pirri aveva dato grande dimostrazione in altri siti trovando accoglienza in diverse sedi storiche in Italia e all’estero. Basti pensare agli edifici sacri della Certosa di Padula e dell’Abbazia di Novalesa, o agli spazi culturali come il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro e la Cinemateca jugoslava di Belgrado, comprese le istituzioni museali di Palazzo Altemps (Roma), Museo Novecento (Firenze) e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Roma). Senza dimenticare i siti archeologici quali il Foro di Cesare (Roma) e quelli industriali come l’ex Centrale termoelettrica di Daste e Spalenga a Bergamo o l’ex bunker antiatomico voluto da Tito a Konjic in Bosnia.

PASSI, Palazzo Altemps, Roma 2018; ph Giorgio Benni

Di pertinenza della Soprintendenza regionale di Siracusa, il castello Maniace, luogo fortificato sin dai tempi degli antichi Greci, successivamente roccaforte bizantina fu edificato, dall’architetto Riccardo da Lentini su ordine di Federico II di Svevia.

L’installazione scenografica Passi realizzata per la sala Ipostila del castello presenta una temporanea pavimentazione realizzata con specchi calpestabili per una superficie di oltre 700 metri quadrati che restituiscono le immagini moltiplicate delle volte a crociera, delle colonne in pietra luminosa, della sobria architettura normanna. Sul piano riflettente del suolo si sdoppiano il soffitto e le pareti tale da restituire un’immagine espansa, plurale, irregolare creando una sorta di incantesimo estetico, che proietta il visitatore entro una nuova dimensione percettiva dell’ambiente a trovare rispondenze con l’esterno e in particolare con il mare la cui superficie trasparente si collega a quella specchiante all’interno della sala. Una suggestiva rispondenza tra artificio e natura proprio attraverso scie di luci riflesse che creano continuità tra l’apparire e l’essere.

Camminando sul pavimento di specchi il pubblico trasforma l’aspetto dell’installazione e anche l’ambiente dando vita ad una performance collettiva. Frantumando gli specchi infatti il visitatore è partecipe di un percorso visivo ed emotivo dove poter ritrovare diversi modi di essere partendo da uno stato di smarrimento ad uno di ritrovamento, dalla dispersione all’individuazione per recuperare aspetti rimasti sospesi e dimenticati e riprendere contatto con la propria autenticità.

Un viaggio nel proprio mondo interiore a partire dagli effetti di quanto intorno ed esterno a sé passando attraverso sogni e delusioni per poi acquistare nuova fiducia in sé.

Passato e presente si intrecciano in questo progetto con la fortezza del castello che rimanda alle vicende di potere e guerra cui si unisce l’artificio del presente restituito dall’effetto di un’arte che propone una nuova prospettiva con cui guardare al presente entro un’ottica di cambiamento dove l’interazione tra la tradizione e l’innovazione può continuare a sussistere.

Infatti il passato entra nel presente anche attraverso la presenza di alcuni reperti “proiettili” in pietra di una catapulta di origine greco-romana, in uso fino al medioevo, ricollocati e straniati nello spazio in dialogo con leggerissime sfere colorate realizzate dall’artista.

Sfere, Museo archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa 

Tali reperti, provenienti dal Museo archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa in questo contesto rappresentano l’aspetto misterioso e metafisico, dal forte valore simbolico. I reperti non spaventano pur nella loro forza poiché non sono invasivi, poiché come afferma l’artista “….non riescono a penetrare del tutto il corpo architettonico, la superficie che calpestiamo. Rimangono in un certo senso sollevati, ne avvertiamo l’aggressività, il peso, ma restano lì, inerti, sospesi, in qualche modo lievemente appoggiati tra la nostra coscienza e la percezione”. Se i reperti ovvero le sfere di pietra indicano la parte pesante e materiale che appartiene al vissuto dell’uomo, le sfere colorate come biglie rimandano alla leggerezza a quell’aspetto pià etereo che sempre accompagna l’uomo in questo percorso.

Alcune di queste sfere presentano una froma semisferica e come spiega l’artista le semisfere

“si completano virtualmente nel riflesso a terra, sembrano galleggiare penetrando la superficie dell’edificio, la sua stessa pelle. Come se il monumento fosse costruito su un grande corpo disteso a terra, che, come tutti i corpi, è protetto da uno strato epidermico, un involucro sensibile, qui divenuto riflettente …. In un certo senso il pavimento di specchi, che accoglie in maniera amorevole le sfere, facendoci persino dimenticare la loro natura bellica, è come se fosse la pelle di un gigante steso a terra, su cui si erge il Castello”.

In questo scenario vi è un rimando al cosmo reso grazie alle sfere e al loro movimento intorno alle colonne, ma anche alle scie di luce riflettente determinate dalle fratture degli specchi come spiega lo stesso Pirri indicando come

“le sfere   girano attorno alle colonne, come fossero punti di riferimento, boe d’orientamento dentro uno spazio dalla potente capacità attrattiva” e come “subiscono la capacità attrattiva delle colonne e allo stesso tempo ne sono respinte, come da grandi magneti”.

In un’altra sala sempre sul pavimento sono collocati frammenti lapidei di capitelli ritrovati in loco, e parte delle collezioni della Soprintendenza di Siracusa, quali memorie storico-architettoniche che dialogano con due nuovi disegni preparatori, una serie di acquerelli e una grande maquette della sala Ipostila realizzati da Pirri.

Aspetti concettuali unitamente a rimandi simbolici accompagnano l’installazione ambientale nel restituire nuova atmosfera alla sala del castello grazie al moltiplicarsi di luce, spazio, forme e linee a partire dal soffitto e dalle pareti che si sdoppiano e si frantumano sullo specchio “destinato a infrangersi sotto il peso di migliaia di passi”, per produrre “immagini nuove, dilatate, plurali, irregolari”.

Ad aver prodotto e realizzato questa installazione poderosa all’interno dello storico castello Maniace, su idea della curatrice Helga Marsala, è stata ADITUS in stretta collaborazione con la Soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di Siracusa. Aditus è concessionaria per i servizi aggiuntivi della Regione Siciliana per i principali siti archeologici e culturali della Sicilia orientale .Il Catalogo è edito da Electa.

Silvana LAZZARINO   Roma 6 giugno 2021

Alfredo Pirri

“Passi”

Castello Maniace. Via Castello Maniace, 51    96100- Ortigia (Siracusa)

Orario: da lunedì a domenica dalle 11.00 alle 19.00 Fino al 31 dicembre 2021

Per info e prenotazioni online su www.aditus.it Castello Maniace Mail. info@aditusculture.com