“Gli anni Settanta: i lenzuoli”, Venezia ricorda Carla Accardi (Museo Correr, 28 aprile – 29 ottobre).

di Silvana LAZZARINO

La mostra a cura di Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto, al Museo Correr, Sala delle Quattro Porte dal 28 aprile 2023.

Precorritrice dell’arte astratta in Italia Carla Accardi è tra le più significative protagoniste dell’arte del XX secolo, capace di esplorare i ritmi infiniti di un linguaggio in divenire dove protagonisti sono il segno e il colore quest’ultimo osservato entro diverse giustapposizioni cromatiche. Fondatrice del “Gruppo Forma 1” Carla Accardi (Trapani 1924 – Roma 2014) sperimenta il segno a creare intrecci di diagonali, figure simili ad arabeschi in rapporto al colore nel suo modificare l’aspetto di ogni forma passando dalla luce all’ombra e viceversa. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo, nel 1946 si trasferisce a Roma dove l’anno seguente fonda l’avanguardia artistica sopracitata “Gruppo Forma 1.” contribuendo all’affermazione dell’arte non figurativa in Italia. Venezia con cui l’artista, pur stabilitasi a Roma, ha sempre mantenuto un legame costante, le dedica un interessante progetto proprio a ridosso del centenario della sua nascita esposto presso gli spazi del Museo Correr nella Sala delle Quattro Porte dal 28 aprile al 29 ottobre 2023.

Il progetto “Carla Accardi. Gli anni Settanta: i lenzuoli” a cura di Pier Paolo Pancotto e Chiara Squarcina in collaborazione con l’Archivio Accardi Sanfilippo, vuole essere non tanto una mostra antologica, quanto un omaggio che mette in risalto attraverso un’installazione una serie di lavori iniziati negli anni Settanta del secolo scorso, Sono  lenzuoli che entrano in dialogo con gli ambienti storici del Museo Correr in particolare con la Sala Quattro Porte che li ospita, collocata lungo il percorso della Quadreria allestita da Carlo Scarpa.  

Raramente visibili nel loro insieme, questi lenzuoli sintetizzano sul piano visivo e semantico la ricerca dell’artista volta a scandagliare il senso del segno astratto, lontano da qualsiasi collegamento con il reale e il significato del colore con cui esplora una nova percezione dello scenario emotivo in costante contatto e confronto con l’esistenza.

Nella sua arte, il segno espressione di una nuova consapevolezza, si intreccia con altri segni a creare suggestive composizioni geometriche astratte, spesso simili a decorazioni di intrecci come un tracciato che rimanda ad una nuova consapevolezza in riferimento anche al ruolo della donna, all’alterità femminile quale entità libera. Unitamente al segno nel suo cambiamento in rapporto al profilo e al movimento, è il colore nel suo restituire luce e ombra, capace di alterare il senso ad ogni forma; sono questi gli elementi centrali della sua ricerca artistica fin dal “Gruppo Forma 1” fondato insieme ad Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli, Sanfilippo e Turcato.

Carla-Accardi-Lenzuolo-1975-stoffa-dipinta-144x261cm.

Se negli anni Cinquanta sulla scia dell’Informale, Carla Accardi ha sviluppato la poetica del segno affermandosi tra i protagonisti dell’Art autre di Michel Tapié; dando vita  ad una serie di segmenti pittorici bianchi su fondi neri, negli anni Sessanta sull’ondata della militanza femminista, sperimenta un colore luminescente, inizialmente su normali supporti opachi, poi su fogli trasparenti di “sicofoil” (particolare acetato di cellulosa) dipinti con smalti monocromi a voler superare la superficie piana della pittura. In questo modo apre la sua ricerca ad effetti optical e ambientali e allo stesso tempo ridefinisce il rapporto tra opera e spazio per dare vita ad esempio negli anni Settanta alle “Tende” strutture abitabili vere e proprie e anche percorribili come “Triplice tenda” (1969-’70) in cui si fondono arte, architettura e design. Installazioni in cui entrare e uscire fisicamente in una sorta di recupero del proprio ruolo e delle aspettative nel percorso di vita.

E’ negli ani Settanta che impegnata nelle attività sociali e nel femminismo, insieme a Carla Lonzi e Elvira Banotti prende parte (nel 1970) alla fondazione di Rivolta femminile. Dinamismo segnico, alternanza di colori entro combinazioni di intrecci, invitano a riflettere sulle dinamiche che si sviluppano osservando il contrasto tra il bianco e il nero dove talora si aggiunge un terzo colore.

Carla Accardi, Lenzuolo, stoffa dipinta, 1975, cm 100 x

Dopo aver sperimentato tra gli anni Sessanta e Settanta  una grande varietà di soluzioni espressive: dalla pittura su plastiche trasparenti agli interessi nei legami tra opera e ambiente, fino ai laminati e sicofoil, negli  80 e 90 del Novecento la sua ricerca si rivolge alla sperimentazione di segni e intrecci colorati su tele ruvide, per approdare al nuovo millennio con un rinnovato interesse per la pittura allo sviluppo costante di un proprio linguaggio fatto di segni e giustapposizioni cromatiche.

L’omaggio di Venezia all’artista è così motivato dalla co-curatrice Chiara Squarcina dirigente Area Attività Museali, che sottolinea come Carla Accardi

pur avendo vissuto a Roma, ha stabilito, nel corso della propria esistenza, un legame costante con Venezia, sia a livello individuale che professionale. Tra l’altro, nel 1948 ha esordito alla Biennale facendovi ritorno nel 1964 (sala personale introdotta in catalogo da Carla Lonzi), 1976, 1988 (sala personale) e nel 1993 comparendo anche nell’edizione del 2022. Opere, foto ed altro materiale documentario attestano il suo rapporto con la città lagunare compresa una immagine del 1952 quando, in occasione di una mostra alla Galleria del Cavallino, visitò col marito, l’artista Antonio Sanfilippo, e Tancredi Parmeggiani la collezione Guggenheim”.

Tra le diverse esposizioni personali e collettive cui Carla Accardi ha preso parte. accanto alle retrospettive del gruppo “Forma 1” e dell’Avanguardia Italiana degli anni Cinquanta, comprese diverse edizioni della Biennale di Venezia, da segnalare l’Italian Art in the XXth Century, Royal Academy, Londra, 1989, The Italian Metamorphosis 1943-1968, Guggenheim Museum, New York, 1994 e Chambres d’amis (Gand, 198. E poi le personali al Contemporary Art Center, New York. nel 2001, alla Galerie Greta Meert, Bruxelles nel 2007, all’Auditorium Parco della Musica, Roma nel 2008. al Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese, Roma nel 2011, alla Galleria Valentina Bonomo, Roma nel 2013. Di grande suggestione la retrospettiva dedicatale nel 1998 dalla sua città natale Trapani: “Carla Accardi: opere 1947-1997” nella Chiesa della Badia Grande.

È stata inoltre membro dell’Accademia di Brera nel 1996 e l’anno seguente nel 1997 ha preso parte come consigliere alla Commissione per la Biennale di Venezia.

 

Carla Accardi ha esplorato ogni possibile espressione dell’arte a partire dal segno nel suo interagire con il colore, per poi attraverso nuovi materiali, come ad esempio il sicofoil, conquistare la dimensione dello spazio entro una riproposta, della presa di coscienza dell’individuo di entrare a far parte di questo viaggio dove tutto è in divenire e i n trasformazione.

Silvana LAZZARINO Roma 30 Aprile 2023

Carla Accardi. Gli anni Settanta: i lenzuoli

a cura di Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto

in collaborazione con Archivio Accardi Sanfilippo

Venezia, Museo Correr, Sala delle Quattro Porte. San Marco 52 30124 Venezia

28 aprile – 29 ottobre 2023

Telefono +39 041 2405211 http://correr.visitmuve.it