Giambattista Maganza il Giovane, artista vicentino del Seicento. Due straordinari dipinti padovani.

di Francesco CARACCIOLO

I miei studi più recenti si incentrano sulla figura di Giambattista Maganza il Giovane, personalità artistica dai contorni molto sfumati e sfuggenti, ma non meno interessante del padre Alessandro, caposcuola di una fortunata bottega vicentina dell’età della Controriforma, di cui si è già detto negli articoli precedenti.

Per certi versi, l’arte di Giambattista sarà in netta antitesi con quella espressa dal padre nel pieno Cinquecento. La sua figura è ancora avvolta dal mistero più fitto poiché esistono a tutt’oggi pochissime informazioni che possano quantomeno ricostruire le varie fasi del suo percorso stilistico. Quel poco che conosciamo lo si può ricavare con cognizione di causa dalla principale fonte della pittura veneta tra il Cinquecento e il secolo successivo: Le Maraviglie dell’Arte, ovvero le Vite degli Illustri Pittori Veneti e dello Stato di Carlo Ridolfi, edita a Venezia nel 1648. In questa breve ricostruzione della vita del pittore, avanzata dal Ridolfi, sappiamo che Giambattista iniziò a collaborare con il padre Alessandro a partire dalla fine del ‘500 per poi staccarsene gradualmente agli inizi del secolo successivo. Dal Ridolfi conosciamo sia la data di nascita che quella di morte dell’artista: infatti egli nacque nel 1577 a Vicenza e ivi si spense nel 1617 a soli quarant’anni.

L’esordio di Giambattista Maganza jr. avvenne nel 1596, nel momento in cui collaborò alle tele del soffitto dell’Oratorio del Gonfalone al fianco del padre dal quale, però, si staccherà prestissimo per elaborare invece un suo stile personale ed estremamente movimentato, fatto di composizioni affollate e gesti concitati. Rispetto agli stilemi adottati dal padre, Giambattista adopera una tavolozza più vivace ed una pennellata più fluida e veloce tanto da conquistarsi gli elogi addirittura dell’abate Luigi Lanzi nel corso del ‘700, tesi a sottolineare la maggiore finitezza di lui, in contrapposizione al padre Alessandro.

A tessere le lodi dell’artista, in età contemporanea, è stata invece Margaret Binotto, insigne studiosa, che ne ha valorizzato, pur in maniera sintetica e concisa, la sua figura artistica, mettendo in luce soprattutto le doti di colorista e di innovatore nell’esecuzione di pale d’altare attraverso complesse ed articolate impaginazioni architettoniche e l’utilizzo di valori cromatici tesi a riprodurre un effetto teatrale e di maggiore movimento spaziale e plastico. Giambattista lavorò soprattutto a Vicenza ma ebbe anche importantissime commissioni pubbliche sia a Brescia che a Padova. L’artista si specializzò soprattutto nell’esecuzione di immagini devozionali, quali figure di protomartiri e santi il cui culto ebbe un forte impulso nel periodo della Controriforma.

In questo scritto presento due dipinti di notevole rilevanza artistica, conservati a Padova ed appartenenti al periodo della sua prima maturità: il Compianto sul Cristo morto ( fig. 1) della chiesa di San Gaetano e le Sante Martiri con angeli (fig. 2) di Santa Maria in Vanzo .

Figura 1: Giambattista Maganza il Giovane, Compianto sul Cristo morto, Padova, San Gaetano
Figura 2: Giambattista Maganza il Giovane, Sante Martiri e angeli, Padova, Santa Maria in Vanzo

Nel Compianto la particolare impostazione compositiva, tutta giocata sulla perfetta frontalità della visione, fa emergere i personaggi in primo piano, quest’ultimi dai volti larghi e illuminati dolcemente dalla luce. L’utilizzo di una tavolozza più luminosa e abbacinante spinge maggiormente verso un’attribuzione al figlio primogenito piuttosto che ad Alessandro. I critici che hanno analizzato il quadro sono stati il Checchi nel 1961 e il Bresciani Alvarez nel 1975. È collocato in sagrestia, in corrispondenza della parete sinistra della splendida chiesa padovana gestita dai Chierici regolari, detti Teatini. Il quadro, restaurato nel 1971, mostra uno stato di conservazione buono. Per quanto riguarda il secondo dipinto, l’iconografia, piuttosto inedita all’interno del repertorio dei Maganza tra l’ultimo quarto del Cinquecento e la prima metà del secolo successivo, propone delle sante martiri con gli angeli in adorazione della Madonna: partendo dal registro inferiore, sono presenti infatti le figure di Santa Caterina d’Alessandria, Sant’Agata, Sant’Agnese, Santa Giustina di Padova e Santa Apollonia, mentre in alto appare la Vergine tra otto angeli recanti palme e corone del martirio.

La pala è collocata sopra l’altare delle Sante martiri, in corrispondenza della parete destra della navata della chiesa patavina di Santa Maria in Vanzo, ricchissima di opere d’arte, tra cui sono annoverati i dipinti di Domenico Campagnola, Bartolomeo Montagna e Jacopo Bassano. Al di là della lunghissima e tribolata diatriba dal punto di vista critico-attributivo, non si può fare a meno di mettere in evidenza l’altissima qualità formale dell’opera, che si inserisce nel corpus di quei dipinti che enucleano comprensibilmente le principali doti di colorista dell’autore: i colori sono appunto squillanti e accessi, le mezze tinte e i mezzi toni sono smorzati a favore di una luminosità diffusa, quasi del tutto estranea al padre Alessandro; inoltre, le figure sono caratterizzate da un allungamento delle forme e da una certa flessuosità ; i volti sono pieni, rotondi e fortemente illuminati; gli occhi appaiono infossati, mentre i nasi sono sottili; infine, il collo ben tornito e le espressioni fortemente stereotipate ma severe allo stesso tempo.

Nonostante il dipinto possa apparire particolarmente ricco di una cromia molto brillante, in realtà esso è danneggiato in corrispondenza del margine inferiore, ragion per cui lo stato di conservazione è abbastanza discreto ma con qualche caduta di colore.

Francesco CARACCIOLO  Vicenza 31 Dicembre 2023

BIBLIOGRAFIA

  1. Ridolfi, Le Maraviglie dell’Arte, ovvero Le Vite degli Illustri Pittori veneti e dello Stato, Soc. Multigrafica Ed. Somu, Roma, 1965
  2. Caracciolo, Alessandro Maganza, Pittore Eccellentissimo della Controriforma a Vicenza, le vicende di un pittore vicentino eclettico ed intraprendente (1548-1632), Di Nicolò Edizioni, Messina, 2023
  3. A. Lanzi, Storia Pittorica della Italia, Bassano del GrappaRemondini,1795-1796
  4. Padova, Basiliche e Chiese, Parte I, a cura di C. Bellinati e L. Puppi, Neri Pozza Editore,Vicenza,1975