Elisabeth Chaplin: ci vuole il cielo ma anche la terra. Finissage 29 /8 al Palazzo Museo Bourbon del Monte, Santa Maria Tiberina (PG)

redazione

La mostra Elisabeth Chaplin: ci vuole il cielo ma anche la terra – a cura di Emanuele Carlenzi e Ginevra Ludovici, con il supporto organizzativo di Jane Adams e Roberta Lapucci di Caravaggio & Contemporary e ospitata presso Palazzo Museo Bourbon del Monte nel comune di Monte Santa Maria Tiberina (PG) – si concentra sulla produzione dell’artista francese dagli anni Venti circa in poi.

Figlia della scultrice e poetessa Marguerite Bavier-Chafour e di William Chaplin (il cui padre, Charles Joshua, era il celebre pittore di origine inglese, famoso in particolar modo per i suoi ritratti e le acqueforti), nasce a Fontainebleau nel 1890 ed è una delle artiste più riconosciute del XX secolo.

La pittrice si trasferisce molto giovane in Italia e una sosta nella città di Firenze la fa innamorare da subito di quel luogo, dove decide di trattenersi dal 1904 al 1906 per intraprendere alcuni studi accademici, per poi scegliere il capoluogo toscano e, in particolar modo, Villa Il Treppiede a San Domenico di Fiesole, come abitazione per quasi tutto il resto della sua vita. Frequenta gli artisti macchiaioli, suoi maestri, Francesco Gioli e Giovanni Fattori, sviluppando presto un proprio linguaggio artistico.

Nel primo decennio del Novecento il suo stile inizia a farsi personale e riconoscibile, trattando la tela con linee sintetiche e ampie campiture di colore, realizzando opere pittoriche che raccontano di una quotidianità viva, attenta all’osservazione della natura e, in particolar modo, legata ai valori affettivi della famiglia. Le opere di quegli anni mostrano forti suggestioni legate al tardo-impressionismo, ispirandosi in particolar modo ad autori come August Renoir e Mary Cassat.

Riceve numerosi premi nel corso della carriera, tanto nazionali quanto internazionali e nel dopoguerra la città di Firenze la onora con molteplici mostre, ospitate presso Palazzo Strozzi (1946), Accademia delle arti e del disegno (1956), Istituto Francese (1965), Galleria Michelucci (1972) e accogliendo un’ampia donazione familiare prima della morte ancora conservata presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti.

Dai paesaggi alle strade fiorentine, dai temi religiosi alle nature morte, agli intensi ritratti di famiglia e degli interni delle abitazioni private, Chaplin trova toni inediti, incentrati sul rapporto tra realtà e simbolo che pongono in risalto il potere del quotidiano ed in particolar modo l’affezione che l’artista possiede nei confronti della sua vita domestica e di coloro che la caratterizzano.

La mostra espone pezzi provenienti da collezioni private, come quella di Camilla Baines e Oskar Baines Fremantle, e di Riccardo Tendi Cobianchi, attuale proprietario di Villa Il Treppiede, dove l’artista vive dal 1911 al 1982, evidenziando un percorso che restituisce un immaginario fatto di scene familiari, interni domestici e vita rurale. Oltre alle opere dell’artista, l’evento presenta del materiale proveniente dalla sua abitazione, fra cui ritratti fotografici, strumenti di lavoro e un video di approfondimento sulla vicenda personale e artistica di Chaplin, realizzato dagli artisti Jacopo Mazzoni e Kari Varner all’interno del contesto di Villa Il Treppiede.

In occasione del finissage della mostra Elisabeth Chaplin: ci vuole il cielo ma anche la terra, il 29.08.2021, dalle ore 16,30 in poi, si presenteranno alcune lettere della pittrice francese, oltre a risultati inediti del lavoro di diagnostica svolto da Leonardo Borgioli e Roberta Lapucci su alcune opere provenienti da Villa Il Treppiede.

Finissage

Elisabeth Chaplin: ci vuole in cielo ma anche la terra

29.08.2021

Palazzo Museo Bourbon del Monte – Piazza del Castello, 4Monte Santa Maria Tiberina (PG)

 Curatori

Emanuele Carlenzi, Ginevra Ludovici

Enti organizzatori

Comune di Monte Santa Maria Tiberina (PG) – Letizia Michelini

Caravaggio & Contemporary – Jane Adams, Roberta Lapucci

Apparato fotografico e riprese video

Jacopo Mazzoni, Kari Varner

Si ricorda la necessità di mostrare il Green Pass per l’accesso al Museo