Che accade ora nei Musei Italiani? Cominciamo da Bologna! Una nuova grande inchiesta di About Art

P d L

Incontriamo il Prof. Roberto Grandi in uno storico caffè bolognese; docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi alla Università Alma Mater Studiorum di Bologna, di cui è stato Pro Rettore alle Relazioni Internazionali dal 2000 al 2009, Roberto Grandi ha maturato numerose esperienze di ricerca e lunghi periodi di lavoro all’estero; attualmente è Presidente della Istituzione Bologna Musei, dopo aver ricoperto dal 1996 al 1999 la carica di Assessore alla Cultura al Comune di Bologna. Ci ha esposto in questa conversazione le sue idee, numerose e a volte sorprendenti, per il rilancio delle attività legate alle Istituzioni che dirige.

 

La importante esposizione Revolutija. Da Chagall a Malevich … e il grande successo che sta ottenendo (l’esposizione, che si tiene al MAMbo, chiuderà i battenti il prossimo 13 maggio, ndA) hanno acceso i riflettori su quanto sta accadendo a Bologna per quanto riguarda le attività culturali; lei è il Presidente della Istituzione Musei cosa ci può dire?

Natalija Goncharova, Il ciclista, 1913

R: In effetti è un successo che in larga misura ci aspettavamo, non è da ieri che Bologna sta guadagnando posizioni su posizioni su questo terreno e la mostra sulle avanguardie s’inserisce molto bene nella programmazione del MAMbo (Museo d’Arte Moderna di Bologna) e della sede esterna di Villa delle Rose, ideata da Lorenzo Balbi, responsabile dell’Area Arte Moderna e Contemporanea. L’impostazione che si è inteso dare al calendario di mostre temporanee che va dall’inizio del 2018 fino ad aprile 2019 persegue un preciso posizionamento nel panorama dell’arte contemporanea italiana e internazionale, individuando un particolare profilo di protagonisti.

Cioè ?

Mika Rottemberg

R: Il primo evento partirà agli inizi della prossima estate, precisamente il 22 giugno, si tratta di That’s it. Sull’ultima generazione di artisti in Italia e un metro e ottanta oltre il confine; Balbi sta lavorando per scegliere 50 giovani artisti italiani, nati dopo gli anni ’80, che operano nel nostro paese e non solo, e che esporranno per tutta la prossima estate, fino all’11 novembre. Si tratta di una iniziativa del tutto in controtendenza perché si sa che in estate solitamente la stagione espositiva chiude, invece intendiamo interessare tanto i bolognesi che i turisti. La seconda esposizione, che partirà nel successivo dicembre, sarà dedicata alla più grande videoartista contemporanea, Mika Rottemberg, che per la prima volta esporrà nel nostro paese.

Mika Rottenberg, Cosmic Generator (Yiwu) (work in progress), still from the video component of a mixed-media installation. From Skulptur Projekte Münster. (foto da ARTFORUM)

Insomma, Bologna lanciata e rilanciata grazie al contemporaneo?

R: Proprio così, peraltro conto molto sul nuovo assessore alla cultura del Comune che si è mostrato disponibile a sostenerci perché è del tutto convinto che occorra promuovere Bologna come città d’arte, al pari di altre realtà come ad esempio Roma, Firenze o Venezia, incrementando il turismo culturale e facendo del MAMbo un vero e proprio consulente per tutto quanto concerne l’arte contemporanea; in questo senso al MAMbo viene affidato un ruolo decisivo che consentirà di superare anche una certa improvvisazione volontaristica che non sempre produce risultati importanti; è possibile quindi, e non solo auspicabile, un balzo in avanti.

D’accordo ma i fondi ? Il Comune oltre alle deleghe per l’arte, vi concede anche i fondi?

R: Si, ne stiamo discutendo e l’idea è che i fondi che arriveranno grazie alla tassa di soggiorno verranno in buona misura destinati alle attività culturali e quindi anche a questi progetti

Il panorama che descrivi mi sembra si presenti bene, ma come pensate di ampliare su questo terreno il turismo culturale per l’appunto, cioè come pensate di attrarre su queste iniziative un pubblico superiore a quello tradizionale degli addetti ai lavori o comunque degli appassionati, soprattutto più giovane?

R: Intanto abbiamo definito modalità diverse di comunicazione individuando per il lancio del nuovo MAMbo una sorta di metafora calcistica, con una sciarpa realizzata dal Cattelan con su il motto Alè MAMbo e i colori rossoblù del Bologna, cui si affiancano le figurine Panini, oltre a ciò apriremo il museo di notte, fino alle due, per dare un segnale preciso di attenzione proprio al pubblico più giovane. D’altra parte avere a Bologna un Assessore alla Cultura di 35 anni, un curatore della stessa età, un Presidente, come il sottoscritto, che non ha 35 anni ma che su tutto questo sta molto spingendo, dovrebbe aiutare a riposizionare MAMbo, se così si può dire, rivalutando gli spazi e il senso stesso di questi spazi.

Cosa intendi per rivalutare il “senso” di questi spazi espositivi?

R: Intendo dire che abbiamo una visione differente sugli spazi espositivi rispetto a quella tradizionale; l’idea di allargare la fruizione del museo ad un pubblico sempre più vasta passa per delle scelte precise; faccio un esempio: quest’anno abbiamo avuto circa 350 mila visitatori nei musei civici ma poi altre 160 mila presenze nei laboratori o comunque nelle attività collegate alla didattica, ad esempio, nel Museo della Musica, con i quattro appuntamenti settimanali, e lo stesso dicasi per gli altri settori museali; ecco, queste presenze diciamo così ulteriori, possono senza dubbio divenire visitatori del Museo e nello stesso tempo garantire la funzione educatrice e culturale che dev’essere l’asse portante della politica dei musei civici, al di là anche del dato numerico. Noi, per essere chiari, non faremo mai mostre di arte contemporanea, ad esempio, incentrate principalmente sui nomi e solo sulla base dei possibili numeri che si realizzerebbero, anche perché costano …

-Ecco, scusa ma a proposito di costi, voi come ve la cavate?

R: Noi possiamo far conto solo sui fondi elargiti dall’Amministrazione Comunale, per il resto dobbiamo cercare finanziamenti dai privati, ed è quello che stiamo cercando di fare.

Questo dei finanziamenti privati è un tema che fa discutere, l’ultimo caso è stato sollevato dopo che sono stati affittati degli spazi per un matrimonio nella Reggia di Caserta;  tu come la pensi?

R: Credo ci siano due modi di comportarsi a questo riguardo, o comunque questi sono i modi con cui operiamo noi: uno è quello di tentare di coinvolgere il privato o comunque l’eventuale finanziatore già nelle fasi iniziali del progetto che si intende mettere in atto contando magari sul fatto che possa avere a che fare con la sua identità con i suoi valori, e da questo punto di vista promuovere interazioni con lo sponsor che abbiano una base culturale sicura; nel nostro Consiglio di Amministrazione ad esempio, siede anche un importante manager che fa parte della Philips Morris italiana, che è anche un grande collezionista e questo in qualche misura a volte ci avvantaggia; l’altra opzione si chiama Art bonus e consiste nell’individuazione di beni pubblici da recuperare per i quali aprire ai finanziamenti esterni. E’ una idea che del resto abbiamo già positivamente sperimentato

Puoi fare degli esempi?

R: Ad esempio abbiamo appena terminato un importante recupero archeologico ma soprattutto stiamo individuando con l’Amministrazione Comunale un bene veramente di notevolissimo rilievo, di grande valore simbolico per la città, su cui impostare una campagna che sia all’altezza di quella realizzata per il Nettuno, il problema è che probabilmente non potremo contare sulle Fondazioni che allora erano intervenute.

-E perché?

R: Per diversi motivi, in primo luogo perché sono diminuiti i loro budget, poi perché alcune Fondazioni sono impegnate su altri fronti, ad esempio la Fondazione del Monte con sue iniziative, la Fondazione Caribo con Genius Bononiae e così via, alla fine avremo una riduzione del 90/% dei loro stanziamenti; a questo aggiungi che pure con gli Art bonus noi non possiamo finanziare eventi espositivi mentre invece i teatri d’opera, ad esempio, possono finanziare le loro stagioni; ecco insomma che bisogna trovare altre soluzioni; per esempio crediamo che molti privati potranno essere interessati alla realizzazione dell’evento di cui ti dicevo che riguarderà giovani artisti degli anni ’80 perché, pur avendo una valenza valoriale ancora teorica, tuttavia possono presentarsi al mercato come coloro che aspirano nei prossimi anni a divenire dei big.

Mariella Simoni

Vorrei sapere a questo punto, visto che abbiamo parlato quasi esclusivamente di attività concernenti il contemporaneo, cosa pensate di fare per l’antico, l’archeologico, ecc?

R: Il Museo archeologico in effetti è quello che per tradizione vanta il maggior numero di visitatori; ora il secondo piano è chiuso e lo sarà fino alla fine del 2019 (è stato rifatto completamente il tetto); lo riapriremo con una grande esposizione sugli Etruschi del nord curata dai maggiori esperti del campo e con un comitato scientifico di grande livello internazionale. Inoltre è in cantiere una grande mostra in cui rileggeremo le collezioni che sono al piano superiore secondo i personaggi che le hanno realizzate; insomma sono previste inizative che certamente potranno attirare un gran numero di visitatori.

E Palazzo d’Accursio? Mi pare che nonostante i capolavori che racchiude non goda di grande rilevanza; come fare per rilanciarne l’immagine?

R: Il fatto è che fino alla scorsa estate la chiusura era fissata alle 15 e se pensi che al mattino molto spesso ci sono in visita le scolaresche capisci perché non ci si poteva puntare molto in primo luogo per quanto riguardava i turisti che ovviamente non venivano; ora abbiamo prolungato l’orario fino alle 18,30 e non a caso abbiamo potuto verificare che un terzo delle visite si concentra proprio tra le 15 e le 18,30; inoltre da pochi mesi abbiamo aperto il Museo del Tessuto e della Tappezzeria che ha una stanza a pochi metri dalla Villa delle Rose un parco che intendiamo rilanciare e che potrebbe costituire un buon momento di pausa per il visitatori.

D’accordo, ma non credi che per un effettivo rilancio almeno per un periodo si dovrebbe consentire l’ingresso gratuito proprio per far conoscere meglio questa struttura, per darle maggiore visibilità?

R: Per questo aspetto ti chiarisco; noi abbiamo tre tipi di pubblico: residenti, turisti  e quello che chiamo il non pubblico sempre tra i residenti cui dobbiamo arrivare; per il pubblico dei residenti da un anno circa abbiamo varato la Card annuale, che consente di entrare in tutti i musei metropolitani e che costa 20 euro, cioè si paga l’equivalente più o meno di un biglietto e mezzo per un anno intero; è una cosa che sta crescendo e ci sta dando molte soddisfazioni perché afferma un modo completamente nuovo di vivere il museo; ne parlavamo prima a proposito del senso di dare agli spazi museali; non ho timore di dire che entrare nel museo dev’essere come entrare in un negozio, cioè non mi devo porre il problema che se non ho a disposizione un paio d’ore allora non entro nel museo, al contrario posso entrarvi anche per un quarto d’ora e poi, con la stessa Card, entrare in un altro, appunto come se da un negozio mi muovessi in un altro; così dev’essere vissuta la realtà museale della propria città a mio avviso: passare dal Medievale, all’antico, al contemporaneo; un modo nuovo di avvicinarsi all’arte visitando più esposizioni e quindi più istituzioni museali; è quello che ho chiamato il quarto d’ora accademico perché grazie alla Card puoi entrare per un quarto d’ora dove vuoi e trovare una guida che per l’appunto per un quarto d’ora è a disposizione per spiegarti quella tale opera; come pure puoi entrare nel museo l’estate o l’inverno per superare freddo o caldo, sapendo che una volta entrato nel museo, superata cioè quella fatidica soglia, la struttura la vivrai come qualcosa di tuo, come qualcosa di ordinario, come un’abitudine.

Insomma, l’intenzione è attirare pubblico direi quasi a tutti i costi.

R: Attirare sempre più pubblico, promuovere sempre più conoscenze e cultura, questo del resto è il compito delle istituzioni civiche e Bologna ha grandi possibilità da questo punto di vista perché è conosciuta ovunque come una città straordinariamente aperta alle esigenze e alle varietà culturali. Per continuare a rispondere alla tua domanda di prima, aggiungo che nei nostri musei civici i giovani sotto i 18 anni e gli studenti universitari entrano gratis e che per i turisti ci sono le Card turistiche – le Bologna Welcome– anche queste molto vantaggiose che stanno anch’esse avendo un notevole successo.

Per richiamare il pubblico sarebbe anche bene poter arricchire le collezioni esistenti; pensate anche a questa possibilità?

R: Si, abbiamo in progetto l’acquisto di opere d’arte contemporanea da inserire tra le collezioni esistenti.

E sull’antico? Non avete progetti di acquisizioni? Cioè, se capitasse, faccio un esempio, la possibilità di comprare un capolavoro di Guido Reni, ad esempio, grandissimo pittore felsineo, potreste pensare di acquisirlo?

R: Potremmo pensarci, certamente, ci muoviamo più sul contemporaneo perché almeno per quanto riguarda quello che cerchiamo è sicuramente più abbordabile, e inoltre qui possiamo incrementare le collezioni anche grazie a lasciti e donazioni.

-Ci sono esempi di lasciti ?

R: Ad esempio qualcosa di Morandi ci arriva, e ultimamente abbiamo acquisito nel patrimonio dell’Istituzione Bologna Musei grazie alla donazione da parte degli eredi di Roberto Daolio l’ importante collezione di questo grande critico d’arte; comunque per quanto concerne le collezioni comunali d’arte anche l’attuale Sindaco è assolutamente convinto che vanno incrementate e valorizzate, certamente cominciando con un grande rilancio e un grosso investimento su Palazzo d’Accursio, una realtà piena di storia, pensiamo che da qui scese Carlo V per incontrare il papa Clemente VII che poi lo incoronò. Il progetto sarebbe di partire dal piano terra e ripensare ad una narrazione di tutte le sale, riorganizzando le cose che ci sono ed aggiungendone altre, fino all’ultimo piano; qui entro quest’anno dobbiamo riaprire la Torre dell’orologio (un orologio del 1544 con un meccanismo impressionante) che è visibile dalla piazza e che sta in una terrazza di oltre 150 metri da cui ammirare lo stupendo panorama di Bologna. Inoltre, a fianco delle collezioni comunali d’arte, abbiamo intenzione di esporre finalmente anche l’Ottocento finora negletto in magazzino perché non abbiamo dove poter esporlo.

-E’ una prospettiva interessante e molto importante per la città e certamente in grado di attirare molti visitatori dall’esterno; mi chiedo se c’è davvero la volontà politica di attuarla.

R: Il progetto in effetti è di grande rilievo e però ci vede impegnati assieme proprio all’Amministrazione comunale consapevole del ritorno in termini economici e culturali che si può avere, ma soprattutto lasciamo dire che è quello che la città si attende, cioè che il Palazzo possa aprirsi per davvero per raccontare se stesso, sapendo peraltro che in quella piazza abbiamo una densità culturale come poche realtà in Italia e fuori hanno: il Palazzo con tutte le sue collezioni, il Museo Archeologico, l’Archiginnasio, ed ora verrà inaugurato il nuovo cinema che è sottostante e in cui sono state ripristinate tutte le decorazioni liberty, con uno spazio già funzionante per mostre fotografiche; insomma, un vero e proprio circuito culturale usufruibile da tutti. Possiamo concludere dicendo che Bologna è una realtà che culturalmente ora funziona!

P d L                          Bologna   Marzo 2018