Cambia l’Assessore alla Cultura a Roma, via Luca Bergamo entra Lorenza Fruci; la sindaca Raggi ‘blinda’ la Giunta comunale

redazione

Lorenza Fruci (dal sito www.lorenzafruci.it)

L’ennesimo cambio di personalità dirigenti al vertice dell’amministrazione capitolina ha portato al cambio alla testa di uno degli assessorati chiave della città, quello della cultura; la sindaca Raggi ha spodestato Luca Bergamo suo vice oltre che assessore alla Crescita Culturale, ed al suo posto ha nominato Lorenza Fruci, sua compagna di classe liceale, nonchè – come leggiamo sul suo sito web- laureata in Scienze della Comunicazione presso l’ Università La Sapienza di Roma, con un master in Filmare l’Arte conseguito presso l’Accademia delle Belle Arti Roma e con corso di Perfezionamento nella Scuola di Alta Formazione per Donne di Governo, e il Corso Executive Governo della Luiss School of Government. La neo assessora fino ad oggi era stata delegata del Campidoglio di Roma per le politiche di genere; tra le sue incursioni nel mondo dell’arte, tramite esposizioni di fotografie, video e testi creativi, rientra anche una passione per le rappresentazioni “burlesque”.

Com’è chiaramente intuibile, la carica di assessore alla Cerscita Culturale non è una carica di rappresentanza, al contrario per la Capitale equivale davvero ad un Ministero e non a caso prima della Fruci si sono alternate su quella poltrona personalità di spicco, quali l’indimenticato Renato Nicolini, l’altrettanto determinante critico e scrittore Gianni Borgna, fino a Umberto Croppi. Ed una importante apertura di credito alla neo nominata  è venuta proprio da Umberto Croppi:

“Lorenza è bravissima  – ha postato Croppi- e conosce a fondo il mondo della cultura, nelle sue diverse componenti”.

Dal canto suo su Facebook l’ex assessore e vice sindaco Bergamo ha spiegato in questo modo la vicenda:

Ho servito l’amministrazione di Roma con impegno e collaborando sempre lealmente per 48 mesi. La Sindaca ha deciso di interrompere questa collaborazione a ridosso dalla fine del mandato. Avevo espresso mesi fa riserve su modi e tempi della sua scelta di ricandidarsi, perché così fatta, senza confrontarsi, senza riflettere sui limiti dell’esperienza, poteva disperdere la parte buona del lavoro fatto, danneggiare la costruzione di una innovativa alleanza politica nel paese e lasciare Roma con il Recovery Fund in mano a una destra che ben conosciamo e che a Roma ha lasciato solo macerie.

La città e il mondo della cultura sono in grave sofferenza, in questi mesi non ho cessato un momento di dare il mio contributo come Assessore e Vicesindaco, al mio meglio, nelle condizioni date e con correttezza. Continuo a essere convinto che la pluralità dei punti di vista, quando intellettualmente onesti, sia una ricchezza non un pericolo. Tra livello istituzionale, politico e campagna elettorale ci sono inevitabilmente sovrapposizioni, ma anche necessarie distinzioni da preservare e difendere. Le mie scelte si sono ispirate fino all’ultimo a questo principio”

Roma 24 gennaio 20921