Assistendo ad un balletto classico; musica, danza e la suggestione di una esistenza superiore

di Franco LUCCICHENTI

Ho visto qualche giorno fa uno strordinario spettacolo di balletto classico e danza moderna al Parco della Musica a Roma (fig. 1).

fig 1

Ho letto anche l’interessante conversazione su About Art con Marcello Aitiani che esplora il rapporto tra musica e arte (Cfr. https://www.aboutartonline.com/musica-e-arte-oscurita-e-bellezza-nel-mondo-contemporaneo-conversazione-con-marcello-aitiani/)

Vorrei analizzare il rapporto tra musica e danza. Guardando e SENTENDO lo spettacolo a Roma è evidente che ci troviamo di fronte a due forme di arte diverse che fondendosi nel tempo e nello spazio ne fanno nascere una terza.

fig 2

La gestualità per comunicare e la danza nascono insieme all’uomo e hanno sostanziato i balli propiziatori degli sciamani, il coro-danza dell’antica grecia, le cerimonie rituali fino al balletto classico e alla danza moderna.

La musica e la danza sono due forme di ENERGIA diverse che lo spettatore mescola e annoda come in un sogno collegandole. Per non parlare del rito magico o religioso che appartiene ancora oggi a tutte le culture  aprendo a speranze e attese (fig. 2). I movimenti dei celebranti e i canti propiziatori si fondono in una mistica armonia.

Tornando allo spettacolo al Parco della Musica gli eleganti movimenti dei protagonisti liberano una energia FISICA che dà forma VISIBILE al balletto. La musica che compenetra l’evento è invisibile (fig. 3).

fig. 3

Il fenomeno che emerge è una cosa TERZA che sostanzia l’avvenimento e il suo dispiegarsi nel tempo. Ho provato durante lo spettacolo a fare un semplice esperimento. Ho chiuso gli occhi per percepire solo la musica. La musica INVISIBILE manteneva la sua suggestione. Riaperti gli occhi mi sono chiuso le orecchie: i corpi eleganti e armonici dei protagonisti senza la musica che li guidava sembravano seguire connessioni casuali (fig. 4)

fig 4
fig. 5

L’ordine della sequenza si era improvvisamente nascosto, la mente  non riusciva a  compensare l’assenza del suono e i corpi si perdevano silenziosamente nello spazio del palco. Per la fisica il suono è un onda longitudinale di energia invisibile, la musica, è un arte che esistendo senza apparire aspira a trascendere il mondo della materia, i corpi dei ballerini certamente no. La forma visibile del suono diventano i danzatori (fig. 5) che magicamente legati alla musica sembrano voler  annullare la forza di gravità che agisce inesorabile sul corpo fisico per  poter raggiungere livelli esistenziali superiori dove forse  abitano  bellezza, meraviglia, incanto.

Franco LUCCICHENTI   Roma 6  febbraio 2022