Ad Aosta gli scatti di Robert Doisneau. La grande retrospettiva fino al 22 maggio

di Silvana LAZZARINO

Robert Doisneau, fotografo umanista, racconta l’autenticità delle persone entrando nel loro vissuto con affetto ed empatia.  La mostra, a cura di Gabriel Bauret, è aperta presso il Centro Saint-Bénin fino al 22 maggio 2022

Non si può non essere catturati dalle immagini intense ed evocative del fotografo Robert Doisneau dove con partecipazione e autenticità sono ritratti i volti di un’umanità, con particolare attenzione a quella di Parigi dove affiorano ambizioni, sogni paure e fragilità, senza dimenticare la tenerezza che si riflette negli sguardi dei bambini, e quel senso di ironia a stemperare sfiducia e preoccupazione. Immagini che, invitando all’ascolto visivo ed emotivo, parlano della sua città con le trasformazioni sociali, i dubbi e le attese dove ciascun individuo racconta di sé e allo stesso tempo della collettività di cui è parte.

A portare all’attenzione del pubblico la forza vitale di questo universo di cui viene svelata l’umanità in ogni gesto, sguardo restituiti con sentita partecipazione, lasciando trasparire una sorta di malinconia, è l’esposizione allestita presso il Centro Saint-Bénin di Aosta dove resterà visibile fino al 22 maggio 2022.

Su iniziativa dell’Assessorato Beni Culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, la retrospettiva dedicata al grande fotografo francese, curata da Gabriel Bauret, presenta 128 immagini in bianco e nero provenienti  dall’Atelier Doisneau di Montrouge, nel sud della capitale francese, Come afferma la Dirigente delle attività espositive Daria Joriz

Doisneau incarna l’immagine del fotografo umanista immerso nella vita della sua città: ne coglie il respiro, le emozioni, le trasformazioni sociali, ne narra la bellezza, le contraddizioni, le storie minime che ne compongono la storia collettiva. Il fotografo francese cresce insieme alla sua città, la osserva prendendo appunti visivi, la racconta cominciando dalla strada, si specchia nei giochi dei bambini che inventano il loro mondo, narra la condizione a volte ruvida degli adulti. Lo fa sempre con delicatezza e garbo, talvolta con malinconia, spesso con un’ironia sottilmente dissimulata oppure giocosamente evidente.”
Robert Doisneau Fox-terrier au Pont des Arts Paris 1953 © Robert Doisneau

Vicino a Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, nato nel 1912 nel sobborgo parigino di Gentilly, è considerato uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada. Uomini e donne che popolano Parigi e la sua banlieue sono immortalati dal suo obiettivo nelle loro azioni quotidiane dove affiorano tutte le emozioni dei gesti e delle situazioni in cui sono impegnati. Diversi i contesti e gli ambienti da lui scelti e ripresi: dalle fabbriche ai banconi di bistrot, dalle portinerie alle cerimonie, dai club di jazz alle scuole o scene di strada, per restituire uno spaccato eterogeneo dove far brillare quell’emozione che accompagna il vissuto quotidiano in particolare delle persone più semplici e comuni con cui si trovava particolarmente bene. Queste a riguardo le sue parole:

“Mi piacciono le persone per le loro debolezze e difetti. Mi trovo bene con la gente comune. Parliamo. Iniziamo a parlare del tempo e a poco a poco arriviamo alle cose importanti. Quando le fotografo non è come se fossi lì ad esaminarle con una lente di ingrandimento, come un osservatore freddo e scientifico. È una cosa molto fraterna, ed è bellissimo far luce su quelle persone che non sono mai sotto i riflettori.”.
Robert Doisneau Vent rue Royale ,Paris 1950 ©Robert Doisneau

Dopo una prima formazione nel campo della fotografia e un apprendistato presso lo studio del  fotografo, André Vigneau, che gli fornisce una finestra sul mondo dell’arte, Robert Doisneau collabora per quattro anni con il reparto pubblicitario della Renault per poi scegliere di diventare fotografo indipendente. Dopo l’interruzione dell’attività per via della guerra, e la liberazione della capitale parigina di cui è testimone, Doisneau lavora per la pubblicità e per diverse riviste tra cui “Le Point” e “Vogue” compresa l’editoria, portando avanti anche progetti personali che diventeranno oggetto di numerose pubblicazioni. All’agenzia Rapho che da 1946 distribuisce le sue fotografie, conosce Sabine Weiss, Willy Ronis ed in seguito Édouard Boubat, con i quali viene data vita alla corrente estetica spesso definita “umanista”. Anche gli incontri  e l’amicizia con Jacques Prévert e Robert Giraud hanno contribuito a portare nuovo respiro poetico alla sua arte, compresa l’amicizia con Maurice Baquet attore e violoncellista con il quale mette in scena un gran numero di immagini.

Robert Doisneau cattura, come prima accennato, il teatro della strada, gli interni di portinerie ed i caffè dando spazio ad una società riferita a contesti umili con figure anonime, cui accostare per contrasto un campione di personalità del mondo della letteratura e dell’arte.

Robert Doisneau, Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau

Da sottolineare la presenza in mostra del celebre scatto de Le Baiser de l’Hôtel de Ville, Paris, 1950, immagine iconica, ritenuta tra le più riprodotte al mondo in cui Doisneau ha saputo catturare un momento magico ed un’emozione che sono universali. Nello scatto è immortalata una giovane coppia mentre si bacia di fronte all’Hôtel de Ville di Parigi e tutto intorno nella piazza continua a scorrere come se nulla fosse, nella totale indifferenza dei passanti.

Questo mondo dove si muovono gente semplice, operai, musicisti, altolocati, è raccontato attraverso uno stile impregnato di una particolare forma mentis, che emerge anche nei suoi scritti e nelle didascalie delle foto; uno stile in cui si mescolano fascino e fantasia, ma anche una libertà d’espressione non lontana dal surrealismo.

Robert Doisneau si è spento nel 1994, nel suo atelier dove per oltre cinquant’anni ha stampato e archiviato le sue immagini, lasciando un’eredità di quasi 450.000 negativi. Tra le pubblicazioni citiamo i reportages per “Vogue” e nel 1949 il libro realizzato in collaborazione col suo sodale celebre scrittore Blaise Cendrars “La Banlieue de Paris”, la prima sintesi dei molti racconti per immagini dedicati a questo mondo. A consacrare l’alto valore della sua opera estremamente ricca e densa e le numerose esposizioni in Francia e all’estero è stata l’assegnazione nel 1983 del “Grand Prix national de la photographie”.

Silvana LAZZARINO  Roma 13 Marzo 2022

Robert Doisneau

Una grande retrospettiva

Centro Saint-Bénin. Via Festaz 27 – Aosta dal 5 marzo al 22 maggio 2022

Per informazioni: telefono: 0165.272687  e-mail:  u-mostre@regione.vda.it