Accumulate accumulate, qualcosa resterà. Un punto di vista.

di Mario URSINO

L’arte spontanea

Diceva quello straordinario personaggio che è stato Leo Longanesi in una delle sue fulminanti battute: “Non comprate opere d’arte moderna, fatevele da voi”. Difatti, lui che è stato fondatore di celebri giornali e riviste che hanno segnato il gusto e lo stile di altri quotidiani e settimanali, scrittore e illustratore dei suoi stessi libri, persino pittore di indubbia qualità, appunto, le opere d’arte se le è fatte da sé.
Ebbene, nonostante la sua genialità, non aveva previsto che l’arte contemporanea può nascere e manifestarsi per eterogenesi. È il caso, a mio avviso, di opere di artisti come Arman e Mimmo Rotella; Arman con le sue “accumulazioni”, anche di pattume, e a questo proposito mi capita spesso di fermarmi ad osservare quei sacchi di plastica trasparenti, collocati per raccogliere rifiuti nei luoghi pubblici, soprattutto in molte strade del centro e nelle stazioni ferroviarie.
Per quanto riguarda i manifesti strappati dell’artista catanzarese, vi mostro due immagini, la prima di Rotella, Collage, 1954 (che denomino A per comodità), e la seconda, Decollage, B; sono bellissime entrambe, con la differenza che l’immagine B è una foto da me scattata, alcuni anni fa, di un tabellone pubblicitario a Roma in viale Bruno Buozzi, con resti di precedenti manifesti rimossi per far spazio ad una nuova affissione. Questione di punti di vista
B
A
Mario URSINO  Roma Giugno 2018