A Venezia “I Mondi Riflessi” della musica romantica francese/ Palazzetto Bru Zane/ dal 23 settembre

redazione

Lontani o vicini, conosciuti nei viaggi o semplicemente immaginati, nel XIX secolo, i paesi stranieri consentono alla musica francese di riflettere sulla propria identità. Il Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique francaise, dedica loro un intero ciclo dal titolo “Mondi Riflessi”. Sette concerti e due conferenze, in programma a Venezia dal 23 settembre al 27 ottobre, metteranno in evidenza l’ispirazione straniera nella musica francese del XIX secolo.

Accompagnate dal pianoforte di François Dumont, Jodie Devos ed Éléonore Pancrazi ci faranno viaggiare con un florilegio di arie d’opera e di duetti dalla Spagna e dal Portogallo – terre di partenza per esplorare il mondo – fino all’India e al Giappone durante il concerto d’inaugurazione il 23 settembre. Il 24 settembre, i pianoforti di Ismaël Margain e Guillaume Bellom suoneranno Cécile Chaminade (La Sévillane) e Camille Saint-Saëns (Caprice arabe), mentre la chitarra di Luigi Attademo ci inviterà in Spagna il 3 ottobre con opere di Fernando Sor, Dioniso Aguado o Francisco Tárrega.

Il 12 ottobre, un concerto per violoncello e pianoforte trasmetterà le emozioni di una serata all’estero, tra introspezione (Soirs étrangers di Louis Vierne) e gioia del ballo (Danse bohémienne di Jacques Offenbach), e verrà seguito, il 17 ottobre, da un programma per pianoforte solo durante il quale Salome Jordania eseguirà alcune opere di Mel Bonis, Claude Debussy, Benjamin Godard e Maurice Ravel. Dopo un concerto per violino, violoncello e pianoforte tra l’Est (Suite orientale di Mel Bonis) e l’Ovest (Barcarolles di Benjamin Godard) il 19 ottobre, il festival si concluderà il 27 ottobre con un programma per pianoforte a quattro mani interpretato da Lidija e Sanja Bizjak, con tappe in Algeria (Suite algérienne di Camille Saint-Saëns), Egitto (Le Songe de Cléopâtre di Mel Bonis) e India (Danse Indoue di Cécile Chaminade).

Con le rivoluzioni industriali, il lontano altrove si avvicina con la velocità di un treno a vapore: l’Oriente vagheggiato dei racconti e degli esploratori è dunque alla portata degli europei agiati. Per i meno fortunati, ad aprire finestre su mondi diversi provvedono le incisioni sulle riviste illustrate. La produzione musicale francese del XIX secolo riecheggia questa fascinazione: le trame delle opere liriche sono perlopiù ambientate fuori dei confini nazionali, mentre le danze straniere alimentano una gran parte del repertorio strumentale. Per ragioni opposte a quelle della geopolitica bellicosa e colonizzatrice dell’epoca, anche gli artisti vanno all’estero per trovare una nuova strada. Il viaggio assume allora la forma di una ricerca delle origini e, con ciò, esprime la speranza di rigenerare un Occidente ormai estenuato. Guardandosi allo specchio di questi mondi lontani, i francesi possono vedere sé stessi così come sono, ma senza dovervisi necessariamente riconoscere.

23 Luglio 2023

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