A Faenza la mostra “Giuseppe Spagnulo e Carlo Zauli. Dialoghi ed eredità artistiche tra gli anni ’50 e  ‘90”

di Silvana LAZZARINO

Giuseppe Spagnulo e Carlo Zauli un dialogo tra sperimentazione e poesia della materia. Le loro opere in mostra nel percorso espositivoGiuseppe Spagnulo e Carlo Zauli. Dialoghi ed eredità artistiche tra gli anni ’50 e  ‘90” a Faenza al Museo Carlo Zauli dal 29 maggio al 25 giugno 2021

Universalmente riconosciuta quale capitale della ceramica Faenza ospita, presso il Museo Carlo Zauli appositamente creato nei laboratori che furono del grande artista tra i più rappresentativi del Novecento,  un interessante esposizione dove si può ripercorrere il dialogo tra Carlo Zauli (Faenza 1926- 2002) raffinato ceramista, poeta dell’arte scultorea a livello internazionale e l’altrettanto noto scultore Giuseppe Spagnulo (Grottaglie, 1936-2016) che in linea con Zauli ha saputo restituire l’alchimia della materia con cui far affiorare il metalinguaggio della natura nei suoi aspetti sereni e malinconici, solari e inquietanti.

La mostra “Giuseppe Spagnulo e Carlo Zauli. Dialoghi ed eredità artistiche tra gli anni ’50 e ‘90” a cura di Barbara Vincenzi,  aperta dal 29 maggio al 25 giugno 2021, restituisce attenzione ad alcuni aspetti dei due grandi Maestri del ‘900, che procedono dal rapporto di amicizia iniziata durante gli anni della formazione faentina tra il 50 e il ‘58 al confronto continuo, fino a soffermarsi sul dialogo costante costruito su affinità e sperimentazione, incontri, eredità estetiche e tragitti paralleli, attraverso i quali si sono costruiti percorsi internazionali.

Entrambi sono nati in cittadine famose per la ceramica: Zauli a Faenza (RA) nel 1926 e Spagnulo a Grottaglie (TA) nel 1936 ed entrambi sono affascinati dalla materia, dai colori e dagli smalti e da quanto emerge lavorando e plasmando la stessa che si riempie di nuova luce con cui far vivere i volti della natura e non solo. Dopo gli inizi presso la bottega del padre Vincenzo lavorando la terracotta, il fango e le prime prove a tornio, Giuseppe Spagnulo approfondisce e affina la tecnica della ceramica negli anni faentini allievo del professor Angelo Bianchini presso l’istituto Statale d’Arte Gaetano Ballardini.

E’ in questi anni tra il ‘50 e il ‘60 che entra in contatto con Nanni Valentini, Albert Diato, e il greco Panos Tsolakos, compreso Carlo Zauli con il quale intratterrà un costante confronto nella lavorazione della materia plasmata con naturalezza e modellata con precisione seguendo un ritmo compositivo con cui viene data forma a quegli aspetti naturali e invisibili e a quelle tensioni insiste nella stessa materia che contempla nel tempo grès, legno e ferro, mantenendo un’armonia fra classicità e modernità. Negli anni milanesi Spagnulo grazie all’incontro con Fontana viene a contatto con la ceramica informale di Albisola, per poi esplorare il linguaggio scultoreo attraverso l’uso della pietra, del legno e del ferro. Sono della fine degli anni Sessanta (1968) i primi lavori in metallo con cui egli esplora la fisicità dei materiali nella sperimentazione di una nuova spazialità abitata dai volumi che in particolare negli anni Novanta con i blocchi di ferro sospesi, giunge a sfidare la gravità del materiale stesso tale da restituire un nuovo senso all’opera.

Il dialogo e le affinità espressive dei due grandi artisti (Spagnulo e Zauli) è espresso attraverso le opere di piccole e medie dimensioni realizzate da Giuseppe Spagnulo in un arco temporale che va dagli anni ‘50 agli anni ‘90 messe in rapporto con le opere di Zauli in permanenza al museo. Così “Struttura ascesa diagonale” del ’71”, “Tondo spezzato ruota” degli anni ’90, e “Cubo e alle Stele” del 2000 di Spagnulo, comprese alcune carte da lui seguite tra il ’70 e il ’90 entrano perfettamente nel suggestivo scenario dei Museo a creare un rimando di emozioni prodotte dalle combinazioni di colori e smalti che si esaltano e vivono con l’energia del fuoco. Nel delineare aspetti e manifestazioni della natura, compresi contesti riferiti al quotidiano, le opere nelle loro forme geometriche quadrate, sferiche e cubiche, in linee concave e convesse sembrano in costante trasformazione in rapporto a stati d’animo ed emozioni che colgono il respiro vitale del legame uomo/universo, finito/infinito.

Il progetto di accostamento delle opere viene accolto successivamente da altre sedi espositive in una sorta di percorso itinerante che dal MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche) si sposterà in alcuni luoghi della città dove si trovano le sculture ambientali di Spagnulo e di Zauli e che arricchiscono il percorso del MAP, il museo all’aperto della città. In occasione della mostra sono previste visite guidate speciali lungo un percorso che contempla oltre al Museo Carlo Zauli, anche il MIC Museo Internazionale della Ceramica e doversi luoghi della città di Faenza.

Silvana LAZZARINO  Roma 30 maggio 2021

Giuseppe Spagnulo e Carlo Zauli. Dialoghi ed eredità artistiche tra gli anni ’50 e  ‘90”

a cura di e Barbara Vincenzi

Museo Carlo Zauli. Via della Croce, 6 Faenza

Orario: martedì e giovedì 14.00-17.00; mercoledì, venerdì e sanato 10-00-13.00, o in altri orari su appuntamento

dal 29 maggio al 25 giugno 2021

Per informazioni:  e.mail:http://www.museozauli.it    museocarlozauli@gmail.com