“VogliAMO tutto” le opere di Nanni Balestrini a Ravenna presso la Sala del Mosaico della Biblioteca Classense, fino al 3 settembre 2019

di Silvana LAZZARINO

NANNI BALESTRINI e la mostra “VogliAMO Tutto”

Tra i protagonisti della stagione della neoavanguardia e personaggio di spicco del dibattito contemporaneo, artistico, letterario e politico dell’Italia nella seconda metà del secolo scorso, Nanni Balestrini (Milano, 2 luglio 1935 – Roma, 20 maggio 2019) artista scrittore e  poeta viene ricordato nella mostra “VogliAMO tutto” in corso a Ravenna presso la Sala del Mosaico della Biblioteca Classense aperta fino al 3 settembre 2019

Le parole usate come sfida, come formule innovative per soffermarsi sulla realtà umana e sociale degli anni Settanta/Ottanta del secolo scorso, unite ad immagini forti e incisive tratte da ritagli di giornali dell’epoca, diventano nell’opera di Nanni Balestrini veicolo per dare voce al contesto sociale e politico dell’Italia di quegli anni in cui prendevano forma i movimenti del femminismo, del terrorismo, unitamente agli scontri.

Biblioteca Classense Ravenna

A questo artista visivo scomparso recentemente lo scorso maggio 2019, personaggio di spicco del dibattito contemporaneo, artistico, letterario e politico dell’Italia della seconda metà del secolo scorso, è dedicata la mostra “VogliAMO tutto” in corso a Ravenna presso la Sala del Mosaico della Biblioteca Classense caratterizzata da un pavimento musivo risalente al VI secolo.

Patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna/ Istituzione Biblioteca Classense con la collaborazione di Ravenna Festival e la Fondazione Mudina di Milano, l’esposizione aperta fino al 3 settembre prossimo ad ingresso libero, trae il titolo dal suo romanzo omonimo uscito nel 1971: libro cult che ispirò intere generazioni

“con la storia dell’operaio Alfonso -ovvero la sintesi delle illusioni umane e dell’incontrastato potere della rappresentazione mediatica”.

Curata da Davide Di Maggio e Paolo Trioschi, la mostra presenta accanto alla grande tela simbolo  della sua ricerca poetica “Anni ’70, Anni ’80” (cm 700×500), accompagnata dell’omonima serie di collage, la celeberrima tela “Potere Operaio” del 1972.

Nanni Balestrini Anni ’70 Anni ’80 cm 700 x 500 tela emulsionata(6)

Si tratta di uno dei lavori più significativi della ricerca poetica di Balestrini sulle condizioni espressive del linguaggio e dei contesti sociali e politici della sua enunciazione. Animatore insieme ad altri intellettuali della Stagione della Neoavanguardia, Balestrini scrittore, saggista e poeta, che ha vissuto i cambiamenti culturali nazionali a partire dagli anni Sessanta, ha fatto parte dei gruppo “Poeti novissimi” del “Gruppo 63” di cui fu precursore, insieme a Angelo Guglielmi, Umberto Eco, Renato Barilli, Alberto Arbasino, Amelia Rosselli, Giorgio Manganelli e poi Furio Colombo e Edoardo Sanguineti e altri.

 Attraverso le sue poesie ed i suoi romanzi ha saputo raccontare con linguaggio libero e sperimentale le ribellioni della realtà sociale di quegli anni e la violenza degli anni di Piombo. Un linguaggio in cui la parola ha lo stesso valore dell’immagine perché parole e immagini sono testimoni in modo innovativo di una realtà che stava cambiando; realtà umana e sociale veicolata attraverso fotografie o elementi presi dalla realtà stessa. Collage e opere su tela dovevano rompere con i tradizionali canoni dell’arte uscendo dal suo sistema per colpire visivamente ed emotivamente lo spettatore.

Durante gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso la produzione visiva di Nanni Balestrini partendo da un utilizzo di parole pesanti in successione “piene di petrolio e inquietudine” si indirizza poi verso l’uso di colori solari e accesi ad indicare un’apparente leggerezza in particolare manifesta nei collage e gouache degli anni Ottanta. Se nel decennio Settanta, sono al centro del suo discorso visivo e verbale movimenti come il femminismo, il terrorismo e gli scontri, dal 1979 in seguito all’ondata di repressione e alla fuga fuori dall’Italia, in Francia dove si trasferisce insieme ad altri intellettuali,

lo sconvolgimento balestriniano della linearità narrativa fa si che il contesto giornalistico di allora disveli la minaccia della fine dei sogni e l’immaginazione al potere si frantumi sotto il peso di parole sospese come maledizioni, come mantra pronunciati al contrario”.

Entro questo percorso si può osservare come “le frasi e le lettere sminuzzate sono apocalittiche e leggere a un tempo” e constatare anche che: “con una buona dose di veggenza, questi lavori hanno anticipato l’avvento della virtualità e delle sue insidie, il manifestarsi di quel tecno-mondo antropofago fatto di video e parole che si mangiano il reale”.

L’aspetto verbale e non verbale per Balestrini vanno di pari passo come egli affermava:

Ho l’abitudine di vedere i livelli verbale e visivo come una cosa sola (…) Ho iniziato la mia attività artistica scrivendo poesie, ma sono sempre stato interessato alle trasformazioni delle arti di avanguardia”.

Parallelamente alla sua attività di scrittore con diverse pubblicazioni, sono state diverse le occasioni in cui ha esposto: dalla sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1993 alla mostra al Mart di Rovereto  nel 2007 a quella a Palazzo Grassi a Venezia nel 2008. Per poi passare a al Louvre a Parigi nel 2009, alla  dOCUMENTA 13 a Kassel nel 2012 e al Macro di Roma nel 2016.

Silvana LAZZARINO    Agosto  2019

VogliAMO Tutto di NANNI BALESTRINI

a cura di Davide Di Maggio e Paolo Trioschi

Sala del Mosaico / Biblioteca Classense, via Baccarini, 1-3  Ravenna

orario: fino al 14 agosto ore 9-14 (chiusura domenicale) / dal 15 al 31 agosto ore.14-18

Nel mese di settembre: ore. 14-18

Fino al 3 settembre 2019

ingresso libero; per informazioni: tel, 0544 482 116