Villa Franceschini De Sandri Bortolan, detta Ca’ Gardellina a Motta di Costabissara e un accenno all’opera dello scultore vicentino Giacomo Cassetti

di Francesco CARACCIOLO

Il complesso, costituito dalla villa padronale dotata di barchesse, cappella gentilizia e della colombara, sorge in aperta campagna, a pochissima distanza dal centro di Costabissara (Vicenza), e precisamente nella frazione di Motta. Trattasi di un complesso rurale (fig.1), pur essendo tuttavia ingentilito da statue e da altri elementi architettonici di una certa rilevanza storico-artistica.

1) Complesso di Villa Franceschini De Sandri Bortolan, Motta di Costabissara, veduta del complesso dalla strada

Mentre la facciata (fig.2) presenta delle linee più essenziali e un timpano centrale, l’elemento più ricco di tutto il complesso consiste nella cappella gentilizia, che sostituisce una più antica, un tempo dedicata a Sant’Antonio Abate.

2) Facciata tardo settecentesca di Villa Franceschini De Sandri Bortolan, Motta di Costabissara

Sappiamo che il rinnovamento dell’intero complesso si deve ad Agostino De Sandri agli inizi del ‘700: sopravvivono, tuttavia, alcune testimonianze del complesso più antico, tra cui la colombara che ha l’aspetto di una vera e propria torre.

3) Oratorio di S. Antonio da Padova, facciata, Villa Franceschini De Sandri Bortolan, Motta di Costabissara

La villa ha origini antiche (età gotica) ma ha subìto numerose manomissioni fino a trasformarla in quella che vediamo attualmente soltanto nel sec. XVIII. La cappella risale al 1709 ed è arricchita da statue sul prospetto attribuite a Giacomo Cassetti (fig.3).

Essa è dedicata a Sant’ Antonio da Padova: al centro, si erge la statua del Santo attorniata da due angeli. Per quanto riguarda la colombara, essa non versa purtroppo in uno stato di conservazione molto buono tanto più che ai piani inferiori l’intonaco è quasi sparito, lasciando a vista i laterizi. Non si conosce sfortunatamente il nome dell’architetto che ha progettato la villa ma si presume che ce ne fosse stato più di uno dato che lo stile della villa padronale è molto più modesto rispetto al disegno della cappella barocca che fa supporre l’intervento di un grande architetto sei-settecentesco. Funge da elemento divisorio tra i suddetti edifici e la strada, senza alterare l’estetica dell’intero complesso, un muretto di cinta, poco elevato, abbellito da una elegante cancellata d’ingresso, la quale appare arricchita a sua volta da una statua settecentesca raffigurante una figura femminile (ne manca un’altra che è andata perduta verosimilmente). La storia del complesso è stata ricostruita dal Cevese, nel 1980, nel volume “Ville della Provincia di Vicenza”.

4) G. Cassetti, busto di A. Maria Querini, Venezia, Fondazione Querini Stampalia

Un discorso a parte merita l’opera di Giacomo Cassetti (Sambruson, 1682 – Vicenza, 1757), il quale ha lavorato nel territorio vicentino nel corso della prima metà del ‘700 come scultore e decoratore. Già nel 1702 l’artista era al servizio del più noto scultore Orazio Marinali, di cui sposò la figlia nel 1706.

Iscrittosi alla fraglia dei tagliapietra, il Cassetti intraprende una brillante carriera quale scultore sia in città che nei territori della Repubblica di Venezia, ottenendo un certo riscontro non soltanto tra gli esponenti del clero locale ma soprattutto tra i membri del patriziato veneto. Al Cassetti si deve la realizzazione del busto di Angelo Maria Querini (fig.4). Firmando spesso le sue opere con lo pseudonimo di “Giacomo Marinali”, egli lavora in numerosi cantieri religiosi vicentini, tra cui quello per il completamento della facciata della chiesa teatina di San Stefano (fig.5).

5) Vicenza , facciata della chiesa di S. Stefano

È documentata persino la sua partecipazione presso il cantiere della basilica barocca di Monte Berico (fig.6).

6) Vicenza, facciata della basilica di Monte Berico.

Difficile ad oggi risulta la ricostituzione del suo catalogo dato che molte opere a lui attribuite sono incerte sia per la datazione che per l’attribuzione. Realizza persino le statue di Villa Trissino Marzotto nel corso della metà del secondo decennio del ‘700. Lo scultore muore nel 1757, lo stesso anno in cui Tiepolo attende all’esecuzione degli affreschi di Villa Valmarana ai Nani, di cui Giacomo Cassetti scolpisce le figure dei nanetti.

Francesco CARACCIOLO  Vicenza 5 Ottobre 2025

Note biografiche:

R. Cevese, Ville della provincia di Vicenza,1980
F. Barbieri, Cassetti Giacomo, Dizionario biografico degli italiani, 1978.