“Una storia infinita. Arte orafa da Castellani a Bvlgari”. Al via la collaborazione della Fondazione Bvlgari con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (fino al 31 agosto)

di Nica FIORI

A Roma, al piano nobile del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, è difficile sottrarsi al fascino degli Ori Castellani, sapientemente disposti su pannelli atti a far risaltare il loro aureo fulgore e i colori delle gemme nella cinquecentesca sala delle Arti e delle Scienze. Una sala che, in occasione dell’ultimo allestimento, risalente a dieci anni fa (a distanza di quasi due anni dal furto di alcuni pezzi, in seguito recuperati dai carabinieri del TPC), venne indicata come la “camera della Meraviglie”. Fino al 31 agosto 2025, nell’adiacente sala dei Sette Colli sono in mostra alcune strepitose creazioni orafe della Collezione Bvlgari Heritage, che ci riempiono gli occhi di altrettanta abbagliante bellezza.

Con la realizzazione di questa mostra, intitolata “Una storia infinita. Arte orafa da Castellani a Bvlgari”, la Fondazione Bvlgari inaugura una collaborazione pluriennale con il Museo di Villa Giulia, nel segno del mecenatismo culturale e del sostegno all’arte.

1 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

L’accordo, annunciato il 23 giugno dalla direttrice del Museo Luana Toniolo e dal direttore della Fondazione Bvlgari Matteo Morbidi, nasce con l’obiettivo di costruire un percorso condiviso e duraturo, volto a valorizzare il patrimonio museale della villa di papa Giulio III, che è un vero gioiello architettonico, oltre che uno scrigno di preziosi manufatti italici. Le tombe etrusche, in particolare, hanno restituito monili come collane, bracciali, diademi indossati dalle principesse etrusche, che nel periodo orientalizzante possedevano anche sontuose vesti intessute in oro, tanto da farle apparire abbigliate di luce.

Il progetto presentato a Villa Giulia prevede, oltre all’attuale esposizione temporanea, la nuova illuminazione della sala dei Sette Colli, cui seguirà quella delle adiacenti sale di Venere e degli Ori Castellani, tutte decorate con cicli di affreschi. La luce, elemento centrale della creatività Bvlgari, rappresenta, in effetti, uno dei linguaggi privilegiati attraverso cui la Maison interpreta e valorizza la bellezza, sia che si tratti di una gemma o di un’opera d’arte. In aggiunta, è previsto il coinvolgimento dei dipendenti della Maison Bvlgari attraverso un programma di volontariato culturale in varie attività del Museo, tra cui sostegno per le attività di comunicazione, digitalizzazione e cura del verde.

2 Presentazione della mostra, Courtesy Museo di Villa Giulia

La celebre Collezione Castellani ospitata nel museo è stata donata allo Stato nel 1919 da Alfredo Castellani, l’ultimo rappresentante di una famiglia di orafi, collezionisti e antiquari dell’Ottocento, cui si deve la realizzazione di gioielli all’antica, che tanta fortuna avrebbero avuto presso l’aristocrazia e l’alta borghesia del tempo. Il primo di questi orafi fu Fortunato Pio Castellani, che nel 1814 aprì un laboratorio artigiano a Palazzo Raggi, a Roma. Egli si interessò alle tecniche artistiche antiche e nel 1824 mise a punto una tecnica con la quale riuscì a ottenere il cosiddetto “giallone”, un oro di colore chiaro simile a quello dei gioielli etruschi.

Al 1826 risale il sodalizio del Castellani con Michelangelo Caetani, duca di Sermoneta, che disegnò diversi gioielli a imitazione di quelli antichi, e proprio ai due cognomi Castellani e Caetani si deve il marchio della doppia C, successivamente imitato da Cartier e Chanel.

Proprio perché appassionati di arte antica, i Castellani (oltre a Fortunato Pio si ricordano i figli Augusto e Alessandro) si ispirarono per molte delle loro creazioni agli ori riportati alla luce durante gli scavi archeologici dell’epoca. Si lasciarono influenzare, in particolare, dalle raffinate oreficerie orientalizzanti delle necropoli di Cerveteri, Veio, Vulci e Tarquinia, soprattutto per la tecnica della granulazione e della filigrana. Ebbero modo, tra l’altro, di studiare a fondo e restaurare i gioielli antichi della celebre collezione Campana, prima che venisse dispersa all’estero in seguito alla bancarotta del marchese Giampietro Campana.

Ad Augusto, poi, si deve l’acquisto in blocco nel 1861/62 del corredo di un’intera tomba di Praeneste (la cosiddetta Tomba Castellani), in parte oggi diviso tra i Musei Capitolini e Villa Giulia e in parte venduto (alcuni oggetti furono venduti al British Museum).

A loro si devono non solo eccezionali rielaborazioni, ma anche gioielli innovativi, come quelli con monete antiche, i micromosaici e quelli con l’applicazione di pietre semipreziose sapientemente intagliate, come per esempio la straordinaria spilla in oro e smalto con l’immagine di Venere marina intagliata in cristallo di rocca.

3 Alcune creazioni Castellani con micromosaici
4 Spilla Castellani con Venere marina

Nella sala degli Ori Castellani le oreficerie antiche (dal VII secolo a.C. fino ai primi secoli d.C.), comprendenti fibule, pettorali e monili vari, sono disposte sulla destra di chi entra, come pure la collezione di glittica antica.

5 Ori etruschi del III secolo a.C.

Le creazioni ottocentesche sono, invece, sul lato sinistro della sala. Secondo la terminologia di Augusto Castellani, i manufatti della famiglia vanno dal periodo primigeno, che prevede anche l’uso di argento e ambra, al periodo tirreno (comprendente il pendente in oro con Acheloo), all’etrusco (tra le cui opere spiccano la spilla col dio Helios e una collana con grappoli d’uva), al siculo, al romano, al medievale (con straordinari smalti e pietre preziose usati per disegnare motivi sacri, come l’Agnello mistico o l’Annunciazione), alla Rinascenza e al periodo moderno, tra le cui opere ricordiamo due spille con micromosaici, uno con Gorgone e l’altro con il Ritratto di Dante. Questa creazione, opera di Luigi Podio, è stata realizzata nel 1865 in occasione del sesto centenario della nascita di Dante: riprende il ritratto che pochi anni prima (1840) era stato scoperto tra gli affreschi giotteschi venuti alla luce nella cappella della Maddalena del palazzo del Podestà di Firenze (Bargello).

6 Ori Castellani
7 Micromosaico con Dante

Ma anche il marchio Bvlgari, simbolo del genio e del lusso italiano, ha una tradizione orafa che risale al 1884, quando l’argentiere Sotirio Bulgari, un giovane greco dell’Epiro, in fuga dalla guerra contro i turchi, aprì il suo primo negozio in via Sistina, in cima alla scalinata di Trinità dei Monti. Da quel momento Roma divenne per la maison un palcoscenico d’eccezione e un’inesauribile fonte di ispirazione. Per celebrare questo legame lunghissimo e rendere omaggio alla città che ha decretato il suo successo internazionale, Bvlgari ha contribuito negli ultimi dieci anni al restauro di alcuni monumenti che necessitavano di essere riportati al loro antico splendore o di essere ammirati sotto una nuova luce, tra cui la Scalinata di Piazza di Spagna, l’Area sacra di Largo Argentina, l’Ara Pacis, la Cappella Contarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi.

L’emblematica sala dei Setti Colli, che ora ospita la mostra realizzata dalla Fondazione Bvlgari, richiama idealmente l’amore di Bulgari per Roma. Qui le preziose creazioni della Collezione Heritage di Bvlgari sono esposte in dialogo con la collezione permanente degli Ori Castellani con l’intento di celebrare l’incontro tra due visioni dell’arte orafa che, pur essendo ben distinte, condividono la stessa vocazione all’eccellenza tecnica e la capacità di rileggere forme, volumi e iconografie dell’antichità in chiave contemporanea. Il tutto avviene a contatto diretto con i reperti della civiltà etrusca, celebre per l’eccezionale raffinatezza dei suoi gioielli e per l’eccellenza tecnica di lavorazioni che tuttora continuano a ispirare la maison.

La selezione di gioielli della Fondazione Bvlgari si apre con un paio di orecchini firmati Castellani, realizzati nel 1880 ca. in oro e monete di età imperiale ed entrati a far parte della Collezione Heritage di Bvlgari nel 2003, grazie alla passione per il collezionismo di Nicola Bulgari. Il percorso prosegue con creazioni firmate Bvlgari come la collana Monete Doppio Cuore in oro con ematite e una moneta greca in argento (1984), una collana in oro con intagli romani e diamanti (circa 1975), una collana in oro e corda di seta con una testa di Gorgone in sardonice e diamanti (1984) e un bracciale in argento della fine del XIX secolo, realizzato da Sotirio Bulgari.

8 Collezione Heritage Bvlgari

L’oggetto più strepitoso è una collana del XIX secolo con le raffigurazioni a micromosaico dei Dodici Cesari.

9 Gioielli della Collezione Heritage Bvlgari

La tecnica, tipica dei Castellani, in questo caso si avvale di tessere minutissime (inferiori a 1 mm) e l’effetto è decisamente pittorico, per la straordinaria gamma di colori ottenuti dalla fusione di paste vitree.

10 Gioielli della Collezione Heritage Bvlgari

Nica FIORI  Roma  29 Giugno 2025

Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia Piazzale di Villa Giulia 9, 00196 Roma

Tel. 063226571; www.museoetru.it