Successo per Drosilla e Nesso di Leonardo Leo allo Sperimentale di Spoleto

di Claudio LISTANTI

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Zuzana Jeřábková (Drosilla) e Paolo Ciavarelli (Nesso). Ensemble strumentale del Teatro Lirico Sperimentale Pierfranceso Borrelli direttore in un momento della recita del 14 settembre 2019 Al Teatro Caio Melisso di Spoleto

Spettacolo inserito nel progetto di riproposta in senso moderno degli intermezzi del ‘700.

Molto apprezzata la messa in scena di Davide Gasparro assieme e alla prova dei due protagonisti vocali, Zuzana Jeřábková e Paolo Ciavarelli.

Tra i diversi progetti musicali che, tradizionalmente, porta avanti il Teatro Lirico Sperimentaledi Spoleto, forte della sua esperienza culturale e artistica che lo vede protagonista nell’orizzonte italiano ed internazionale da circa tre quarti di secolo, c’è anche quello di riproporre all’attenzione del pubblico di oggi capolavori appartenenti alla pratica musicale e teatrale del ‘700 nella quale rivestivano una certa importanza gli intermezzi musicali riproponendoli utilizzando edizioni critiche specificatamente dedicate al progetto ed abbinando a tutte le esecuzioni nuove realizzazioni sceniche rivolte ad una migliore fruizione per il pubblico di oggi.

L’iniziativa è frutto dell’importante collaborazione dell’istituzione spoletina con il Centro Studi ‘Pergolesiani’ dell’Università degli Studi di Milano ma anche del sostegno della Fondazione Francesca, Valentina e Luigi Antonini ed ha il merito fondamentale di dedicare un ‘focus’ a questo genere teatrale e musicale che, dal punto di vista squisitamente storico e storiografico, è particolarmente interessante perché il genere, pur avendo avuto uno sviluppo di pochi anni, forse una trentina o poco più corrispondenti ai primi anni ‘700 fino a tutti gli anni ’30 del XIX secolo, è stato indiscutibilmente un elemento che può essere considerato un ponte tra la tradizione operistica del ‘600 e la grande tradizione dell’opera comica.

Fig 1 Il musicista Leonardo Leo in una immagine d’epoca

Il termine intermezzo deriva dal fatto che questi lavori erano collocati all’interno di una rappresentazione di opera seria, per lo più durante gli intervalli, e servivano per stemperare, utilizzando scene di carattere comico e leggero, l’effetto dei tragici, spesso truculenti e torbidi fatti che costellavano le trame delle opere serie e creare così un ‘clima’ che possiamo definire più disteso e portare l’ascoltatore/spettatore ad allentare la tensione emotiva.

La storia del teatro, non solo quello in musica, ci dice che questa pratica è stata frequentemente utilizzata. Solo a titolo di esempio citiamo Shakespeare che prevedeva interventi comici all’interno delle tragedie così come Monteverdi nei suoi capolavori come il Ritorno di Ulisse in Patria.

L’intermezzo è completamente musicato e prevede una struttura molto semplice basata su una successione di recitativi e arie che donano al brano una caratteristica di colloquialità, quasi una sorta di commedia in musica, una entità dai caratteri di autonomia anche se questi interventi buffi erano inseriti anche all’interno dello sviluppo drammaturgico per creare quasi una sorta di ‘teatro nel teatro’ tutti elementi che incontrarono il favore del pubblico.

Su queste basi iniziò l’evoluzione del genere che con il passare degli anni assunse una ‘autonomia’ sempre più decisa, proponendo trame più articolate e più autosufficienti, andando a determinare quello che sarà l’Opera buffa che ebbe gran successo in Italia, ma anche in Europa, fino ai primi anni ’30 dell’800 all’interno del quale furono prodotti grandissimi capolavori che ancora oggi riescono ad ottenere l’attenzione di un vasto pubblico.

Tornando al Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto la scelta dell’intermezzo di quest’anno è caduta su Drosilla e Nesso musicata da Leonardo Leo (fig 1) su un libretto di Carlo De Palma, una proposta che si aggiunge ad altre quattro, tutte di successo, che ha visto rappresentare nella splendida cittadina umbra, La Finta Tedesca di Johann Adolf Hasse, L’Impresario delle Canarie e La Furba e lo Sciocco di Domenico Sarri, Rosicca e Morano di Francesco Feo.

Fig 2 Il baritono Paolo Ciavarelli nella parte di Nesso (Foto Riccardo Spinella)

Drossilla e Nesso è stata eseguita sulla base dell’edizione critica appontata per l’occasione da Lorenzo Tunesi con la parte scenica affidata a Davide Gasparro e l’esecuzione musicale allo ‘specialista’ Pierfrancesco Borrelli. Il fondamentale punto di interesse della proposta di quest’anno risiede nel fatto che Drosilla e Nesso, intermezzo che Leonardo Leo abbinò all’opera L’Orismene assume caratteristiche desuete per un intermezzo di quel periodo (1726). Non ha la consueta trama ‘autonoma’ completamente slegata dall’opera seria di riferimento della quale riempiva gli intervalli ma, al contrario, sono scene comiche che il librettista Carlo De Palma scrisse per essere integrate alla vicenda della trama principale ottenendo, con essa, una efficace fusione. L’intermezzo è costituito da tre ‘parti’ ognuna delle quali a sé stante senza un amalgama che ne consente una evidente aggregazione e, per di più, con riferimenti specifici alla vicenda del melodramma di base. E’ facile quindi comprendere che estrapolando queste tre parti dal contesto generale produca una difficoltà di non poco conto per una rappresentazione drammaturgicamente convincente.

Fig 3. Zuzana Jeřábková e Paolo Ciavarelli (cantanti) e Carmine D’Ascoli e Raffaele De Vincenzi (mimi) in momento di Drosilla e Nesso. (Foto Teatro Lirico Sperimentale)

Per superare queste oggettive difficoltà il regista Davide Gasparro ha cercato, riuscendoci, di porre in essere una struttura narrativa unitaria creando elementi di raccordo tra le varie scene per ottenere la necessaria fluidità. Sono state create delle scene mute affidate sia a cantanti sia a dei mimi che hanno fatto da collante tra i vari frammenti; momenti sottolineati musicalmente grazie alla scelta del direttore Pierfrancesco Borrelli di utilizzare brani per violoncello, strumento prediletto da Leonardo Leo ed estratti dal Concerto per violoncello in Re minore dello stesso Leo e dal Concerto Polonais di Sol maggiore di Georg Philipp Telemann.

Tutta la parte visiva, scene di Elena Zamparutti, costumi di Clelia De Angelis e luci di Eva Bruno, è stata creata da Gasparro connettendo la classicità della splendida sala del Teatro Caio Melisso con una scena di puro contrasto in carattere moderno, costituita da un campo di tennis (fig 3) che metteva in relazione il carattere giocoso del testo musicale ad una trama dove si giocava un’altra partita, più umana e personale, tra i due protagonisti e creare al termine il necessario, quasi obbligato, lieto fine.

Fig 4 Zuzana Jeřábková (Drosilla) e Paolo Ciavarelli (Nesso) nel finale dell’opera. (Foto Teatro Lirico Sperimentale)

La musica di Leonardo Leo risulta all’ascoltatore di oggi di grande semplicità, sicuramente non banale come molti possono pensare, all’interno della quale c’è un grande senso della melodia che sottolinea con forza le evoluzioni dei personaggi; un autore del quale appare sempre evidente la sua sapienza strumentale che ne fece uno degli autori più prolifici ed interessanti di tutto il ‘700 musicale europeo.

Per quanto riguarda l’esecuzione
(recita del 14 settembre cfr https://www.aboutartonline.com/successo-per-la-prima-mondiale-di-re-di-donne-al-teatro-sperimentale-di-spoleto/) le parti vocali sono state affidata a Paolo Ciavarelli (fig.2) vincitore della 71ma edizione del Concorso “Comunità Europea” del Teatro Lirico di Spoleto, convincente e simpatico Nesso che ha confermato tutte le sue dotti di interprete ‘buffo’ ed al soprano Zuzana Jeřábková (fig 4) vincitrice dell’edizione di quest’anno del Concorso “Comunità Europea” del Teatro Lirico di Spoleto, cantante dotata di buon impianto vocale e di buona presenza scenica che ci ha restituito una vulcanica, quanto incisiva, Drosilla. Carmine D’Ascoli e Raffaele De Vincenzi sono stati molto bravi nella parte squisitamente mimica.

Alla direzione di Pierfrancesco Borrelli mancava un po’ della brillantezza e della leggerezza necessaria ma comunque ha messo ben in evidenza tutta l’evoluzione dello spettacolo grazie anche al contributo dellEnsemble strumentale del Teatro Lirico Sperimentale. (fig 5)

Fig 5 Il regista Davide Gasparro e il direttore Pierfrancesco Borrelli assieme agli interpreti al termine della recita del 14 settembre. (Foto Teatro Lirico Sperimentale)

A conclusione ci piace mettere in risalto la professionalità, la passione, la serietà e l’impegno di tutti gli artisti (nessuno escluso) partecipanti alla realizzazione di questo spettacolo, tutti elementi che all’ascolto sono apparsi incontrovertibilmente evidenti consentendo alla recita di ottenere un chiaro successo di pubblico.

Claudio LISTANTI    Spoleto   21 Settembre 2019