Sacro o Profano? La nuova illuminazione della Basilica di San Pietro: a rischio la spiritualità dell’ambiente.

di Franco LUCCICHENTI

E LA LUCE FU

Non la luce biblica dell’inizio di tutte le cose, metafora di illuminazione dello spirito, ma più materialmente la luce della nuova illuminazione da centomila led installata all’interno della Basilica di S.Pietro. 

Ombra, penombra tenebre non abitano più quì. La complessa antica forma della architettura si rivela al visitatore in una sua totale abbagliante presenza. Il tempo si ferma in un infuocato mezzogiorno quando i  cento soli artificiali si accendono improvvisamente. fig1,2,3

 

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L’arte custodita nella basilica e la sua forma artistica non sono state ovviamente pensate per rivelarsi all’osservatore in questa atmosfera da palcoscenico teatrale.  L’interno della basilica è stato per secoli illuminato dalla luce naturale che scendendo dalle grandi finestre magistralmente aperte in alto in prossimità delle volte, delle cupole minori e della cupola maggiore mediava il rapporto dei fedeli col cielo e con le ore del giorno. Le linee d’ombra inclinate  sotto le finestre apparivano come magnifiche “meridiane” celesti. Un bel dipinto di Pannini testimonia l’antica luminosità naturale.

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fig 5

Ombre, oscurità, complessità delle forme, la possibilità di perdersi in uno spazio da esplorare figg. 5,6 si dissolvono in un grande lampo permanente che fissa spazio e tempo. La complessa geometria del luogo si disperde in una luminosità forte, diffusa in maniera uniforme. Lo spazio interno della basilica si appiattisce come in una gigantesca fotografia al magnesio.

fig 6

Forse un fantasma digitale è emerso tra i centomila led della nuova illuminazione e lo spazio antico semplifica la sua suggestiva complessità diventando simbolo di se stesso obbedendo, illuminato artficialmente, ad uno strano principio di astrazione. Il flusso dei turisti diventa più spedito, nessuno si attarderà più ad esplorare i luoghi reconditi, nascosti dietro le immense colonne,  le cappelle minori in ombra e chi attende in fila perderà meno tempo. Sacro e profano trovano una nuova melanconica sintesi nel turismo di massa.

Franco LUCCICHENTI     Roma   2019